Ai Presidenti dei Consigli degli Ordini Forensi
Alle Associazioni Forensi
Loro sedi
Carissimi Presidenti degli Ordini e Rappresentanti delle Associazioni,
devo registrare che nei “tre giorni” trascorsi a Roma, con incontri separati e congiunti, si sono fatti progressi per la composizione della “lite interna” e la predisposizione di un’azione unitaria di CNF ed OUA.
Mi sento ottimista nel rappresentarVi che fa bene a tutti l’istanza del 90 per cento degli Ordini e delle Associazioni che sostiene che la voce comune ed unitaria va affidata esclusivamente alle due massime istituzioni.
Intanto vorrei sottoporVi alcune brevi riflessioni:
1) Negli incontri con i politici la contemporanea presenza dell’OUA, insieme al CNF, è fondamentale per garantire qualsiasi iniziativa unitaria dell’Avvocatura.
2) 150 Ordini, quasi tutte le Associazioni, 200 mila avvocati sono determinati nel sostenere che la richiesta prioritaria dell’avvocatura deve appuntarsi sull’abrogazione integrale (e non parziale) della obbligatorietà della mediaconciliazione.
3) Qualsiasi iniziativa legislativa va concordata e non deve pregiudicare (il che sarebbe gravissimo) le questioni sollevate dall’OUA, dagli Ordini e dalle Associazioni ricorrenti e rimesse davanti alla Corte Costituzionale (v. gli effetti perversi di una possibile sanatoria del vizio di eccesso o difetto di delega legislativa).
Vi trasmetto delibera che l’OUA ha assunto, presenti gli Ordini e le Associazioni, il 20 maggio a Roma.
Vi trasmetto, altresì, le delibere delle Unioni degli Ordini della Campania, del Lazio, dell’Emilia Romagna, della Sicilia, alle quali hanno aderito negli interventi gli Ordini della Puglia, della Toscana e della Sardegna.
Ho registrato nelle “tre giornate romane” interventi analoghi (nel riconoscimento della rappresentanza) da parte degli Ordini del Piemonte, nonché di numerosi Ordini della Lombardia, della Calabria, della Basilicata, della Liguria, dell’Abruzzo, del Molise e delle Marche.
Non credo che da questa linea ci si possa discostare nel dialogo con il Ministero.
Vi confermo che l’OUA insieme ad Ordini ed Associazioni è impegnata nel prospettare in tutte le sedi la incostituzionalità del d.lgs. n. 28/2010 e il contrasto con l’art. 47 della Carta dei diritti fondamentali.
Il Ministro Alfano – se vuole realmente concordare con l’avvocatura, nelle sue rappresentanze istituzionali e politiche, il testo di modifica del predetto decreto legislativo – farà bene a sospenderne subito – con decreto legge del Governo – la operatività per tutte le materie indicate nell’art. 5.
Molti cordiali saluti.
avv. Maurizio de Tilla
L’Assemblea dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, nella seduta del 20 maggio 2011, sentiti gli Ordini e le Associazioni
RILEVATO
– che l’Assemblea dei delegati del Congresso Nazionale Forense di Genova ha chiaramente espresso il motivato dissenso in merito al decreto legislativo sulla media conciliazione (n. 28/2010), non solo a tutela di interessi di categoria, ma perchè pregiudica e rende più gravoso il ricorso dei cittadini alla tutela giudiziaria dei loro diritti e per tale motivo le ragioni della protesta sono state condivise anche da altri operatori della Giustizia.
Tale unanime posizione è stata rappresentata al ministro e ai suoi collaboratori in tutte le sedi e in tutte le forme anche tramite trattative che focalizzavano la protesta su alcuni punti essenziali;
– che, nonostante l’atteggiamento fattivamente collaborativo dell’Avvocatura, le assicurazioni fornite dal ministro fino ad oggi sono state disattese nei fatti e tradite anche le fondate aspettative sulla auspicata proroga;
– che a seguito dell’iniziativa giudiziaria assunta dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura e da alcuni Consigli dell’Ordine ed Associazioni forensi, il TAR Lazio, con la nota ordinanza emessa il 12/4/2011, ha confermato la fondatezza delle censure avanzate dall’Avvocatura proprio sotto il profilo della lesione dei diritti costituzionalmente protetti, disponendo la trasmissione degli atti dinanzi alla Corte Costituzionale.
In particolare la obbligatorietà della mediaconciliazione è viziata per eccesso di potere e per violazione degli artt. 3,24,76,77 e 97 della Costituzione. La obbligatorietà contrasta, inoltre, con l’articolo 47 della Corte dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea;
– che anche a fronte di tale pronuncia il ministro ha ribadito l’intenzione di attuare il disposto di legge non tenendo in alcuna considerazione le manifestazioni di dissenso e la protesta alla quale ha aderito tutta l’Avvocatura;
CONSIDERATO
– che l’Avvocatura ha una propria rappresentanza istituzionale nel Consiglio Nazionale Forense e una rappresentanza politica nell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, nelle quali le Unioni Regionali, gli Ordini e le Associazioni presenti si riconoscono, che non possono essere delegate ad altri, in quanto qualunque iniziativa che tende a sostituire l’esercizio di tali funzioni istituzionali costituisce una lesione dell’unità e della dignità dell’Avvocatura, che ne risulta ulteriormente indebolita nel confronto con il potere politico, come é accaduto in sede congressuale;
– che tutte le iniziative assunte al di fuori delle sedi istituzionali, in assenza di tutte le componenti dell’Avvocatura, da parte di alcuni Ordini, non sono in linea con la pari dignità degli Ordini sancita dalla legge professionale e non possono ritenersi in alcun modo vincolanti per l’Avvocatura;
– che il risultato promesso di ottenere la presenza degli Avvocati nella fase della media-conciliazione, svincolato dalle altre modifiche fondamentali, non elimina le criticità del testo legislativo, e contribuisce a diffondere presso la pubblica opinione un’immagine negativa degli Avvocati, i quali si sarebbero opposti alla introduzione della media-conciliazione solo per interessi di categoria svilendo le iniziative di protesta che ancora l’Avvocatura sta portando avanti a meri interessi di categoria e non già a tutela dei diritti dei cittadini e per la salvaguardia dello stato di diritto;
DISCONOSCE
tale iniziativa assunta da soggetti diversi dalle rappresentanze istituzionali dell’Avvocatura;
INVITA
il C.N.F. e l’O.U.A. ad esprimersi con una sola voce per affermare in maniera univoca il dissenso dell’Avvocatura, in primis sulla obbligatorietà della mediaconciliazione, evitando di condividere iniziative assunte da altre istituzioni, concordando percorsi comuni e coerenti, i soli che possono effettivamente tutelare la ragioni e l’immagine dell’Avvocatura.
Il C.N.F. e l’O.U.A. dovranno sostenere le ragioni dell’avvocatura contrarie all’ obbligatorietà della mediaconciliazione, non accettando soluzioni compromissorie e chiedendo la sospensione della obbligatorietà;
INFORMA
il Ministro della Giustizia che negli incontri presso il Ministero l’Avvocatura è rappresentata dall’O.U.A. e dal C.N.F.
Roma 20 maggio 2011