Unaproposta (provocatoria ma non troppo)


per risolvere i problemi della giustizia civile nel circondario di Trani



Atutti i colleghi del Foro di Trani.


Lasituazione della giustizia civile, come tutti sappiamo, è arrivataormai ad un punto di totale insostenibilità. Da noi, poi, regnaancor più il caos da quando vi è stata la soppressione dellesezioni distaccate, perché i tempi di durata delle cause sono orasempre più indeterminabili ed inaccettabili, le decisioni (tante,troppe) sono affidate spesso a GOT, oppure anche a togati che,quand’anche bravi e preparati (ve ne sono molti), sono talmenteoberati da non avere talvolta tempo e modo di approfondire asufficienza, quanto basti, lo studio delle cause, oppure hannobisogno di tanto tempo per giungere alla decisione. Se la sentenzaagognata, attesa per anni, non soddisfa, si perviene al grado diappello, che è però quasi da terzo mondo, per la durata e per lascarsa attenzione che quasi sempre si riscontra alle doglianze mossecon l’impugnazione. Non parliamo poi della Corte di Cassazione, cheda alcuni anni in maniera scientifica si applica, con acume eprofessionale attenzione, a reperire qualunque pretesto per perveniread una pronuncia di inammissibilità o di rigetto dei ricorsi,dedicandosi quindi a cassare i ricorsi anziché le sentenzeimpugnate. In sostanza, il sistema è totalmente respingente, si fadi tutto per ricacciare indietro il cittadino che chiede giustizia,anziché dedicargli il tempo e le attenzioni che ha il sacrosantodiritto di ottenere.


Difronte a questa sconfortante situazione, la nostra vituperatacategoria, benché certamente non immune da colpe, dovrebbe provare aprendere atto di una verità incontestabile: che il malfunzionamentodella giustizia civile, oltre a danneggiare i cittadini, ledegravemente soltanto la nostra categoria.


Noisoffriamo terribilmente le conseguenze di questa situazione, perchésiamo noi a doverci interfacciare quotidianamente con i cittadini,nostri clienti, ai quali non sappiamo più cosa dire per giustificarei ritardi e le inefficienze del sistema ed ai quali offriamo semprepiù un modesto risultato, quasi sempre per colpe non nostre, eperché siamo noi a subire sul piano economico e professionale ledevastazioni che derivano dai ritardi e dall’inefficienza delsistema.


Peraltri, forse, i problemi che affliggono la giustizia sono di tipodiverso, ma è difficile trovarci concordi con altre valutazioni seper il CSM, ad esempio, i giudici di pace funzionano bene (ma noisappiamo che così non è, salvo rare eccezioni) ed alcuni giudicitogati (sui quali tutti noi abbiamo riserve) vengono addiritturapremiati per la loro produttività.


Allora,mi chiedo: perché noi avvocati non troviamo finalmente l’orgogliodella nostra funzione e della nostra appartenenza e non assumiamo unruolo da protagonisti, appropriandoci, almeno in parte, dellafunzione giurisdizionale, con i modi che la legge ci consente diutilizzare, svuotando le cancellerie dai fascicoli delle cause edecidendo le controversie tra di noi? Possibile che non si riesca, alivello di ordine territoriale, a formare dei collegi arbitrali, concompensi estremamente contenuti (tanto i nostri onorari sono semprepiù ridotti…), composti da colleghi di comprovata competenza,esperienza e serietà, sottoposti a controlli e valutazioni del lorooperato, cui possano trasferirsi gran parte delle cause pendenti(eccetto quelle non deferibili ad arbitri) per ottenerne non soltantola decisione rapida, ma soprattutto una decisione qualitativamenteapprezzabile? E’ mai possibile che la nostra categoria debba subirela decisione di controversie anche importanti da parte di unqualsiasi GOT, quale sostituto del magistrato togato (spessoassegnatario dell’intero ruolo del togato), piuttosto che demandarela decisione, più saggiamente, ad un collegio arbitrale composto dacolleghi di comprovata esperienza, preparazione, serietà?


Iocredo che possiamo provare a trasformare in realtà questa utopia,favorendo la creazione di una struttura organizzativa cui possanodemandarsi le decisioni di tante cause, non solo di nuove dacompromettere ad arbitri, ma soprattutto di vecchie, da toglieredalle cancellerie in cui ammuffiscono ed affidare, con fiducia, anostri colleghi che provvedano seriamente ed in poco tempo a definireil contenzioso.


Inquesto modo finalmente “alzeremmola testa”,dimostrando che noi avvocati del Foro di Trani siamo ben capaci dirisolvere da soli i problemi della giustizia e lasciando neitribunali solo una parte del contenzioso.


Mirisulta che sia stata costituita a Trani, già da tempo, la CameraArbitrale Interprofessionale, ma non mi pare che abbia mai funzionatoe forse questa potrebbe essere l’occasione per rivitalizzarla.


Chene pensate? Auspico la seria apertura di un dibattito che possa poidare eventualmente luogo ad iniziative concrete.


NicolaSolimini