Estratto dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83
(in supplemento ordinario n. 129/L alla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 147 del 26 giugno 2012),
coordinato con la legge di conversione 7 agosto 2012, n. 134, recante: «Misure urgenti per la crescita del Paese.».
(pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 187 del giorno 11/08/2012 – Suppl. Ordinario n. 171)
(omissis)
Art. 33
Revisione della legge fallimentare per favorire la continuita’ aziendale
1. Al regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 67, terzo comma, sono apportate le seguenti modificazioni:
01) alla lettera c), dopo le parole: «entro il terzo grado» sono aggiunte le seguenti: «, ovvero immobili ad uso non abitativo destinati a costituire la sede principale dell’attivita’ di impresa dell’acquirente, purche’ alla data di dichiarazione di fallimento tale attivita’ sia effettivamente esercitata ovvero siano stati compiuti investimenti per darvi inizio»; ))
1) la lettera d) e’ sostituita dalla seguente:
«d) gli atti, i pagamenti e le garanzie concesse su beni del debitore purche’ posti in essere in esecuzione di un piano che appaia idoneo a consentire il risanamento della esposizione debitoria dell’impresa e ad assicurare il riequilibrio della sua situazione finanziaria; un professionista indipendente designato dal debitore, iscritto nel registro dei revisori legali ed in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 28, lettere a) e b) deve attestare la veridicita’ dei dati aziendali e la fattibilita’ del piano; il professionista e’ indipendente quando non e’ legato all’impresa e a coloro che hanno interesse all’operazione di risanamento da rapporti di natura personale o professionale tali da comprometterne l’indipendenza di giudizio; in ogni caso, il professionista deve essere in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 2399 del codice civile e non deve, neanche per il tramite di soggetti con i quali e’ unito in associazione professionale, avere prestato negli ultimi cinque anni attivita’ di lavoro subordinato o autonomo in favore del debitore ovvero partecipato agli organi di amministrazione o di controllo; il piano puo’ essere pubblicato nel registro delle imprese su richiesta del debitore;»;
2) alla lettera e): dopo le parole «dell’articolo 182-bis » sono aggiunte le seguenti: «, nonche’ gli atti, i pagamenti e le garanzie legalmente posti in essere dopo il deposito del ricorso di cui all’articolo 161;»;a-bis) all’articolo 69-bis sono apportate le seguenti modificazioni:
1) la rubrica e’ sostituita dalla seguente: «Decadenza dall’azione e computo dei termini»;
2) e’ aggiunto, in fine, il seguente comma:
«Nel caso in cui alla domanda di concordato preventivo segua la dichiarazione di fallimento, i termini di cui agli articoli 64, 65, 67, primo e secondo comma, e 69 decorrono dalla data di pubblicazione della domanda di concordato nel registro delle imprese»;a-ter) all’articolo 72, ottavo comma, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «ovvero un immobile ad uso non abitativo destinato a costituire la sede principale dell’attivita’ di impresa dell’acquirente»;b) all’articolo 161 sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al secondo comma, dopo la lettera d), e’ aggiunta la seguente:
«e) un piano contenente la descrizione analitica delle modalita’ e dei tempi di adempimento della proposta.»;
2) al terzo comma sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo la parola «professionista» sono aggiunte le seguenti: «, designato dal debitore,»;
b) dopo il primo periodo e’ aggiunto, in fine, il seguente: « Analoga relazione deve essere presentata nel caso di modifiche sostanziali della proposta o del piano.»;
3) al quinto comma, dopo le parole «pubblico ministero» sono aggiunte le seguenti: «ed e’ pubblicata, a cura del cancelliere, nel registro delle imprese entro il giorno successivo al deposito in cancelleria»;
4) dopo il quinto comma sono aggiunti i seguenti:
«L’imprenditore puo’ depositare il ricorso contenente la domanda di concordato unitamente ai bilanci relativi agli ultimi tre esercizi, riservandosi di presentare la proposta, il piano e la documentazione di cui ai commi secondo e terzo entro un termine fissato dal giudice, compreso fra sessanta e centoventi giorni e prorogabile, in presenza di giustificati motivi, di non oltre sessanta giorni. Nello stesso termine, in alternativa e con conservazione sino all’omologazione degli effetti prodotti dal ricorso, il debitore puo’ depositare domanda ai sensi dell’articolo 182-bis, primo comma. In mancanza, si applica l’articolo 162, commi secondo e terzo.
Dopo il deposito del ricorso e fino al decreto di cui all’articolo 163 il debitore puo’ compiere gli atti urgenti di straordinaria amministrazione previa autorizzazione del tribunale, il quale puo’ assumere sommarie informazioni. Nello stesso periodo e a decorrere dallo stesso termine il debitore puo’ altresi’ compiere gli atti di ordinaria amministrazione. I crediti di terzi eventualmente sorti per effetto degli atti legalmente compiuti dal debitore sono prededucibili ai sensi dell’articolo 111.»;
Con il decreto di cui al sesto comma, primo periodo, il tribunale dispone gli obblighi informativi periodici, anche relativi alla gestione finanziaria dell’impresa, che il debitore deve assolvere sino alla scadenza del termine fissato. In caso di violazione di tali obblighi, si applica l’articolo 162, commi secondo e terzo.
La domanda di cui al sesto comma e’ inammissibile quando il debitore, nei due anni precedenti, ha presentato altra domanda ai sensi del medesimo comma alla quale non abbia fatto seguito l’ammissione alla procedura di concordato preventivo o l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti.
Fermo restando quanto disposto dall’articolo 22, primo comma, quando pende il procedimento per la dichiarazione di fallimento il termine di cui al sesto comma del presente articolo e’ di sessanta giorni, prorogabili, in presenza di giustificati motivi, di non oltre sessanta giorni»;c) all’articolo 168 sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al primo comma sono apportate le seguenti modificazioni:
a) le parole «presentazione del ricorso» sono sostituite dalle seguenti: «pubblicazione del ricorso nel registro delle imprese»;
b) dopo la parola «esecutive» sono aggiunte le seguenti: «e cautelari»;
c) dopo le parole «creditori per titolo o causa anteriore» le parole: «al decreto» sono soppresse ;
2) al terzo comma e’ aggiunto, in fine, il seguente periodo:
«Le ipoteche giudiziali iscritte nei novanta giorni che precedono la data della pubblicazione del ricorso nel registro delle imprese sono inefficaci rispetto ai creditori anteriori al concordato.»;d) nel titolo III, capo II, dopo l’articolo 169 e’ aggiunto il seguente articolo:
«Articolo 169-bis (Contratti in corso di esecuzione).
Il debitore nel ricorso di cui all’articolo 161 puo’ chiedere che il Tribunale o, dopo il decreto di ammissione, il giudice delegato lo autorizzi a sciogliersi dai contratti in corso di esecuzione alla data della presentazione del ricorso. Su richiesta del debitore puo’ essere autorizzata la sospensione del contratto per non piu’ di sessanta giorni, prorogabili una sola volta.
In tali casi, il contraente ha diritto ad un indennizzo equivalente al risarcimento del danno conseguente al mancato adempimento. Tale credito e’ soddisfatto come credito anteriore al concordato. Lo scioglimento del contratto non si estende alla clausola compromissoria in esso contenuta.
Le disposizioni di questo articolo non si applicano ai rapporti di lavoro subordinato nonche’ ai contratti di cui agli articoli 72, ottavo comma, (( 72-ter )) e 80 primo comma.»;d-bis) all’articolo 178 sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al primo comma, e’ aggiunto, in fine, il seguente periodo: «E’ altresi’ inserita l’indicazione nominativa dei creditori che non hanno esercitato il voto e dell’ammontare dei loro crediti»;
2) al terzo comma, le parole: «senza bisogno di avviso» sono sostituite dalle seguenti: «dandone comunicazione»;
3) il quarto comma e’ sostituito dal seguente:
«I creditori che non hanno esercitato il voto possono far pervenire il proprio dissenso per telegramma o per lettera o per telefax o per posta elettronica nei venti giorni successivi alla chiusura del verbale. In mancanza, si ritengono consenzienti e come tali sono considerati ai fini del computo della maggioranza dei crediti. Le manifestazioni di dissenso e gli assensi, anche presunti a norma del presente comma, sono annotati dal cancelliere in calce al verbale»;d-ter) all’articolo 179 e’ aggiunto, in fine, il seguente comma:
«Quando il commissario giudiziario rileva, dopo l’approvazione del concordato, che sono mutate le condizioni di fattibilita’ del piano, ne da’ avviso ai creditori, i quali possono costituirsi nel giudizio di omologazione fino all’udienza di cui all’articolo 180 per modificare il voto»;
d-quater) all’articolo 180, quarto comma, la parola: «contesta» e’ sostituita dalle seguenti: «ovvero, nell’ipotesi di mancata formazione delle classi, i creditori dissenzienti che rappresentano il 20 per cento dei crediti ammessi al voto, contestano»;e) all’articolo 182-bis sono apportate le seguenti modificazioni:
1) il primo comma e’ sostituito dal seguente:
«L’imprenditore in stato di crisi puo’ domandare, depositando la documentazione di cui all’articolo 161, l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i creditori rappresentanti almeno il sessanta per cento dei crediti, unitamente ad una relazione redatta da un professionista, designato dal debitore, in possesso dei requisiti di cui all’articolo 67, terzo comma, lettera d) sulla veridicita’ dei dati aziendali e sull’attuabilita’ dell’accordo stesso con particolare riferimento alla sua idoneita’ ad assicurare l’integrale pagamento dei creditori estranei nel rispetto dei seguenti termini:
a) entro (( centoventi )) giorni dall’omologazione, in caso di crediti gia’ scaduti a quella data;
b) entro (( centoventi )) giorni dalla scadenza, in caso di crediti non ancora scaduti alla data dell’omologazione.»;
2) al terzo comma, primo periodo, dopo la parole «patrimonio del debitore», sono aggiunte le seguenti: «, ne’ acquisire titoli di prelazione se non concordati»;
3) al sesto comma, primo periodo, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo le parole «all’articolo 161, primo e secondo comma» sono aggiunte le seguenti: «lettere a), b), c) e d)»;
b) le parole «il regolare» sono sostituite dalle seguenti: «l’integrale»;
4) al settimo comma, secondo periodo, le parole «il regolare» sono sostituite dalle seguenti: «l’integrale»;
5) l’ottavo comma e’ sostituito dal seguente:
«A seguito del deposito di un accordo di ristrutturazione dei debiti nei termini assegnati dal tribunale trovano applicazione le disposizioni di cui al secondo, terzo, quarto e quinto comma. Se nel medesimo termine e’ depositata una domanda di concordato preventivo, si conservano gli effetti di cui ai commi sesto e settimo.»;e-bis) all’articolo 182-quater sono apportate le seguenti modificazioni:
1) al primo comma, le parole: «da banche e intermediari finanziari iscritti negli elenchi di cui agli articoli 106 e 107 del decreto legislativo 1º settembre 1993, n. 385,» sono soppresse;
2) il secondo comma e’ sostituito dal seguente:
«Sono parificati ai crediti di cui al primo comma i crediti derivanti da finanziamenti erogati in funzione della presentazione della domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo o della domanda di omologazione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, qualora i finanziamenti siano previsti dal piano di cui all’articolo 160 o dall’accordo di ristrutturazione e purche’ la prededuzione sia espressamente disposta nel provvedimento con cui il tribunale accoglie la domanda di ammissione al concordato preventivo ovvero l’accordo sia omologato»;
3) il terzo comma e’ sostituito dal seguente:
«In deroga agli articoli 2467 e 2497-quinquies del codice civile, il primo e il secondo comma del presente articolo si applicano anche ai finanziamenti effettuati dai soci fino alla concorrenza dell’80 per cento del loro ammontare. Si applicano i commi primo e secondo quando il finanziatore ha acquisito la qualita’ di socio in esecuzione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti o del concordato preventivo»;
4) il quarto comma e’ abrogato;
5) al quinto comma, le parole: «ai commi secondo, terzo e quarto, i creditori» sono sostituite dalle seguenti: «al secondo comma, i creditori, anche se soci,» ;f) dopo l’articolo 182-quater sono aggiunti i seguenti articoli:
«Articolo 182-quinquies (Disposizioni in tema di finanziamento e di continuita’ aziendale nel concordato preventivo e negli accordi di ristrutturazione dei debiti).
Il debitore che presenta, anche ai sensi dell’articolo 161 sesto comma, una domanda di ammissione al concordato preventivo o una domanda di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi dell’articolo 182-bis, primo comma, o una proposta di accordo ai sensi dell’articolo 182-bis, sesto comma, puo’ chiedere al tribunale di essere autorizzato, assunte se del caso sommarie informazioni, a contrarre finanziamenti, prededucibili ai sensi dell’articolo 111, se un professionista designato dal debitore in possesso dei requisiti di cui all’articolo 67, terzo comma, lettera d), verificato il complessivo fabbisogno finanziario dell’impresa sino all’omologazione, attesta che tali finanziamenti sono funzionali alla migliore soddisfazione dei creditori.
L’autorizzazione di cui al primo comma puo’ riguardare anche finanziamenti individuati soltanto per tipologia ed entita’, e non ancora oggetto di trattative.
Il tribunale puo’ autorizzare il debitore a concedere pegno o ipoteca a garanzia dei medesimi finanziamenti.
Il debitore che presenta domanda di ammissione al concordato preventivo con continuita’ aziendale, anche ai sensi dell’articolo 161 sesto comma, puo’ chiedere al tribunale di essere autorizzato, assunte se del caso sommarie informazioni, a pagare crediti anteriori per prestazioni di beni o servizi, se un professionista in possesso dei requisiti di cui all’articolo 67, terzo comma, lettera d), attesta che tali prestazioni sono essenziali per la prosecuzione della attivita’ di impresa e funzionali ad assicurare la migliore soddisfazione dei creditori. L’attestazione del professionista non e’ necessaria per pagamenti effettuati fino a concorrenza dell’ammontare di nuove risorse finanziarie che vengano apportate al debitore senza obbligo di restituzione o con obbligo di restituzione postergato alla soddisfazione dei creditori.
Il debitore che presenta una domanda di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi dell’articolo 182-bis, primo comma, o una proposta di accordo ai sensi dell’articolo 182-bis, sesto comma, puo’ chiedere al Tribunale di essere autorizzato, in presenza dei presupposti di cui al quarto comma, a pagare crediti anche anteriori per prestazioni di beni o servizi. In tal caso i pagamenti effettuati non sono soggetti all’azione revocatoria di cui all’articolo 67.
Articolo 182-sexies (Riduzione o perdita del capitale della societa’ in crisi).
Dalla data del deposito della domanda per l’ammissione al concordato preventivo, anche a norma dell’articolo 161, sesto comma, della domanda per l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione di cui all’articolo 182-bis ovvero della proposta di accordo a norma del sesto comma dello stesso articolo e sino all’omologazione non si applicano gli articoli 2446, commi secondo e terzo, 2447, 2482-bis, commi quarto, quinto e sesto, e 2482-ter del codice civile. Per lo stesso periodo non opera la causa di scioglimento della societa’ per riduzione o perdita del capitale sociale di cui agli articoli 2484, n. 4, e 2545-duodecies del codice civile.
Resta ferma, per il periodo anteriore al deposito delle domande e della proposta di cui al primo comma, l’applicazione dell’articolo 2486 del codice civile.»;g) all’articolo 184, primo comma, primo periodo, le parole «al decreto di apertura della procedura di concordato» sono sostituite dalle seguenti: «alla pubblicazione nel registro delle imprese del ricorso di cui all’articolo 161»;
h) nel titolo III, capo VI, dopo l’articolo 186 e’ aggiunto il seguente articolo:
« Articolo 186-bis (Concordato con continuita’ aziendale).
Quando il piano di concordato di cui all’articolo 161, secondo comma, lettera e) prevede la prosecuzione dell’attivita’ di impresa da parte del debitore, la cessione dell’azienda in esercizio ovvero il conferimento dell’azienda in esercizio in una o piu’ societa’, anche di nuova costituzione, si applicano le disposizioni del presente articolo. Il piano puo’ prevedere anche la liquidazione di beni non funzionali all’esercizio dell’impresa.
Nei casi previsti dal presente articolo:
a) il piano di cui all’articolo 161, secondo comma, lettera e), deve contenere anche un’analitica indicazione dei costi e dei ricavi attesi dalla prosecuzione dell’attivita’ d’impresa prevista dal piano di concordato, delle risorse finanziarie necessarie e delle relative modalita’ di copertura;
b) la relazione del professionista di cui all’articolo 161, terzo comma, deve attestare che la prosecuzione dell’attivita’ d’impresa prevista dal piano di concordato e’ funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori;
c) il piano puo’ prevedere, fermo quanto disposto dall’articolo 160, secondo comma, una moratoria fino a un anno dall’omologazione per il pagamento dei creditori muniti di privilegio, pegno o ipoteca, salvo che sia prevista la liquidazione dei beni o diritti sui quali sussiste la causa di prelazione. In tal caso, i creditori muniti di cause di prelazione di cui al periodo precedente non hanno diritto al voto.
Fermo quanto previsto nell’articolo 169-bis, i contratti in corso di esecuzione alla data di deposito del ricorso, anche stipulati con pubbliche amministrazioni, non si risolvono per effetto dell’apertura della procedura. Sono inefficaci eventuali patti contrari.
L’ammissione al concordato preventivo non impedisce la continuazione di contratti pubblici se il professionista designato dal debitore di cui all’articolo 67 ha attestato la conformita’ al piano e la ragionevole capacita’ di adempimento. Di tale continuazione puo’ beneficiare, in presenza dei requisiti di legge, anche la societa’ cessionaria o conferitaria d’azienda o di rami d’azienda cui i contratti siano trasferiti. Il giudice delegato, all’atto della cessione o del conferimento, dispone la cancellazione delle iscrizioni e trascrizioni.
L’ammissione al concordato preventivo non impedisce la partecipazione a procedure di assegnazione di contratti pubblici, quando l’impresa presenta in gara:
a) una relazione di un professionista in possesso dei requisiti di cui all’articolo 67, (( terzo comma, lettera d), )) che attesta la conformita’ al piano e la ragionevole capacita’ di adempimento del contratto;
b) la dichiarazione di altro operatore in possesso dei requisiti di carattere generale, di capacita’ finanziaria, tecnica, economica nonche’ di certificazione, richiesti per l’affidamento dell’appalto, il quale si e’ impegnato nei confronti del concorrente e della stazione appaltante a mettere a disposizione, per la durata del contratto, le risorse necessarie all’esecuzione dell’appalto e a subentrare all’impresa ausiliata nel caso in cui questa fallisca nel corso della gara ovvero dopo la stipulazione del contratto, ovvero non sia per qualsiasi ragione piu’ in grado di dare regolare esecuzione all’appalto. Si applica l’articolo 49 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163
Fermo quanto previsto dal comma precedente, l’impresa in concordato puo’ concorrere anche riunita in raggruppamento temporaneo di imprese, purche’ non rivesta la qualita’ di mandataria e sempre che le altre imprese aderenti al raggruppamento non siano assoggettate ad una procedura concorsuale. In tal caso la dichiarazione di cui (( al quarto comma )), lettera b), puo’ provenire anche da un operatore facente parte del raggruppamento.
Se nel corso di una procedura iniziata ai sensi del presente articolo l’esercizio dell’attivita’ d’impresa cessa o risulta manifestamente (( dannoso )) per i creditori, il tribunale provvede ai sensi dell’articolo 173. Resta salva la facolta’ del debitore di modificare la proposta di concordato.»;i) la rubrica del capo terzo del titolo sesto e’ sostituita dalla seguente:
«Capo III. – Disposizioni applicabili nel caso di concordato preventivo, accordi di ristrutturazione dei debiti, piani attestati e liquidazione coatta amministrativa»;l) dopo l’articolo 236 e’ inserito il seguente:
«Articolo 236-bis (Falso in attestazioni e relazioni). –
Il professionista che nelle relazioni o attestazioni di cui agli articoli 67, terzo comma, lettera d), 161, terzo comma, 182-bis, 182-quinquies e 186-bis espone informazioni false ovvero omette di riferire informazioni rilevanti, e’ punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 50.000 a 100.000 euro.
Se il fatto e’ commesso al fine di conseguire un ingiusto profitto per se’ o per altri, la pena e’ aumentata.
Se dal fatto consegue un danno per i creditori la pena e’ aumentata fino alla meta’».l-bis) all’articolo 217-bis, comma 1, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, nonche’ ai pagamenti e alle operazioni di finanziamento autorizzati dal giudice a norma dell’articolo 182-quinquies».
2. All’articolo 38, primo comma, lettera a), del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 dopo le parole «concordato preventivo» sono aggiunte le seguenti: «, salvo il caso di cui all’articolo 186-bis del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267».
3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano ai procedimenti di concordato preventivo e per l’omologazione di accordi di ristrutturazione dei debiti introdotti dal trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, nonche’ ai piani di cui al comma 1, lettera a), n. 1) elaborati successivamente al predetto termine.
4. Il comma 4 dell’articolo 88 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 e’ sostituito dal seguente:
«4. Non si considerano sopravvenienze attive i versamenti in denaro o in natura fatti a fondo perduto o in conto capitale alle societa’ e agli enti di cui all’articolo 73, comma 1, lettere a) e b), dai propri soci e la rinuncia dei soci ai crediti, ne’ gli apporti effettuati dai possessori di strumenti similari alle azioni, ne’ la riduzione dei debiti dell’impresa in sede di concordato fallimentare o preventivo o per effetto della partecipazione delle perdite da parte dell’associato in partecipazione. In caso di accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi (( dell’articolo 182-bis del regio decreto )) 16 marzo 1942, n. 267, ovvero di un piano attestato ai sensi (( dell’articolo 67, terzo comma, lettera d), del regio decreto )) 16 marzo 1942, n. 267, pubblicato nel registro delle imprese, la riduzione dei debiti dell’impresa (( non costituisce sopravvenienza attiva )) per la parte che eccede le perdite, pregresse e di periodo, di cui all’articolo 84.».
5. Il comma 5 dell’articolo 101 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 e’ sostituito dal seguente:
«5. Le perdite di beni di cui al comma 1, commisurate al costo non ammortizzato di essi, e le perdite su crediti sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso, per le perdite su crediti, se il debitore e’ assoggettato a procedure concorsuali o ha concluso un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai sensi (( dell’articolo 182-bis del regio decreto )) 16 marzo 1942, n. 267. (( Ai fini del presente comma, il debitore si considera assoggettato a procedura concorsuale dalla data della sentenza dichiarativa del fallimento o del provvedimento che ordina la liquidazione coatta amministrativa o del decreto di ammissione alla procedura di concordato preventivo o del decreto di omologazione dell’accordo di ristrutturazione o del decreto che dispone la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. Gli elementi certi e precisi sussistono in ogni caso quando il credito sia di modesta entita’ e sia decorso un periodo di sei mesi dalla scadenza di pagamento del credito stesso. Il credito si considera di modesta entita’ quando ammonta ad un importo non superiore a 5.000 euro per le imprese di piu’ rilevante dimensione di cui all’articolo 27, comma 10, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e non superiore a 2.500 euro per le altre imprese. Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre quando il diritto alla riscossione del credito e’ prescritto. Per i soggetti che redigono il bilancio in base ai principi contabili internazionali di cui al regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002, gli elementi certi e precisi sussistono inoltre in caso di cancellazione dei crediti dal bilancio operata in dipendenza di eventi estintivi».
(omissis)
Art. 54
Appello
1. Al codice di procedura civile, libro secondo, sono apportate le seguenti modificazioni:
0a) all’articolo 342, il primo comma e’ sostituito dal seguente:
«L’appello si propone con citazione contenente le indicazioni prescritte dall’articolo 163. L’appello deve essere motivato. La motivazione dell’appello deve contenere, a pena di inammissibilita’:
1) l’indicazione delle parti del provvedimento che si intende appellare e delle modifiche che vengono richieste alla ricostruzione del fatto compiuta dal giudice di primo grado;
2) l’indicazione delle circostanze da cui deriva la violazione della legge e della loro rilevanza ai fini della decisione impugnata»;0b) all’articolo 345, terzo comma, le parole: «che il collegio non li ritenga indispensabili ai fini della decisione della causa ovvero» sono soppresse;
a) dopo l’articolo 348 sono inseriti i seguenti:
«Art. 348-bis (Inammissibilita’ dell’appello)
Fuori dei casi in cui deve essere dichiarata con sentenza l’inammissibilita’ o l’improcedibilita’ dell’appello, l’impugnazione e’ dichiarata inammissibile dal giudice competente quando non ha una ragionevole probabilita’ di essere accolta.
Il primo comma non si applica quando:
a) l’appello e’ proposto relativamente a una delle cause di cui all’articolo 70, primo comma;
b) l’appello e’ proposto a norma dell’articolo 702-quater.
Art. 348-ter (Pronuncia sull’inammissibilita’ dell’appello).
All’udienza di cui all’articolo 350 il giudice, prima di procedere alla trattazione, sentite le parti, dichiara inammissibile l’appello, a norma dell’articolo 348-bis, primo comma, con ordinanza succintamente motivata, anche mediante il rinvio agli elementi di fatto riportati in uno o piu’ atti di causa e il riferimento a precedenti conformi. Il giudice provvede sulle spese a norma dell’articolo 91.
L’ordinanza di inammissibilita’ e’ pronunciata solo quando sia per l’impugnazione principale che per quella incidentale di cui all’articolo 333 ricorrono i presupposti di cui al primo comma dell’articolo 348-bis. In mancanza, il giudice procede alla trattazione di tutte le impugnazioni comunque proposte contro la sentenza.
Quando e’ pronunciata l’inammissibilita’, contro il provvedimento di primo grado puo’ essere proposto, a norma dell’articolo 360, ricorso per cassazione. In tal caso il termine per il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di primo grado decorre dalla comunicazione o notificazione, se anteriore, dell’ordinanza che dichiara l’inammissibilita’. Si applica l’articolo 327, in quanto compatibile.
Quando l’inammissibilita’ e’ fondata sulle stesse ragioni, inerenti alle questioni di fatto, poste a base della decisione impugnata, il ricorso per cassazione di cui al comma precedente puo’ essere proposto esclusivamente per i motivi di cui ai numeri 1), 2), 3) e 4) (( del primo comma )) dell’articolo 360.
La disposizione di cui al quarto comma si applica, fuori dei casi di cui all’articolo 348-bis, secondo comma, lettera a), anche al ricorso per cassazione avverso la sentenza d’appello che conferma la decisione di primo grado.»;b) all’articolo 360, primo comma, e’ apportata la seguente modificazione:
il numero 5) e’ sostituito dal seguente:
«5) per omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che e’ stato oggetto di discussione tra le parti.»;c) all’articolo 383 e’ aggiunto il seguente comma:
«Nelle ipotesi di cui all’articolo 348-ter, commi terzo e quarto, la Corte, se accoglie il ricorso per motivi diversi da quelli indicati dall’articolo 382, rinvia la causa al giudice che avrebbe dovuto pronunciare sull’appello e si applicano le disposizioni del libro secondo, titolo terzo, capo terzo, sezione terza.»;c-bis) all’articolo 434, il primo comma e’ sostituito dal seguente:
«Il ricorso deve contenere le indicazioni prescritte dall’articolo 414. L’appello deve essere motivato. La motivazione dell’appello deve contenere, a pena di inammissibilita’:
1) l’indicazione delle parti del provvedimento che si intende appellare e delle modifiche che vengono richieste alla ricostruzione del fatto compiuta dal giudice di primo grado;
2) l’indicazione delle circostanze da cui deriva la violazione della legge e della loro rilevanza ai fini della decisione impugnata»;d) dopo l’articolo 436 e’ inserito il seguente:
«Art. 436-bis (Inammissibilita’ dell’appello e pronuncia).
All’udienza di discussione si applicano gli articoli 348-bis e 348-ter»;e) all’articolo 447-bis, primo comma, e’ apportata la seguente modificazione:
le parole «e secondo comma, 430, 433, 434, 435, 436, 437, 438, 439, 440, 441,» sono sostituite dalle seguenti «e secondo comma, 430, 433, 434, 435, 436, 436-bis, 437, 438, 439, 440, 441,».
1-bis. All’articolo 702-quater, primo comma, del codice di procedura civile, la parola: «rilevanti» e’ sostituita dalla seguente: «indispensabili».
2. Le disposizioni di cui al comma 1, lettere 0a), a), c), c-bis), d) ed e), si applicano ai giudizi di appello introdotti con ricorso depositato o con citazione di cui sia stata richiesta la notificazione dal trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
3. La disposizione di cui al comma 1, lettera b), si applica alle sentenze pubblicate dal trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
3-bis. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano al processo tributario di cui al decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546.
Art. 55
Modifiche alla legge 24 marzo 2001, n. 89
1. Alla legge 24 marzo 2001, n. 89, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 2:
1) il comma 2 e’ sostituito dal seguente: «Nell’accertare la violazione il giudice valuta la complessita’ del caso, l’oggetto del procedimento, il comportamento delle parti e del giudice durante il procedimento, nonche’ quello di ogni altro soggetto chiamato a concorrervi o a contribuire alla sua definizione»;
2) dopo il comma 2 sono aggiunti i seguenti:
«2-bis. Si considera rispettato il termine ragionevole di cui al comma 1 se il processo non eccede la durata di tre anni in primo grado, di due anni in secondo grado, di un anno nel giudizio di legittimita’. Ai fini del computo della durata il processo si considera iniziato con il deposito del ricorso introduttivo del giudizio ovvero con la notificazione dell’atto di citazione. Si considera rispettato il termine ragionevole se il procedimento di esecuzione forzata si e’ concluso in tre anni, e se la procedura concorsuale si e’ conclusa in sei anni. Il processo penale si considera iniziato con l’assunzione della qualita’ di imputato, di parte civile o di responsabile civile, ovvero quando l’indagato ha avuto legale conoscenza della chiusura delle indagini preliminari.
2-ter. Si considera comunque rispettato il termine ragionevole se il giudizio viene definito in modo irrevocabile in un tempo non superiore a sei anni.
2-quater. Ai fini del computo non si tiene conto del tempo in cui il processo e’ sospeso e di quello intercorso tra il giorno in cui inizia a decorrere il termine per proporre l’impugnazione e la proposizione della stessa.
2-quinquies. Non e’ riconosciuto alcun indennizzo:
a) in favore della parte soccombente condannata a norma dell’articolo 96 del codice di procedura civile;
b) nel caso di cui all’articolo 91, primo comma, secondo periodo, del codice di procedura civile;
c) nel caso di cui all’articolo 13, primo comma, primo periodo, del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28;
d) nel caso di estinzione del reato per intervenuta prescrizione connessa a condotte dilatorie della parte;
e) quando l’imputato non ha depositato istanza di accelerazione del processo penale nei trenta giorni successivi al superamento dei termini cui all’articolo 2-bis.
f) in ogni altro caso di abuso dei poteri processuali che abbia determinato una ingiustificata dilazione dei tempi del procedimento;
3) il comma 3 e’ abrogato;
b) dopo l’articolo 2 e’ aggiunto il seguente:
«Art. 2-bis (Misura dell’indennizzo).
1. Il giudice liquida a titolo di equa riparazione una somma di denaro, non inferiore a 500 euro e non superiore a 1.500 euro, per ciascun anno, o frazione di anno superiore a sei mesi, che eccede il termine ragionevole di durata del processo.
2. L’indennizzo e’ determinato a norma dell’articolo 2056 del codice civile, tenendo conto:
a) dell’esito del processo nel quale si e’ verificata la violazione di cui al comma 1 dell’articolo 2;
b) del comportamento del giudice e delle parti;
c) della natura degli interessi coinvolti;
d) del valore e della rilevanza della causa, valutati anche in relazione alle condizioni personali della parte.
3. La misura dell’indennizzo, anche in deroga al comma 1, non puo’ in ogni caso essere superiore al valore della causa o, se inferiore, a quello del diritto accertato dal giudice.»;
c) l’articolo 3 e’ sostituito dal seguente:
«Art. 3 (Procedimento). –
1. La domanda di equa riparazione si propone con ricorso al presidente della corte d’appello del distretto in cui ha sede il giudice competente ai sensi dell’articolo 11 del codice di procedura penale a giudicare nei procedimenti riguardanti i magistrati nel cui distretto e’ concluso o estinto relativamente ai gradi di merito il procedimento nel cui ambito la violazione si assume verificata. Si applica l’articolo 125 del codice di procedura civile.
2. Il ricorso e’ proposto nei confronti del Ministro della giustizia quando si tratta di procedimenti del giudice ordinario, del Ministro della difesa quando si tratta di procedimenti del giudice militare. Negli altri casi e’ proposto nei confronti del Ministro dell’economia e delle finanze.
3. Unitamente al ricorso deve essere depositata copia autentica dei seguenti atti:
a) l’atto di citazione, il ricorso, le comparse e le memorie relativi al procedimento nel cui ambito la violazione si assume verificata;
b) i verbali di causa e i provvedimenti del giudice;
c) il provvedimento che ha definito il giudizio, ove questo si sia concluso con sentenza od ordinanza irrevocabili.
4. Il presidente della corte d’appello, o un magistrato della corte a tal fine designato, provvede sulla domanda di equa riparazione con decreto motivato da emettere entro trenta giorni dal deposito del ricorso. Si applicano i primi due commi dell’articolo 640 del codice di procedura civile.
5. Se accoglie il ricorso, il giudice ingiunge all’amministrazione contro cui e’ stata proposta la domanda di pagare senza dilazione la somma liquidata a titolo di equa riparazione, autorizzando in mancanza la provvisoria esecuzione. Nel decreto il giudice liquida le spese del procedimento e ne ingiunge il pagamento.
6. Se il ricorso e’ in tutto o in parte respinto la domanda non puo’ essere riproposta, ma la parte puo’ fare opposizione a norma dell’articolo 5-ter.
7. L’erogazione degli indennizzi agli aventi diritto avviene nei limiti delle risorse disponibili.»;
d) l’articolo 4 e’ sostituito dal seguente:
«Art. 4 (Termine di proponibilita’).
1. La domanda di riparazione puo’ essere proposta, a pena di decadenza, entro sei mesi dal momento in cui la decisione che conclude il procedimento e’ divenuta definitiva.»;
e) l’articolo 5 e’ sostituito dal seguente:
«Art. 5 (Notificazioni e comunicazioni).
1. Il ricorso, unitamente al decreto che accoglie la domanda di equa riparazione, e’ notificato per copia autentica al soggetto nei cui confronti la domanda e’ proposta.
2. Il decreto diventa inefficace qualora la notificazione non sia eseguita nel termine di trenta giorni dal deposito in cancelleria del provvedimento e la domanda di equa riparazione non puo’ essere piu’ proposta.
3. La notificazione ai sensi del comma 1 rende improponibile l’opposizione e comporta acquiescenza al decreto da parte del ricorrente.
4. Il decreto che accoglie la domanda e’ altresi’ comunicato al procuratore generale della Corte dei conti, ai fini dell’eventuale avvio del procedimento di responsabilita’, nonche’ ai titolari dell’azione disciplinare dei dipendenti pubblici comunque interessati dal procedimento.»;
f) dopo l’articolo 5-bis sono inseriti i seguenti:
«Art. 5-ter (Opposizione).
1. Contro il decreto che ha deciso sulla domanda di equa riparazione puo’ essere proposta opposizione nel termine perentorio di trenta giorni dalla comunicazione del provvedimento ovvero dalla sua notificazione.
2. L’opposizione si propone con ricorso davanti all’ufficio giudiziario al quale appartiene il giudice che ha emesso il decreto.
Si applica l’articolo 125 del codice di procedura civile.
3. La corte d’appello provvede ai sensi degli articoli 737 e seguenti del codice di procedura civile. Del collegio non puo’ far parte il giudice che ha emanato il provvedimento impugnato.
4. L’opposizione non sospende l’esecuzione del provvedimento. Il collegio, tuttavia, quando ricorrono gravi motivi, puo’, con ordinanza non impugnabile, sospendere l’efficacia esecutiva del decreto opposto.
5. La corte pronuncia, entro quattro mesi dal deposito del ricorso, decreto impugnabile per cassazione. Il decreto e’ immediatamente esecutivo.
Art. 5-quater (Sanzioni processuali).
1. Con il decreto di cui all’articolo 3, comma 4, ovvero con il provvedimento che definisce il giudizio di opposizione, il giudice, quando la domanda per equa riparazione e’ dichiarata inammissibile ovvero manifestamente infondata, puo’ condannare il ricorrente al pagamento in favore della cassa delle ammende di una somma di denaro non inferiore ad euro 1.000 e non superiore ad euro 10.000.».
2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano ai ricorsi depositati a decorrere dal trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
2-bis. L’articolo 1, comma 1225, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si interpreta nel senso che il Ministero dell’economia e delle finanze procede comunque ai pagamenti degli indennizzi in caso di pronunce emesse nei suoi confronti e nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri.