LASSU’ QUALCUNO CI AMA


Affascinanti lettrici e gentili lettori, se per diventare ‘beato’ occorre un miracolo e per essere proclamato ‘santo’ ne servono due, allora Samuele Rizzi, il portierone del team tranese, profuma già di santità! Eh già, perché al cospetto dei colleghi salentini, fino a sabato scorso primi in classifica non per caso sia pur in nostra compagnia, la squadra di capitan Passero ha disputato un incontro tosto e intenso, vinto grazie alle parate decisive di San Samuele e alla voglia di soffrire e lottare messa in campo dai miei compagni particolarmente nella ripresa.


Sulle orme di Sarri, mister Magarelli schiera la stessa formazione vittoriosa nel match interno con i colleghi potentini, con la sola eccezione del rientrante Aureliano Deluca al posto dell’infortunato Nicola Scassano; temperatura estiva sugli spalti, un po’ di crema abbronzante per i panchinari, un drastico piano di dimagrimento per l’operatore del 118 incaricato di entrare in campo in caso di necessità, un accurato sguardo all’eventuale presenza di tifose dell’USF in tribuna ed ecco prendere il via una partita dalle mille emozioni, dove realmente è accaduto di tutto: 1 goal (del ‘solito’ Vincenzo Milano), 2 rigori contro (uno parato, l’altro, al 85’, tirato alle stelle), 1 espulsione, 1 infortunio, 1 gomitata a bomber Milano (è un crimine contro il gioco del calcio e le veline prendersela con il più bravo e bello -scrivente escluso-della squadra!), tanti calci, altrettanto calcio, occasioni fallite da entrambe le squadre ed un risultato finale (1-0) che profuma di qualificazione alle fasi finali del Campionato Forense, in programma dal 4 all’11 Giugno in quel di Otranto.


Encomiabile, a giudizio insindacabile dello scrivente, per intensità, applicazione e determinazione il match giocato dalla coppia Aldo Degennaro / Dario Deluca che specie tra le montagne russe del secondo tempo hanno saputo prendere per mano la squadra e condurla verso il fischio finale.


Paura durante l’incontro: alla concessione di entrambi i calci di rigore in favore della compagine leccese, la terra ha tremato dentro e fuori lo stadio; gente affacciata ai balconi, suono degli allarmi, panchinari in piedi a guardarsi stupiti, poi tutto è stato chiaro…quel che i sismografi hanno registrato come scosse sono state in realtà le urla sinistre di capitan Passero.


Negli attimi precedenti la battuta del secondo penalty, al minuto 85 del match, guardando i volti dei miei compagni dentro e fuori dal campo, ho potuto leggerne, a mo’ di nuvoletta dei fumetti (o balloon che dir si voglia), i pensieri: ho visto la nuvoletta di capitan Passero (“tranne Dario, li ammazzo tutti!”), quella di Coriolano (“anche oggi maglietta asciutta”), di Marco Vivo(“Non è possibile! Non ci credo! Come ho fatto a sbagliare quel goal!”), di Saverio Santangelo (“devo ricordarmi di chiamare la brunetta di ieri…com’è che si chiama?”), di Michele Lacerenza (“carina la soccorritrice del 118, se i leccesi sbagliano il rigore l’abbraccio”), di Francesco Sfregola (“ahia! che botta ho preso!…ma dove sono, in Scozia?”), di Giuseppe Pierro-nostro main sponsor e gradito ospite in campo, del collega nonché consigliere del nostro Ordine, Aldo Balducci (“l’anno prossimo sponsorizziamo solo torneo di burraco, di bocce e la squadra del dopolavoro ferroviario!”).


Quando ho visto il rigore tirato verso il cielo, ho capito che gli dei del calcio han giocato con noi sabato scorso; ho letto le nuvolette dei miei compagni cariche di Fiuuuuuuu, tranne una, quella di capitan Passero (“Non mi interessa, tranne Dario, li ammazzo comunque!”).


Il triplice fischio finale ha sancito la fine di un mini ciclo di quattro partite, segnate da un pareggio, tre vittorie (consecutive!), 10 goals fatti e 2 subiti, ossia da numeri di una squadra che sino ad ora ha mostrato di essere forte e compatta dentro e fuori lo spogliatoio, per cui stay tuned, il meglio deve ancora venire!


P.S. Dopo il clamoroso goal sbagliato ‘a tu per tu’ con il portiere salentino, l’USF AD MAIORA Avvocati Trani 1997 comunica di non avere più notizie di un suo imprescindibile componente: Marco Vivo. Di lui e della sua pochette non sappiamo nulla da sabato pomeriggio (il custode dello Stadio giura di aver sentito delle voci provenire dagli spogliatoi in questo fine settimana, ma di non avervi trovato anima viva). Tutti noi e l’intero foro di Trani confidiamo che, presa la decisione di abbandonare la sua pochette, possa presto far ritorno a casa. Marco, ti aspettiamo!