Il Consiglio
desidera intervenire con forza per rettificare alcune informazioni apparse nella giornata di oggi su un organo di stampa e relative all’Assemblea straordinaria dell’Avvocatura tranese, tenutasi il 14 settembre 2018 presso la Biblioteca Storica dell’Ordine; e chiarire altresì la posizione del COA Trani. 
E questo, ovviamente, senza intaccare in alcuna maniera il diritto di cronaca, assolutamente libero, ma solo per rispetto dei fatti e amor di verità.
L’articolo in questione, ivi inclusi i titoli, gli occhielli e gli strilli, è errato e fuorviante. 
Innanzitutto va precisato che, contrariamente a quanto scritto, l’Avv. Tullio Bertolino è il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Trani e l’Avv. Francesco Logrieco è l’autorevole Vice Presidente del Consiglio Nazionale Forense.
In secondo luogo, contrariamente a quanto scritto, gli avvocati del foro di Trani non sono sul piede di guerra. 
E contro chi poi?
Non certamente contro la Magistratura locale, con cui il rapporto di proficua collaborazione e reciproco rispetto ha probabilmente toccato il punto più alto degli ultimi anni, a tutto vantaggio indiscutibilmente della Giustizia in primis e quindi di tutti cittadini, evitando sterili polemiche e inutili contrapposizioni che a nulla servono. 
In particolare poi, con l’insediamento del Dott. Antonio de Luce alla Presidenza del Tribunale di Trani e, subito dopo, del Dott. Giuseppe Rana alla Presidenza della Sezione Civile del Tribunale di Trani, i miglioramenti dei tempi di risposta della Giustizia, dell’efficienza e dell’aderenza alle richieste dell’Avvocatura, sono sotto gli occhi di tutti.
E ciò, nonostante le difficoltà di edilizia giudiziaria, logistiche e di organici di cancelleria, contro cui ben poco possono gli Avvocati e i Magistrati locali.
L’articolo in questione, inoltre, è anche parziale in quanto ha completamente pretermesso,  soprattutto con riferimento alle questioni del processo civile, sia l’intervento “politico” del Presidente del Consiglio dell’Ordine Avv. Bertolino, sia quello più tecnico del Consigliere Segretario Avv. de Tullio, che – partendo da una sana autocritica e sollecitando il contributo di tutta l’Avvocatura a rispettare elementari principi di puntualità e diligenza – si sono espressi in termini assolutamente lusinghieri per i risultati fino ad oggi raggiunti, considerata appunto la migliore razionalizzazione delle udienze, dei tempi di attesa e della dignità delle stesse. 
L’articolo nulla riferisce circa il risultato di aver ottenuto, nella maggioranza dei casi, la pubblicazione dei calendari d’udienza almeno quarantott’ore prima delle stesse, con indicazione degli orari fissi per ciascuna di esse; così come tace della novità dei monitor (sia pure in fase ancora sperimentale) che consentono di seguire a distanza l’evolversi delle singole udienze, potendosi collegare ad essi anche grazie agli smartphone, e così liberando moltissimo tempo a disposizione per ulteriori incombenze, evitando inutili  e lunghe attese.
Senza tacere dei protocolli, siglati in questi ultimi due anni, in tema di gratuito patrocinio e udienze presidenziali in materia di separazioni: accordi che hanno consentito, nel primo caso, di ridurre i tempi di pagamento degli onorari e, nel secondo caso, di eliminare una “lista di attesa” di oltre un anno per la celebrazione della delicatissima prima udienza di separazione.
Per il settore penale, poi, non è stato riferito della stretta collaborazione che si sta portando avanti con la Procura della Repubblica, con cui il Consiglio ha condiviso il progetto sperimentale di informatizzazione dei fascicoli delle indagini preliminari e si sta provando ad intervenire anche in altre fasi del procedimento per agevolare i carichi di lavoro degli Avvocati e dei dipendenti del Tribunale e della Procura; dipendenti in servizio enormemente sotto organico.
Progressi e miglioramenti, quindi, che senza la fattiva collaborazione fra le due componenti principali della giustizia, Avvocatura e Magistratura, non si sarebbero raggiunti.
Solo una goccia nell’oceano, può obiettarsi. 
Ma non c’è forse più differenza fra 0 ed 1 che non tra 1 e 100 ?
L’articolo in questione esalta due interventi, di autorevoli Presidenti emeriti del Consiglio dell’Ordine di Trani. Sono tuttavia solo due stimate voci, non la sintesi dell’Assemblea stessa, mentre non si tiene conto delle repliche, fra cui si segnala quella del Consigliere dell’Ordine Avv. Cosimo Damiano Matteucci, di segno diametralmente opposto agli interventi  predetti e recante proposte innovative anche in tema di incarichi giudiziari, al fine di garantirne l’equa distribuzione prevista dal codice di procedura civile, come l’adozione di un sistema oggettivo di assegnazione analogo a quello previsto per le difese d‘ufficio, ovvero l’affiancamento al professionista incaricato di altro con minor esperienza, a fini formativi.
Questo Consiglio non si nasconde e non nega che molto ancora c’è da fare e, del resto, lo scopo dell’Assemblea era proprio questo: far emergere proposte e suggerimenti dalla base; non certo dissotterrare asce di guerra.
L’intento del Consiglio dell’Ordine di Trani è di valorizzare la positiva esperienza di collaborazione e proposizione fin qui maturata e portarla ai tavoli di concertazione con i Magistrati, onde  poter elaborare progetti e best practice comuni e possibili. 
Se questo Consiglio pensasse che ci sia una certa opacità di sistema oppure che operino lobbies, non ne parlerebbe in Assemblea, le denuncerebbe.
Questo Consiglio ci mette la faccia ma deve essere la propria, non quella veicolata e (male) interpretata da altri.