Assemblea generale straordinaria
del 13 Marzo 2012
L’anno duemiladodici, il giorno 13 del mese di Marzo in Trani, presso la Biblioteca Storica del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trani, si è tenuta l’assemblea generale straordinaria degli iscritti per discutere sulle forme di astensione di cui al deliberato della assemblea del 24 febbraio u.s.:
O M I S S I S
In conclusione, i presenti all’unanimità
P R E M E S S O
-che con precedente delibera del 24/02/2012 l’assemblea generale degli Iscritti, condividendo tutte le motivazioni di cui ai deliberati dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura del 20/01/2012 e del 17/02/2012, approvava l’adesione alle manifestazioni di protesta deliberate dal predetto Organismo mediante:
1) partecipazione alla manifestazione unitaria nazionale degli Ordini professionali (Professional Day), già tenutasi il primo marzo 2012;
2) astensione dalle udienze civili, penali, amministrative e tributarie e dalle altre attività giudiziarie, per le giornate dal 15 marzo al 23 marzo 2012;
3) partecipazione alla manifestazione nazionale indetta per il giorno 15 marzo a Roma in Piazza Cavour;
4) adesione alle altre forme di protesta di cui ai citati deliberati O.U.A. con costituzione di comitati di protesta permanenti;
-che in particolare l’Organismo Unitario dell’Avvocatura ha suggerito la costituzione di vere e proprie task force di avvocati in ogni ufficio giudiziario per sostenere e illustrare le iniziative dell’Avvocatura, demandando altresì alle associazioni territoriali di organizzare assemblee finalizzate a sensibilizzare i Colleghi e a informare i Cittadini, di costituire comitati di protesta permanenti, di individuare opportune ed efficaci forme di protesta alternative e/o aggiuntive rispetto a quella dell’astensione dalle udienze;
C O N S I D E R A T O
-che ad oggi il Governo continua a mostrare sprezzante indifferenza nei confronti delle istanze che provengono dall’Avvocatura e dai cittadini, portando avanti iniziative legislative in materia di liberalizzazioni e riforma della Giustizia che contrastano fortemente con le aspettative dell’intera classe forense, eccedendo nella politica delle liberalizzazioni selvagge e avviandosi inevitabilmente alla rottamazione della macchina giudiziaria;
-che per quanto sopra appare indispensabile che l’Avvocatura unita serri le proprie fila e – pur continuando a chiedere senza soluzione di continuità l’apertura di un confronto tecnico-politico – moltiplichi le iniziative di protesta, pur nel rispetto della normativa di legge in materia di “autoregolamentazione”, onde manifestare le proprie ragioni ad ogni livello, perseguendo il primario obiettivo della difesa della funzione costituzionale dell’avvocato e, conseguentemente, del diritto del cittadino alla difesa, consacrato nell’art. 24 della Costituzione;
P R E S O A T T O
-del perdurante atteggiamento del Governo che ritiene di poter prescindere, nel processo, dalla partecipazione dell’Avvocatura italiana;
-che viceversa non esiste processo senza Avvocato;
-che l’Avvocatura non può continuare a colmare le endemiche lacune imputabili alla indifferenza dello Stato per il settore Giustizia, sottovalutandone l’importanza strategica ai fini dello sviluppo economico e sociale del Paese;
-che l’Avvocato deve tornare a fare l’Avvocato;
-delle proposte e dei suggerimenti pervenuti dalle assemblee organizzate dalle varie associazioni forensi territoriali.
Tutto ciò premesso e ritenuto, i presenti all’unanimità
D E L I B E R A N O
1) di adottare quale forma di protesta il cosiddetto sciopero bianco, da attuarsi a tempo indeterminato mediante la richiesta della rigorosa osservanza della legge e dei termini di procedura, ove non già applicati dagli uffici giudiziari; il criterio da attuare sarà quello che ogni avvocato dovrà provvedere a curare esclusivamente le attività di propria competenza, cessando ogni forma di collaborazione e/o di sostituzione nell’operato di competenza dei Magistrati, dei Cancellieri e degli Ufficiali Giudiziari.
2) In attuazione del suddetto deliberato i Colleghi dovranno attuare la protesta con le seguenti modalità:
– non curare personalmente la verbalizzazione nelle cause civili ma richiedere al Giudice autorizzazione a dettare le proprie deduzioni in udienza (art. 84 co. 3 disp. att. c.p.c.), chiedendo che la verbalizzazione sia effettuata dal Cancelliere a ciò appositamente designato (art. 57 c.p.c.), o personalmente dal Giudice;
– non curare la stesura di atti o provvedimenti di competenza e/o a sottoscrizione del Magistrato o del Cancelliere, in particolare evitando di redigerne e/o di predisporne il testo;
– chiedere il puntuale e rigoroso rispetto delle norme di procedura che disciplinano la trattazione delle udienze, pretendendo in particolare che l’udienza di fronte al Giudice Istruttore si svolga in forma non pubblica (art. 84 disp. att. c.p.c.) e con le modalità previste, e quindi con chiamata singola e solo alla presenza delle parti e dei loro difensori;
– chiedere (anche tramite il competente Consiglio dell’Ordine) in ossequio all’art. 83 disp. att. c.p.c., che i Giudici fissino preventivamente all’inizio dell’udienza l’ordine di trattazione delle cause, dando la precedenza a quelle per le quali sono stati abbreviati i termini e negli altri casi di legge;
– non fornire strumenti, materiale cartaceo o di cancelleria di sorta agli Uffici Giudiziari, neppure se richiesto, né al momento dell’iscrizione a ruolo della causa né durante lo svolgimento della stessa;
– non sostituirsi ai commessi e/o al personale di cancelleria per lo svolgimento di alcuna attività e in particolare non curare personalmente né tramite propri incaricati il prelievo dei fascicoli dalle Cancellerie e l’effettuazione delle fotocopie, pretendendo invece che queste gli vengano rilasciate dalla Cancelleria nei termini previsti, e comunque in tempi idonei a non costituire ostacolo allo svolgimento del mandato difensivo, dietro pagamento dei relativi diritti (art. 58 c.p.c.), segnalando eventuali inadempimenti occorsi al Consiglio dell’Ordine e, ove occorra, alla Procura;
– non prendere visione di provvedimenti adottati dal Giudice, pretendendo che gli stessi gli vengano comunicati come per legge a mezzo Ufficiale Giudiziario o forma equivalente;
– pretendere dagli Ufficiali Giudiziari il rilascio di idonea ricevuta all’atto della richiesta e del pagamento di notifiche, pignoramenti, ecc.
3) di provvedere a sensibilizzare i Magistrati, le Dirigenze, il Personale di cancelleria e gli Ufficiali Giudiziari sulle ragioni della protesta, comunicando le modalità di attuazione della stessa così, invitandoli a collaborare e chiarendo che la protesta non è stata deliberata contro gli altri operatori della giustizia, ma a tutela della funzione costituzionale dell’Avvocatura, dell’attuazione del giusto processo e del miglioramento della Giustizia considerata in ogni sua articolazione.
4) di invitare i Presidenti della Associazioni territoriali, ovvero i loro delegati, a leggere prima della celebrazione di ogni udienza il presente deliberato, così da pubblicizzare anche ai cittadini presenti negli Uffici Giudiziari le ragioni della protesta.
5) di evidenziare l’unità dell’avvocatura tranese, in ogni sua componente, ringraziando in modo particolare la locale Camera Penale per avere condiviso all’unanimità le ragioni della protesta dell’Avvocatura italiana.
Manda al segretario dell’assemblea per la pubblicizzazione del deliberato alle Dirigenze del Circondario, al C.N.F., all’O.U.A., alla Cassa Forense, agli Ordini forensi pugliesi, ai Sindaci, al Presidente della Regione Puglia, ai Presidenti delle Province di Bari e BAT, ed a tutti gli Ordini professionali delle province interessate.
Trani, 13 marzo 2012
Il segretario dell’assemblea | il presidente dell’assemblea | |
Il delegato O.U.A |