Gent.mo Presidente Ubertini
con riferimento alla Sua del…..


Ad essere sincero non mi aspettavo che mi rispondesse addirittura il Presidente della Cassa avv. Marco Ubertini, (a questo proposito ringrazio la “R” per il suggerimento) con una “lettera aperta ai giovani avvocati” il cui contenuto mi avrebbe dovuto liberare da domande e perplessità…..senza risposte. Però, (e c’è sempre un però) qualcosa da aggiungere o da precisare c’è.
Per chi non ha letto la “lettera aperta”, all’interno di questo pezzo, c’è qualcosa.
Innanzitutto come mai il Presidente della Cassa in persona ritiene di doverci spiegare come (poi vediamo come) e perché si è arrivati alla determinazione di aumentare le nostre tasse? Forse perché (penso io) qualche Collega ha ritenuto di sollevare il problema, oppure i Presidente stesso ha pensato di dover spiegare, di dover dire qualcosa prima che nascesse una bagarre (come quella per la media-conciliazione) e mettere al riparo la Cassa da iniziative che mettessero in cattiva luce anche i nostri rappresentanti. “La Cassa, in realtà, è totalmente autogestita dagli Avvocati e i suoi delegati vengono eletti, ogni quattro anni, con elezioni democratiche che coinvolgono tutti i Fori Italiani. Ognuno ha la possibilità di essere rappresentato e di portare avanti le sue idee, confrontandole con quelle degli altri e approfondendo personalmente la difficile e complessa materia previdenziale.”
Ma poi perché una lettera “…ai giovani avvocati”? la risposta a questa domanda è nel titolo. Questa iniziativa della Cassa colpisce inesorabilmente ed esclusivamente i giovani avvocati e, a questa conclusione, (bontà sua) è giunto anche lo stesso Presidente. “Considerato che l’aumento del contributo minimo grava soprattutto sulle fasce di reddito più basse e in particolare sugli iscritti più giovani, si è ritenuto, infatti, di aumentare, da 3 a 5, il numero di anni di iscrizione alla Cassa, per i quali i giovani iscritti sono tenuti al pagamento del contributo minimo soggettivo, di base e modulare, ridotto alla metà.”
Ed ora veniamo alla “giustificazione”. “ Va precisato, infine, che il mancato pagamento dei contributi minimi comporta l’applicazione di sanzioni e interessi in misura proporzionale ai giorni di ritardo, a decorrere dalla scadenza dell’ultima rata (cfr. art. 9 del nuovo regolamento per la disciplina delle sanzioni).  All’iscrizione alla Cassa, per chi intraprende seriamente la professione forense, non esistono, in realtà, valide alternative e precostituirsi tempestivamente una posizione previdenziale aiuta ad uscire da una sorta di precariato professionale aumentando il senso di appartenenza all’Avvocatura. Il momento della contribuzione, poi, non va vissuto da parte dei giovani come una inutile tassa da versare ad una entità astratta e lontana.. La Cassa ha la pretesa e, in qualche modo, l’orgoglio di sentirsi vicina alle esigenze e alle problematiche dei suoi iscritti contribuenti, anche con progetti di Welfare avanzato e di sostegno del reddito, soprattutto per i giovani e per le donne, e sta lavorando per questo. Un invito alla riflessione, viceversa, andrebbe fatto su questo: una Cassa autonoma, solida finanziariamente e coesa con i suoi iscritti, rappresenta un patrimonio di tutta l’Avvocatura e una forza istituzionale ed economica su cui fare affidamento, non un nemico da combattere. Un confronto su temi specifici è sempre possibile ed auspicabile ma non è pensabile di scaricare su Cassa Forense tutti i problemi e le contraddizioni che l’Avvocatura sta vivendo anche a causa di congiunture economiche, sociali e politiche negative. I veri nemici dell’Avvocatura, da combattere tutti insieme, vanno identificati altrove.” .
Nell’altra metà della “lettera aperta” c’è in effetti un illustrazione di cosa ha dovuto fare, la Cassa, “per garantire alle giovani generazioni di poter fruire di trattamenti pensionistici certi ed adeguati rispetto alle esigenze di vita” . Sappiate che forse dovreste aver bisogno di un commercialista (possibilmente amico in modo da avere gratuità dell’operato) e dopo aver compreso,…..di una camomilla!
Ultima annotazione. Ho saputo da Colleghi che durante l’incontro avvenuto in Trani in materia di previdenza, presente (vedi caso) lo stesso Collega Ubertini, ebbene mi è stato riferito che vi è stata più di una critica anche ostile da parte dei presenti. “Ma Il diritto di critica è legittimo, se portato avanti in modo costruttivo ed informato, ma chi incoraggia irresponsabilmente comportamenti di disobbedienza civile facendo leva sulla scarsa conoscenza della materia previdenziale si assume gravi responsabilità anche rispetto alle conseguenze negative di eventuali comportamenti deontologicamente scorretti posti in opera a livello individuale Lamentarsi dell’aumento dei contributi minimi senza operare un corretto confronto con l’alternativa prevista dalla legislazione vigente, rispetto alla professione intrapresa, non sembra un approccio corretto al problema e non aiuta lo sviluppo di un’adeguata coscienza previdenziale”.
Orbene, fermo restando che, a mio parere, si tratta di un deja vu, un già visto  in televisione in una trasmissione politica  da esponenti della maggioranza di Governo, in definitiva si dice: premesso che se non pagate scatta la sanzione, sappiate (cari Colleghi aggiungo io) che il periodo è tale che non c’è altro modo, e pur essendo la Cassa aperta a soluzioni alternative, per ora è così. Insomma la colpa non è la nostra e se ci criticate siete scorretti ed ignoranti. (a Voi le determinazioni, io le evito per non mettere “carne a cuocere” o benzina sul fuoco ecc..).
Ora dormo tranquillo.
RingraziandoLa per la risposta. Cordialmente.



avv. Bartolomeo Morgese