GIUSTIZIA, IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE L’APPELLO DELL’OUA CHE CHIEDEVA LA SOSPENSIONE DELLA MEDIAZIONE OBBLIGATORIA. ORA AL TAR TOCCA UNA “SOLLECITA” FISSAZIONE DI UN’UDIENZA NEL MERITO DEI RILIEVI AVANZATI DALL’AVVOCATURA


NICOLA MARINO, PRESIDENTE OUA: “VERSO UN NUOVO STOP PER LA MEDIAZIONE OBBLIGATORIA. È EVIDENTE CHE QUESTO SISTEMA NEGA AI CITTADINI L’ACCESSO ALLA GIUSTIZIA PUBBLICA. SI PUNTI SU ALTRI SISTEMI DI RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE: NEGOZIAZIONE ASSISTITA, CAMERE ARBITRALI…ECC. ANZICHÉ INSISTERE CON UN MECCANISMO PENSATO MALE E REALIZZATO PEGGIO” 


Si riapre la querelle sulla mediazione obbligatoria. L’Organismo Unitario dell’Avvocatura ha reso noto che, il Consiglio di Stato, dopo aver esaminato l’appello avverso l’ordinanza del Tar Lazio dello scorso dicembre, ha accolto la richiesta di sospensione della disciplina della mediazione obbligatoria proposta dall’ Oua, sollecitando, altresì, il Tar Lazio a una tempestiva fissazione dell’udienza. Ciò in quanto considera che “le questioni sottoposte appaiono meritevoli di una valutazione nel merito”.


Per Nicola Marino, presidente Oua: «La mediazione così come è stata congegnata nega ai cittadini l’accesso immediato alla giustizia pubblica. È una palese stortura del nostro sistema giudiziario, un filtro inaccettabile. La Corte Costituzionale nella prima bocciatura si era soffermata solo sull’eccesso di delega, senza prendere in esame tutti gli altri aspetti evidenziati dall’Oua e che invece, sono stati ben esposti nell’appello avanzato dallo studio legale Benvenuti-Orsoni. Ora al Tar del Lazio, tocca una decisione nel merito o il rinvio alla Corte Costituzionale. Siamo a un nuovo stop dell’obbligatorietà. Al Governo chiediamo di evitare di insistere con un sistema pensato male e realizzato peggio e di voltare pagina: si punti su una rete di meccanismi di risoluzione delle controversie giudiziarie (negoziazione assistita, camere arbitrali, mediazione facoltativa e incentivata…ecc) di qualità, efficaci, rispettosi della Costituzione e che non siano lesivi dei diritti dei cittadini».
 
Roma, 12 febbraio 2014