STORIA ANTICA DEI TRIBUNALI IN TRANI

La storia giudiziaria di Trani nasce in tempi antichissimi. Già nel periodo dei Greci e Normanni vi fu il Gastaldo, poi il Turnarca, lo Strategota, il Giudice Greco (Critis) e il Giudice Latino (Judex); nel periodo Bizantino il Catapano e successivamente il Bajulo, il Giustiziere, i Giudici Nundinarum, la Corte del Capitano e la Sacra Regia Udienza.

Nella libera città di Trani (Universitas), nell’anno 1063, sotto l’imperio del Conte di Trani Pietrone II, si compilarono, ad opera di tre giuristi tranesi, gli “ORDINAMENTA ET CONSUETUDO MARIS EDITA PER CONSULES CIVITATIS TRANI”
La datazione è presente nell’introduzione: “Al nome de lo omnipotente Dio Amen. Millesimo sexagesimo tertio prima indictione. Quisti infrascripti ordinamenti et rasone fo facti ordinati et providuti et ancora deliberati per li nobili et discrti homini, Misser Angelo de bramo, Misser Simone de brado, et Conte Nicola de Roggiero, de la cità de Trani, electi consuli in arte de mare, per li più sufficienti che si potesse trovare in quisto golfo Adriano.”

Molto si è discusso sulla datazione e sulla autenticità degli Ordinamenta di Trani, ma tutte le contestazioni e le perplessità sono state superate ed ormai gli studiosi sono concordi nel propendere per la loro autenticità.

Comunemente si ritiene che gli Ordinamenta di Trani costituiscono una raccolta di norme consuetudinarie, di regole già adottate per la disciplina giuridica dei traffici di mare e consta di 32 articoli alcuni dei quali ancora riportati nel vigente codice della navigazione.
Altri sostengono che non si tratterebbe soltanto di una raccolta di consuetudini vigenti all’epoca, bensì di decisioni rese da esperti (ed è per tale loro natura che essi sono ordinamenta).
Sta di fatto che a Trani sin dall’anno 1063, in un periodo (1042-1073) in cui la città aveva il suo pieno autogoverno,  non solo si legiferava, ma si amministrava giustizia.

Con la prammatica del 28 aprile 1215 Pier delle Vigne, cancelliere di Federico II, riconosce ed assegna ai Tranesi il diritto di essere giudicati  nella propria città nelle cause civili e penali. Federico II concesse così a Trani il suo primo Tribunale.
Lo stesso Pier delle Vigne, nel 1231, fece disporre la difesa gratuita in favore dei poveri e dei pupilli, assegnò il numero ai notai e agli avvocati e impose ai giudicanti di scrivere le loro sentenze che in precedenza non venivano neanche annotate.

Carlo I d’Angiò, nel 1269, pubblicò da Trani tre leggi: De Furtis, De Assicurandis, De poena proditores manifesti.
Anche con Giovanna I d’Angiò (1377) i giudici conoscevano in Trani le cause civili e penali e tenevano udienza pubblica nella piazza delle merci.

Al tempo di Pietro Palagano, nominato Vice Reggente del regno di Giovanna II (1424), funzionava in Trani la Corte del Capitano, composta oltre che dallo stesso Palagano anche da Bajulo e dal Giudice annale.

Nel 1444 il Re Alfonso I d’Aragona assegnò alla Corte del Capitano di Trani la competenza sui gravami delle cause civile e penali dei giudici minori, sottraendoli così alla Corte di Napoli, e confermò alla stessa la competenza di tutte le prime cause, meno quelle per lesa maestà, eresie e falsa moneta (Libro Rosso della Università di Trani pag. 72-219).

Il Re Ferrante I (figlio di Alfonso I) nel riformare gli ordinamenti politici e giudiziari del regno, istituì nell’anno 1463 in Lecce la Regia Udienza dell’Apulia che chiamò Sacra perché presieduta da suo figlio il Principe Federico, sdoppiando in tal modo la Corte di Napoli, con competenza sulle province di terra di Bari e d’Otranto che formavano allora la Regione Appula.
Lo stesso Re Ferrante I, nel 1468, riaffermò ai giudici di Trani il privilegio delle prime cause; riconfermò la prammatica 7 giugno 1457 di Alfonso I che aveva deferito i chierici ammogliati di Trani alla giurisdizione ecclesiastica. Nel 1477 comunicò anche a Trani la famosa prammatica che i clienti non potevano essere difesi con le arringhe se non da un solo avvocato.

Dal 1495 al 1509 Trani fu sotto il dominio del Governo di Venezia in quanto Re Ferrante II contrasse un debito con quella città per sostenere la guerra contro i Francesi.  A garanzia dei 15 mila ducati ricevuti diede in pegno le città di Otranto, Monopoli, Polignano e Trani.

Tra la fine del 1400 e l’inizio del secolo successivo, Trani poté annoverare uno dei personaggi più significativi della storia giudiziaria: Giustina Rocca, la prima donna avvocato nel mondo. Era figlia di un oratore del senato di Napoli, Orazio Rocca, fu moglie di Giovanni Antonio Palagano.
Divenne famosa non solo per la sentenza arbitrale da lei pronunziata dinanzi al Tribunale del Governatore veneziano, Ludovico Cantarini, ma anche per essere stata l’ispiratrice di Shakespeare per il personaggio di Porzia nel Mercante di Venezia.

Nel 1509 il Regno di Napoli cadde nelle mani di Re Ferdinando il Cattolico e Trani, tolta ai Veneziani, riebbe la competenza della Corte del Capitano con privilegio delle prime cause.
Il nipote Carlo V, che governò a nome suo e di sua madre Giovanna, riconfermò a Trani nel 1516 le consuetudini locali e il privilegio dei giudici delle prime cause.

Giovanni il Moro nel 1528, approfittando della lotta insorta fra Carlo V, i re di Francia e d’Inghilterra, la Repubblica Veneta, la Repubblica fiorentina e Francesco Sforza, si riprese Monopoli e Trani in nome della Repubblica di Venezia; la sottomissione di Trani alla Repubblica di Venezia durò solo qualche mese poiché, dopo la Pace di Cambrai (5 agosto 1529) Trani fu restituita dai Veneziani a Carlo V il 20 febbraio 1530.
Il 9 ottobre 1532 lo stesso Carlo V migliorò le condizioni della Corte del Capitano in Trani riaffermando ancora una volta la competenza delle cause civili e penali, mentre il suo Viceré, don Pietro di Toledo, nello stesso anno comunicò a Trani le leggi dei lupanari, dei bravi, dell’asilo, delle ciambellerie, delle prefiche, dei duelli e delle scalate. Lo stesso Viceré, trovandosi in Bisceglie confermò a Trani oltre agli antichi privilegi anche quello che riguardava il Mastrodatti applicato alla Corte del Capitano (10 febbraio 1541); da Napoli il 7 marzo 1542 aumentò la giurisdizione della Corte del Capitano di Trani che ebbe competenza anche per gli appelli dalle sentenze dei Giudici del Mercato (giudici privilegiati) già competenti nelle cause riguardanti le tre Fiere annue che si tenevano in Trani.

Succeduto a Carlo V, suo figlio Filippo II il 24 marzo 1556, conformemente al parere della R. Camera Sommaria, in considerazione delle floride condizioni economiche di Trani, la esonerò per quindici anni dai pesi fiscali e fece comunicare ed applicare le nuove tariffe per le tasse delle cause civili, penali e miste alla Corte del Capitano (Libro Rosso dell’Università di Trani pag. 90).
Il Viceré Don Giovanni di Zunica (Principe di Pietrapersia) nel 1582 rappresentò al Re Filippo II la necessità di sdoppiare la Sacra Regia Udienza di Apulia, sedente in Lecce, a causa delle difficili comunicazioni fra questa e le città della circoscrizione e crearne un’altra, con pari competenza, nella provincia di Terra di Bari.
Il Sovrano, con due lettere del 10 settembre e del 31 dicembre 1583 indirizzate al suo Viceré Don Pietro Giron, Duca di Ossuna, separa Trani dalla Capitanata aggregandola così alla Terra di Bari e la indica come capoluogo d’udienza per quest’ultima provincia.
All’epoca l’università e la Corte del Capitano erano allocati a Palazzo Caccetta mentre il Castello era in parte distrutto, per cui la Sacra Regia Udienza dovette necessariamente essere stabilita in Bari.
Il decreto istitutivo fu consegnato a Don Diego de Vargas, nominato Preside della Provincia di Bari dal Viceré, in bianco laddove doveva essere indicata la città da destinare a sede della Regia Udienza. Arrivato a Bari nel 1584 il De Vargas indicò quella città quale sede della Regia Udienza a titolo però di prova per un solo biennio. Il 27 luglio del 1584 nella chiesa di San Nicola di Bari prestarono giuramento nella mani del Monsignor Don Tarquinio Bruno, gli uditori Don Antonio Sanchez e Don Pirro Pagano che con il Preside Don Diego de Vargas e con l’attuario formarono quel Tribunale.
Decorso il biennio di prova Re Filippo, su proposta del de Ossuna stesso, appoggiato dal Preside Don Diego de Vargas, il 24 giugno 1585 decretò che intendeva stabilire in Trani la sede definitiva della Sacra Regia Udienza della Provincia perché Trani aveva grande fama.
Quindi, nel luglio 1586 fu abolita la Corte del Capitano e la Sacra Regia Udienza della provincia di Terra di Bari ebbe sede in Trani, che così divenne Capoluogo della Provincia,, nel Regio Castello. Successivamente la Sacra Regia Udienza subì diversi spostamenti in molti altri noti palazzi di Trani.

La Sacra Regia Udienza ebbe competenza civile, penale ed amministrativa per le prime cause (che in appello prima di allora erano giudicate dalla Gran Corte della Vicaria di Napoli) e quella dei gravami dalle sentenze dei giudici minori di tutta la provincia di Terra di Bari della quale facevano parte Matera e Trinitapoli.
I primi componenti della Sacra Regia udienza furono il Preside Don Diego de Vargas, l’Avvocato dei Poveri e il Fiscale, il Caporuota Don Ascanio Sanchez e gli uditori Don Pirro Pagano e Don Carlo De Bellis. Ne facevano parte anche un Maestro di Camera (esattore dei diritti fiscali) ed un Percettore (tesoriere del patrimonio reale). Il Preside era oltre che capo della Provincia anche Governatore delle armi e Capo Politico ed in tale qualità presiedeva anche il Tribunale Militare che era sottoposto alla Regia Generale Udienza di Napoli.

Nel 1622 si aprì a Trani la prima tipografia da tale Lorenzo Valeri ed apparvero così stampati i primi memorandum difensionali per le cause.

Nel 1629 il Viceré di Filippo IV obbligò gli esercenti le defensioni giudiziarie in tutto il Regno a munirsi di un titolo a patrocinare. Gli Avvocati di Trani, seguendo i colleghi di Napoli, proclamarono il primo sciopero.
Ammirante di Castiglia, Viceré di Filippo IV, arrivato a Napoli e volendo eliminare la corruzione che perversava nel regno, con prammatica del 7 maggio 1644 epurò la magistratura, “ma rispettò quella di Trani incorrotta ed onesta”.

Carlo III di Borbone nel 1753 rese completamente indipendenti le Regie Udienze richiamando a Napoli i Baroni del Regno che intralciavano la loro opera.

Il successore Ferdinando IV di Borbone il 30 luglio 1773 estese alla Sacra Regia Udienza della Provincia di Trani il diritto di conoscere, in sede di gravame, gli affari riguardanti l’annona di Trani e riaffermò le antiche giurisdizioni civili e penali.
Trani fu pronta a recepire la prammatica del 22 settembre 1774 del Tanucci con la quale si obbligava i giudici a motivare le sentenze ed a non scrivere il solo dispositivo.

Il 21 dicembre 1798, scoppiata la rivoluzione,  Ferdinando IV fuggì da Napoli per la Sicilia e proclamata da Championnet, nel napoletano, la repubblica francese  il 23 gennaio 1799, Trani, che era Capoluogo di Provincia e dipendeva dalle autorità regie, fu presa d’assalto.
Dopo il 1° aprile 1799 fu costituito il governo repubblicano e anche in Trani la giustizia riprese il suo corso con le stesse norme ed il medesimo titolo di S.R.Udienza. Fino a tutto il 1805 la Sacra Regia Udienza fu retta da presidi tranesi.
A Ferdinado IV, fuggito in Sicilia, subentrò, il 23 gennaio 1806, il Governo di Napoli di Giuseppe Bonaparte che, a mezzo dei suoi Ministri, promise a Trani la conservazione dei Tribunali e istituì un Tribunale straordinario, con competenza limitata a tre mesi, per giudicare le molte cause dei detenuti presenti nelle carceri di Lucera, Trani e Lecce.

L’8 agosto 1806 il Bonaparte pubblicò una nuova Circoscrizione amministrativa, dividendo il Regno in tredici province e nominò Bari capoluogo amministrativo.
Il nuovo intendente del capoluogo D. Giambattista Ricciardi, e dopo di lui anche il suo successore Duca di Canzano, non volle abbandonare la sede di Trani e ciò determinò la revoca del decreto del Bonaparte e, con successivo decreto del 26 settembre 1808, il Murat riconfermò Trani sede del Capoluogo amministrativo della provincia di Terra di Bari.
Dopo soli quarantadue giorni lo stesso Murat revocò il suo precedente decreto del 26 settembre 1808 e il 7 novembre 1808 nominò definitivamente Bari quale Capoluogo amministrativo della Provincia.
Murat con ben tre decreti del 22 dicembre 1807, del 26 settembre e del 7 novembre 1808, riconfermò a Trani “La residenza del Tribunale di prima istanza e del Tribunale Criminale per la Provincia di Terra di Bari.”.
Quindi, Trani continuò ad avere sia il Tribunale civile di prima istanza sia il Tribunale Criminale con giurisdizione su tutta la Provincia; e in effetti, il 7 gennaio 1809, con rito francese, furono nominati il consigliere provinciale Domenico Saggariga, il consigliere del Re Picone e il Presidente De Maria per il Tribunale di prima istanza e il consigliere provinciale Graziano Maria Giovine, il procuratore del Re Giuseppe de Felice e il presidente Marchese Domenico Maria Cimaglia, con i giudici Vespasiano Oliva, Sergio Frisicchio, Guglielmo Paladino e Ferdinando Gargiuolo per il Tribunale Criminale.
Lo stesso governo francese al fine di deconcentrare le cause di appello che si tenevano in Napoli creò quattro nuovi Tribunali di Appello per altrettante regioni con sedi in Napoli, Chieti, Catanzaro ed Altamura con competenza per le sole cause civili che presero il nome di Corti di Appello (29 maggio 1809). Da qual momento poté essere amministrata  la giustizia civile in grado di appello anche nelle Puglie.
Nello stesso periodo il Murat pubblicò nuovi organici e nuovi codici, compreso quello napoleonico che introdusse anche da noi l’istituto del Divorzio revocato dopo soli sei anni con decreto del 1815 da parte dei Borboni.
La Corte di Altamura ebbe competenza a conoscere di tutti gli appelli dei Tribunali Civili delle tre province, mentre Trani continuò a conoscere le cause di appello dei governatori della provincia di Terra di Bari (civili e penali) e di tutte le cause dei delitti e misfatti di tutti i comuni della Provincia (comprese quelle di Altamura); i gravami avverso le sentenze del Tribunale correzionale furono devoluti alla Corte criminale stessa con giurisdizione di appello.

Il 1° luglio 1809 la Corte Criminale di Trani ebbe pure la competenza di Corte Speciale, alla quale furono deferiti i reati politici e di brigantaggio.

Il successivo 15 luglio furono istituite le Camere di Disciplina degli Avvocati, nei capoluoghi dei Tribunali, e Trani ebbe anch’essa la sua camera. Un deliberato del 15/7/1871 della Camera di Disciplina degli Avvocati di Trani è affisso nella attuale sede dell’Ordine degli Avvocati di Trani.

Il 26 luglio 1810 fu istituito un ruolo chiuso per i Patrocinatori esercenti presso il collegi giudiziari del Regno di Napoli e a Trani ne furono assegnati sedici alla Corte Criminale e trenta al Tribunale con l’obbligo per tutti di prestare cauzione e giuramento e fissare il domicilio.
Tutti gli avvocati furono dotati di divisa, oltre la toga, la parrucca, la goliera, l’abito nero a coda stretta, calzoni corti neri, calze nere, scarpe con fibbie di argento ed un cappello schiacciato (soufflé).

Il Comune di Trani nel 1811 concesse al Governo, per l’amministrazione della Giustizia, l’uso di palazzo Torres, nonché l’altro di Petagna, e li consegnò al Procuratore del Re Sig. Francesco Picone che il 19 luglio 1812 inaugurò la prima udienza criminale nel palazzo Torres e la prima udienza civile nell’aula della Corte. Lo stesso Comune di Trani in seguito, il 25 novembre 1869,  confermò l’uso gratuito dei detti palazzi, ove risiedeva la Corte di Appello, nonché del palazzo Torres sede della Corte di Assise.

Ritornato Re Ferdinado IV (che prese il nome di Ferdinando I) il 29 maggio 1817, su proposta del Ministro di Grazia e Giustizia Marchese Tommasi ed udito il Consiglio di Stato, nel riconfermare l’organizzazione giudiziaria del Regno, istituì i Conciliatori, i Giudici Regi (già Giudici di Pace) i Tribunali di Commercio e la Corte Suprema di Giustizia; quindi, istituì altre quattro nuove Gran Corti Civili che, in conseguenza, per la Terra d’Otranto e di Bari, da Altamura fu trasferita a Trani.

Il 24 luglio 1817 fu, quindi, inaugurata la ricomposta Gran Corte Criminale; il 31 luglio successivo il Procuratore Generale Tommaso de Liso inaugurò la Corte Civile sul palazzo Gadaleta; dal 3 al 27 settembre dello steso anno prestarono giuramento gli avvocati venuti in gran parte dalla Corte di Altamura.

Sopravvenuto il concordato  del 1818 le cause per le nullità dei matrimoni furono deferite alla competenza dei Vescovi e sottratte ai Tribunali laici.

Il 13 marzo 1822, la Gran Corte Criminale di Trani applicò la decretazione della “Concordia dei Misfatti”, chiamata più comunemente legge del Truglio con cui si dava facoltà, per sei mesi, al pubblico ministero, agli accusati e ai difensori di concordare le pene e pronunciarsi in misura minore delle pena legale (l’odierno patteggiamento).

Francesco I, succeduto a Ferdinando I, trasferì alla cognizione delle Gran Corti Civili di Trani, Aquila e Catanzaro, le rispettive cause dei crimini della provincia (9 dicembre 1825) ed abolì, per economia, le relative tre Corti Criminali (che in seguito furono ripristinate da Ferdinando II il 1° giugno 1832), e così la sezione della Gran Corte Civile, funzionante da Gran Corte Criminale, tenne la prima udienza il 3 gennaio 1826.
Lo stesso Francesco I promulgò, con due decreti del 12 ottobre 1827, le norme ed il regolamento per compensi e palmarii agli avvocati e patrocinatori dei collegi giudiziari e per le indennità ai causidici dei giudicati regi; con decreto del 6 marzo 1828 fece obbligo formale ai giudici di ricevere in casa gli avvocati per le informazioni delle cause; per la considerazione in cui teneva i collegi giudiziari di Trani, con speciale decreto 29 dicembre 1828, dispose “l’alunnato” in giurisprudenza anche presso la Corte di Trani (furono destinati 6 alunni); il 18 agosto 1829 deferì a tre speciali commissioni di giudici togati in Trani (composta ciascuna di tre votanti) la cognizione di taluni reati per giudicare le cause penali sul solo processo scritto “con l’intervento di un giudice con le funzioni di avvocato difensore” e col beneficio di diminuire le pene originarie da uno  a tre gradi.

Il 1° giugno 1832 fu ripristinata la G.C. Criminale, prima soppressa, con la medesima giurisdizione di Trani su tutta la provincia di Terra di Bari.
Diverse delegazioni furono mandate dal Comune di Trani presso il Re Ferdinando II, succeduto al padre Francesco I, per l’aggregazione della Capitanata alla Gran Corte Civile di Trani senza, però, alcun risultato positivo posto che nel 1847 la città di Trani era segnata “nel registro politico quale covo degli Attendibili politici”.

Successivamente alle vicende del 1848 lo stesso Ferdinando II, trovandosi in Bari gravemente infermo, con decreti del 1° e 4 febbraio 1859 istituì ivi il Tribunale del Commercio, oltre a autorizzare la costruzione di molte piazze ed edifici pubblici.
Solamente sei giorni prima di morire, il 16 maggio 1859, Ferdinando II conferì a Trani due Cattedre di Diritto e procedura civile l’una e di diritto e procedura penale l’altra, a spese però del comune. Ancora l’8 marzo 1861 una delegazione di notabili tranesi si presentò al primo Re d’Italia per domandare l’aggregazione del territorio di Capitanata alla Gran Corte Civile.

Il Re Vittorio Emanuele II il 20 novembre 1861 (Pisanelli Ministro di Grazia e Giustizia) in esecuzione del nuovo organico giudiziario del 17 febbraio 1861 e della successiva legge del 30 giugno, nell’accordare a Bari, per la prima volta, il Tribunale Circondariale dei distretti di Bari ed Altamura (che distaccò dal Tribunale Provinciale di Trani) e nel destinare a Trani il Tribunale Circondariale del solo distretto di Barletta, aggregò alla Gran Corte Civile (che chiamò Corte di Appello delle Puglie) la provincia di Capitanata che così fu separata dalla competenza di Napoli.

Divenuta irrevocabile la sede della Corte delle Tre Puglie, non essendo stata esercitata la facoltà data al Governo del Re di modificare la tabella del nuovo organico giudiziario, il 1° maggio 1862 furono inaugurati in Trani dal Primo Presidente Nicola Alianelli e dal Procuratore Generale Luigi Colella il Tribunale Circondariale Civile e Penale del distretto di Barletta, la Corte di Appello delle Puglie, la Corte di Assise (sostituita all’abolita Gran Corte Criminale).

Il 1° gennaio 1899, per il cresciuto numero degli appelli, fu aggiunta  una quarta Sezione penale e la Corte fu classificata la terza d’Italia dopo Napoli e Palermo (statistica Zanardelli del 1903).

Il presente elaborato, che sarà ampliato con nuovi elementi di studio sia in ordine al funzionamento e alle specifiche competenze dei vari Tribunali che si sono succeduti in Trani, sia per illustrare le figure di tantissimi noti Avvocati e Magistrati che nel corso dei secoli hanno dato lustro alle rispettive professione e alla stessa città di Trani, si ferma alla fine del secolo diciannovesimo.
Le vicende del Tribunale di Trani e del Foro di Trani relative al secolo scorso e a quello attuale saranno trattate successivamente nella storia moderna delle istituzioni giudiziarie.

Avv. Costanza Manzi

Le notizie riportate sono state tratte da:
– Libro Rosso della Università di Trani;
– I Tribunali in Trani dall’anno 1215 (IV Ed. 1924) – Avvocato Ferdinando Lambert;
– La Puglia nel medioevo – Trani e gli Statuti Marittimi (ed. 2003) – Avvocato Antonio Di Maggio;
– Avvocati  e Tribunali in Trani (ed. 2004) – Avvocato Nicola Morgese;
– Profilo Storico-Urbanistico di Trani dalle origini alla fine dell’ottocento – Archivio di Stato di Bari – Raffaele Colapietra