Riforma forense, l’iniziativa dal Governo è un attacco alla democrazia
L’Avvocatura non può non denunciare con forza il grave attacco alla democrazia parlamentare che il Governo ha perpetrato ieri, sottoponendo l’assenso al passaggio della riforma forense in sede deliberante in commissione giustizia della Camera a una serie di condizioni che svuotano la stessa riforma, già passata al vaglio del Senato e della stessa commissione giustizia di Montecitorio.
Siamo al di fuori di ogni prassi costituzionale, tanto che un quotidiano nazionale parla di reazioni “di perplessità quando non di sconcerto” degli stessi parlamentari.
Il Consiglio nazionale forense ha immediatamente reagito denunciando questa prevaricazione che punta ad esautorare il Parlamento con un Comunicato stampa a stretto giro dopo la consegna della nota dei ministri per i rapporti con il Parlamento e della giustizia, indirizzata alla presidente della commissione giustizia di Montecitorio Giulia Bongiorno, ai componenti della commissione giustizia.
Sulla ferma posizione del Consiglio si è ritrovata tutta l’Avvocatura, riunita ieri a Roma in tutte le sue rappresentanze istituzionali e politiche (presenti la Cassa forense, la quasi totalità dei 165 Ordini forensi e le Unioni, l’Oua e le associazioni riconosciute dal Congresso), su iniziativa dello stesso Cnf, per fare il punto dopo la pubblicazione in Gazzetta dei primi regolamenti del Governo in tema di professioni (il dpr n. 137 del 7 agosto 2012 e il decreto ministeriale parametri del 20 luglio 2012).
In quella sede il Cnf ha annunciato la decisione di impugnare i regolamenti sulle professioni e i parametri per eccesso di potere, volontà poi condivisa da tutta l’avvocatura; decisione che appare tanto più necessaria alla luce degli ultimi eventi.
Ai presidenti degli Ordini forensi è stato poi distribuito un ampio dossier che da una parte illustra le ragioni di impugnabilità del regolamento professioni e del decreto parametri e dall’altro contiene alcune schede tematiche di approfondimento dedicate al tirocinio professionale, al procedimento disciplinare, alla tenuta dell’Albo unico nazionale, alla permanenza del potere di opinamento delle parcelle in capo ai Consigli dell’Ordine.
Sono state inoltre illustrate alla platea, sotto forma di domande e risposte, alcune soluzioni individuate dal Cnf in merito agli aspetti maggiormente problematici del Dpr n.137, per individuare indirizzi uniformi nella gestione degli Albi.
Ritenendo il materiale utile per ogni avvocato che volesse approfondire questi delicati passaggi normativi e sperando così di svolgere un servizio necessario ai fini della maggior chiarezza possibile, il materiale è pubblicato sul sito del Consiglio nazionale forense nella homepage all’indirizzo http://www.consiglionazionaleforense.it/site/home.html