Di seguito pubblichiamo la comunicazione inviata dal Presidente Avv. Francesco Logrieco al Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catania Avv. Maurizio Magnano di San Lio che, in data 10/05/2011, ha adottato la delibera che può scaricarsi in calce in protesta con i tentativi di alcuni Ordini Distrettuali di aprire un tavolo di concertazione separato e privilegiato con il Mnistro della Giustizia sulla Mediaconciliazione, delegittimando, di fatto, il CNF e l’OUA.


Caro Presidente,
il Consiglio dell’Ordine di Trani condivide assolutamente la delibera approvata dal Tuo Ordine in data 10/5/2011.


Nel mio intervento a Roma, il giorno 13 aprile 2011, sollecitai le nostre rappresentanze, Istituzionale e Politica, a riprendere il governo dell’Avvocatura.
Nella stessa circostanza, commentando le prese di distanza di un Ordine prestigioso (prima sulle specializzazioni, poi sulla mediazione)  e di una importante associazione  -che, purtroppo, non ha inteso che la “mediazione” non è una crociata degli avvocati civilisti, ma di tutta l’avvocatura a tutela della dignità costituzionale delle funzioni-  rammentai che ogni C.O.A. è ente esponenziale dell’intera avvocatura circondariale, e quindi si immedesima con gli interessi e le aspettative dell’avvocatura stessa, per cui noi Presidenti realizziamo le competenze istituzionali solo quando perseguiamo gli interessi della comunità che rappresentiamo.


Le numerosissime  associazioni che spesso perseguono solo finalità elettorali -perchè evidentemente non hanno buoni esempi locali a cui ispirarsi (in alcune realtà si parla per l’intero biennio di “campagna” elettorale e le iniziative dei gruppi che si fronteggiano sono forme di propaganda elettorale sottratte a qualsiasi controllo disciplinare <art. 57 CdF>) -, le consorterie ordinistiche e para ordinistiche, i comitati ristretti, la concentrazioni di cariche in capo a persone che pure hanno sostenuto un progetto di riforma forense  che disciplina le incompatibilità, ecc.,non sono un buon esempio di coerenza istituzionale e politica, e, soprattutto, confondono il concetto di etica, valore questo  che dovrebbe costituire il primo obiettivo di un’Avvocatura contraria all’aziendalizzazione della professione,  e disorientano i giovani Colleghi, che non comprendono l’autoreferenzialità di quella Avvocatura “impegnata”, che fino ad oggi ha prodotto solo delusioni e non è stata capace di fronteggiare la carestia che sta divorando giorno dopo giorno migliaia di studi professionali.


Giustamente la Tua delibera auspica una presa di posizione unitaria del C.N.F. e dell’O.U.A. e, a mio avviso, tutti noi dovremmo sollecitare con forza le nostre rappresentanze a condividere un percorso unitario nell’interesse superiore dell’Avvocatura.


Forse dovremmo fare di più: invitare le Unioni regionali a restare nell’ambito delle finalità istituzionali  che le rendono utili  quando perseguono l’unità di comportamento e di indirizzo, ed inutili o  dannose quando minano  l’autonomia e le competenze istituzionali dei singoli Consigli;  invitare le associazioni maggiormente rappresentative ad abbandonare atteggiamenti tavolta oltranzisti su temi di carattere generale che non possono essere trattati nell’interesse esclusivo del gruppo di appartenenza; e sollecitare il C.N.F. e l’O.U.A.  ad iniziare finalmente un dialogo leale e costruttivo che possa garantire all’Avvocatura rispetto,dignità, autonomia e libertà.


L’unità dell’Avvocatura è possibile, ma occorre abbandonare la strada buia e senza uscita che è stata imboccata.


Francesco Logrieco