Il collega Francesco Paolillo ha pubblicato per le edizioni di Gelsorosso il libro di poesie Indelebili Percezioni con disegni di Francesca Adduci ed Enrico Maria Paolillo e prefazione del Prof. Luigi Pannarale.
L’autore e i pittori
Francesco Paolillo, Avvocato è nato a Barletta nel 1954. Impegnato sia nell’associazionismo forense, dove ha ricoperto incarichi a livello locale e nazionale, sia nelle istituzioni forensi, è stato membro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Ha fondato e diretto “Tocco & Toga” quindicennale di informazione giuridica. Collateralmente, ha partecipato e dato vita ad iniziative politico-sociali sia a livello locale che nazionale. dal 2001 segue – dall’esterno – l’azienda familiare proprietaria della Multisala Paolillo a Barletta, che lo scorso anno ha compiuto 100 anni di attività, dando il proprio contributo alla realizzazione di eventi culturali. Ha ricoperto per due bienni la carica di Presidente dell’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) di Puglia e Basilicata.
Esordisce con questa raccolta di suoi “versacci”, ritenendo la scrittura un momento ludico di evasione, con l’intento di provare a trasmettere sensazioni ed emozioni per lo più percepite da altri e fatte proprie.
Francesca Adduci, pittrice, ha partecipato a mostre ed estemporanee cittadine e regionali, tra cui la mostra annuale del “Pendio”.
Enrico Maria Paolillo, ha frequentato la Scuola di Formazione NUCT di Roma e conseguito il titolo di “Direttore della Fotografia”,. Musicista percvussionista attualmente collabora nella gestione dell’attività cinematografica della Multisala Paolillo a Barletta
Dalla Prefazione di Luigi Pannarale.
Non è affatto raro che giuristi e avvocati, ad un certo punto della loro carriera, sentano forte la tentazione di provare ad esprimersi con liguaggi diversi: da quello della poesia a quello della pittura, fino alla musica ed altro ancora.
[…] E’ questo, forse il caso di Francesco Paolillo che con questa sua prima raccolta di poesie o “versacci” – come egli stesso ama definirli – ha deciso di mostrare un volto nuovo ed imprevedibile persino a chi come me lo conosce e lo frequenta sin dalla prima infanzia […] Sono delle poesie fresche, con le quali è facile entrare in sintonia, ma non per questo banali. Suscitano immagini e sensazioni, come solo la vera poesia può fare, ispirate a volte da frammenti di modernità rapiti dagli accadimenti più ordinari, ma altre volte (e per me sono le poesie più belle) hanno profonde radici, nella nostra sensualità tutta mediterranea, in una cultura ancestrale citata sempre con molta discrezione. Non è per questo un caso, se mi hanno subito richiamato alla mente quelle di un grandissimo poeta di un’altra sponda del Mediterraneo: Nazim Hikmet