COMUNICATO STAMPA
Una giustizia ad ostacoli:
dalla mediazione agli aumenti del contributo unificato
sempre più difficile per i cittadini arrivare a sentenza.
Costi in aumento del 1000%
Il Cnf denuncia: tutti i più recenti interventi normativi annullano il diritto dei cittadini alla giustizia. E chiede al parlamento di ripensarci Tutta l’avvocatura riunita il 12 a Roma per fare il punto su proposte concrete per evitare lo smantellamento del servizio giustizia e renderlo più efficace
Roma 9/11/2011. Altro che rilancio dell’efficienza della giustizia. Con le leggi degli ultimi due anni i cittadini non avranno più giustizia. Arrivare a una sentenza, infatti, ormai è una corsa ad ostacoli, per di più costosissima. E con una avvocatura sradicata dai suoi principi cardine (autonomia, indipendenza e qualità), il diritto di azione e difesa dei cittadini saranno pallidi ricordi.
Tutto a vantaggio di chi, viene da chiedersi.
La denuncia arriva dal Consiglio nazionale forense che riunisce a Roma il 12 novembre prossimo tutte le rappresentanze dell’avvocatura, con all’ordine del giorno i temi più caldi: la modernizzazione della professione, gli effetti perversi della liberalizzazione selvaggia, le proposte dell’avvocatura per accelerare i tempi della giustizia, i costi della revisione delle circoscrizioni giudiziarie.
Mettendo in fila tutti i più recenti interventi in materia di giustizia, dalla legge 69/2009 in poi fino ad arrivare alle norme contenute nel maxi-emendamento del governo al ddl stabilità, all’esame del Senato, il quadro che ne esce è proprio quello di una giustizia che diventa campo minato, pieno di condizioni e condizionali e ormai costosissimo. La sentenza? Un miraggio.
E dal Cnf arriva una pressante richiesta al parlamento perché ripensi le ultime norme del maxi-emendamento: “gli ultimissimi sviluppi della politica investono della piena responsabilità tutto il parlamento, non più solo il governo ancora in carica. E allora che il parlamento ripensi a quelle norme contrarie ad ogni principio di civiltà giuridica e non solo, si dimostri autonomo da quei poteri forti che vogliono piegare alla ricerca del profitto la tutela dei diritti inviolabili dei cittadini e devono per questo privare di dignità e decoro le libere professioni, prima di tutte quella di avvocato”.
Il Cnf ha predisposto un confronto per valutare i costi (secondo le norme più recenti, comprese quelle del maxi-emendamento) di una causa di valore medio prima e dopo il 2009. Ecco i risultati:
Causa per risarcimento danni nei confronti di compagnia di assicurazione
Valore 50.000 euro
Attività | Importo ante 2009 | Possibile importo attuale | Tempi |
MEDIAZIONE OBBLIGATORIA | Fino a 120 giorni | ||
Tariffe mediazione | € 1.056,40 | ||
Multa per mancata partecipazione senza giustificato motivo | € 450,00 (importo contributo unificato dovuto per il giudizio) | ||
PROCEDIMENTO DI PRIMO GRADO | 845 giorni | ||
Contributo unificato | € 374,00 | € 450,00 | |
Richiesta motivazione lunga ( pagamento del contributo unificato secondo nuovi importi) | € 675,00 | ||
APPELLO | 981 giorni | ||
Contributo unificato | € 374,00 | già versato alla richiesta di motivazione lunga | |
Rigetto istanza di inibitoria sospensione sentenza di primo grado | (fino a) € 10.000,00 | ||
Richiesta motivazione lunga (pagamento del contributo unificato secondo i nuovi importi) | € 900,00 | ||
CASSAZIONE | 1050 giorni | ||
Contributo unificato | € 374,00 | già versato alla richiesta di motivazione lunga | |
Totale: | Totale € 13.531,40 | Totale: 2996 giorni (8 anni) * | |
* Dati tratti dalla Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2010 della Corte Suprema di Cassazione |
Questi i costi che lo Stato impone ai cittadini come tasse di accesso alla giustizia, in cambio offre tempi lunghi, mancanza di riforme organiche, mancanza di investimenti.
Il Cnf si chiede a chi giovi tutto questo: non certo al cittadino; non certo all’avvocato, che deve farsi carico delle giuste lamentale dei propri assistiti; non certo all’economia, che ha bisogno di procedure dai tempi brevi e dagli indirizzi decisionali prevedibili.
E ribatte: qualcuno vuol far credere che tutto si risolva eliminando le tariffe, ma i costi degli avvocati italiani sono i più bassi d’Europa e i più bassi del mondo industrializzato, qualcuno vuol far credere che i tempi lunghi della giustizia dipendono dal numero degli avvocati, ma quello stesso qualcuno vuole “coerentemente” abolire gli esami di abilitazione per così decuplicare il numero degli avvocati.
In realtà, sostiene il Consiglio, tutto questo giova in realtà solo ai poteri forti e alla loro sete di profitto ad ogni costo.”Basta menzogne dunque, e il Parlamento recuperi rispetto per i cittadini e tra questi i liberi professionisti e lo faccia ora”, chiede il Cnf.
Claudia Morelli Responsabile Comunicazione e rapporti con i Media
E mail: claudiamorelli@consiglionazionaleforense.it