di Domenico Monterisi
Cari colleghi, torno a scrivervi dopo la riunione dell’assemblea dell’OUA del 25 marzo 2011, che ha proclamato altre due giornate di astensione per i giorni 14 e 15 aprile 2011, con indizione di una manifestazione di protesta a Roma, al cinema Adriano, alle ore 10,00 del 14 aprile, e la previsione di iniziative a livello locale il giorno successivo.
All’esaltazione e soddisfazione per l’esito della prima settimana di astensione e della manifestazione del 16 marzo al Teatro Capranica, sono seguiti giorni di attesa e di riflessione. Attesa di una sia pur minima apertura da parte del Ministro e dei suoi uffici, per tentare una mediazione (mai termine fu più idoneo) o una via di uscita da questo duro faccia a faccia, che ci vede protagonisti; attesa, altresì, per la decisione del Tar Lazio sul ricorso proposto dall’OUA, che tarda ad arrivare; attesa, infine, di comprendere se, come e da chi dal 21/3/2011 la disciplina sulla mediaconciliazione viene utilizzata e messa concretamente in campo sull’intero territorio nazionale.
L’OUA è impegnato a verificare quali e quante sedi di quelle accreditate dal Ministero siano effettivamente attive.
Giorni anche di riflessione, circa l’opportunità di proseguire il pugno di ferro (ma appare evidente che se la controparte non accenna minimamente ad una tregua, è difficile, dopo sei giorni di astensione, dire “abbiamo scherzato” e cessare di colpo la protesta), riflessione circa altri strumenti, diversi dalla mera astensione (che penalizza soprattutto noi avvocati ed i nostri clienti), da mettere in campo per raggiungere l’obiettivo di una profonda rivisitazione del testo normativo.
In questa ottica, il Presidente dell’OUA, Avv. Maurizio De Tilla, è riuscito – aggiungerei finalmente – a farsi ospitare in diverse trasmissioni televisive (da “Agorà” di Rai3 ad “Uno mattina” su Rai 1, per finire a “Life” su LA7), dove ha potuto esporre le ragioni della contrarietà dell’Avvocatura a questa normativa così inutilmente farraginosa, costosa per il cittadino, priva di garanzie di imparzialità e di terzietà, ecc.
Nel mio piccolo, ho aderito all’invito di Telesveva che ha dedicato un’intera trasmissione della sua rubrica “Container Economia”, andata in onda il 31/3 e tuttora visionabile in streaming sul sito www.telesveva.it, in cui sono stato intervistato per una mezzora ed ho spiegato il funzionamento della normativa, i costi (troppo esosi) della procedura di mediazione, le storture della legge, le modifiche che l’avvocatura ha sempre proposto e sulle quali continua ad insistere.
Anche La Gazzetta del Mezzogiorno, nella sua edizione della BAT, ha gentilmente ospitato un mio articolo, in risposta alle lodi del nuovo strumento procedurale che l’amico Avv. Francesco Paolillo aveva tessuto il giorno prima. Non ho voluto contro-replicare a Francesco sul giornale, per non dare l’impressione che la nostra diventasse una querelle personale, ma l’esempio da me citato nell’articolo, a differenza da quanto da lui dichiarato nella replica dell’1/4/2011, non prevedeva scaglioni massimi e ipotesi di aumenti di rara ed eccezionale applicazione, ma prevedeva i costi minimi (già abbattuti di un terzo, come facoltativamente indicato dalla normativa) e gli aumenti dovuti (questi non facoltativi), in caso di esito positivo della mediazione e di formulazione della proposta da parte del mediatore. Sicchè, torno a ripetere che una mediazione che abbia ad oggetto una divisione di beni ereditari, di valore superiore a 500.000,00 euro, che veda protagonisti 4 eredi, avrà un costo minimo di €. 10.000,00 e massimo di circa €. 14.000,00, al netto dei costi di difesa e di eventuali consulenti tecnici (ipotizzare una divisione senza tali ausili, appare – a chi come noi conosce la difficoltà della materia – francamente assurdo).
La riflessione di cui ho parlato innanzi ha portato l’Assemblea a deliberare un’astensione di sole due giornate (il 14 ed il 15 aprile), con previsione di ulteriori giornate di protesta per il 26 maggio ed il 13 giugno, da confermare nelle prossime assemblee.
Nel corso della discussione che ha preceduto la deliberazione, si è posto l’accento sulla necessità di utilizzare queste giornate di astensione soprattutto quale strumento per informare i cittadini delle novità (nefaste) della legge.
Conformemente a tale obiettivo, il 29/3/2011, si è riunita la consulta delle associazioni territoriali del Tribunale di Trani, in cui si è innanzitutto deliberato di impegnare l’Organismo di Mediazione finalizzata alla Conciliazione costituito dal Consiglio dell’Ordine – che, nelle more, è divenuto operativo essendo stato emesso in data 21/3/2011 il relativo decreto ministeriale – ad uniformare il proprio regolamento ai principi: 1) dell’obbligatorietà della difesa tecnica in tutte le materie in cui la stessa sia obbligatoria in giudizio; 2) dell’impossibilità per il mediatore di formulare la proposta di conciliazione, in assenza di una richiesta congiunta delle parti; 3) della previsione che il procedimento possa ritenersi concluso nel caso di partecipazione di una sola o nessuna parte, senza che le parti stesse debbano corrispondere altre spese se non quelle iniziali di € 40,00 da versare al deposito della domanda di avvio della procedura.
Appare evidente che così strutturando l’operatività dell’Organismo sarà più facile, nel rispetto della normativa, evitare che i nostri clienti, che non ritenessero opportuno affrontare tempi e costi della mediazione, escludendo aprioristicamente la possibilità di una conciliazione, siano assoggettati alla stessa contro la loro volontà.
Conforme a tali obiettivi sarà la necessità di avvalerci in via esclusiva dell’Organismo suddetto, perchè quelli di natura privatistica potrebbero non garantirci analoghe soluzioni procedurali e costi costì limitati.
Tali principi sono confermati nel vademecum sulla media conciliazione che la Commissione Procedura Civile – ADR dell’OUA – ha recentemente redatto e che potrete trovare nella sezione di questo sito dedicata all’OUA.
La Consulta ha anche deliberato di organizzare nuovamente un autobus, in occasione della manifestazione di Roma del 14 aprile, per ripetere la bella (e, perchè no, esaltante) esperienza del 16/3 e, infine, di organizzare a livello locale (possibilmente in tutte le città del circondario, o quanto meno nelle sedi delle Sezioni Distaccate, oltre che ovviamente a Trani) dei presidii di avvocati, che spieghino ai cittadini le novità introdotte dalla legge, le sue distorsioni e le ragioni della protesta mirante a garantire il libero acceso alla giustizia.
Le associazioni stanno lavorando a questi progetti, per cui immagino che di qui a breve sarete informati dalle stesse, che faranno come al solito capo al sito internet dell’Ordine, sulle varie iniziative in cantiere.
Ho intitolato questo mio intervento, “non solo mediaconciliazione”, perchè il dibattito interno all’avvocatura non può e non deve fermarsi a questo tema, che peraltro, riguarda da vicino soltanto gli avvocati civilisti.
L’attività dell’OUA si dipana su tutte le branche del diritto e le varie commissioni sono all’opera, ciascuna nel suo ambito, per esaminare i numerosi progetti di legge in via di approvazione, cercando di fornire il contributo culturale, propositivo e giammai distruttivo, che l’avvocatura ha sempre dato ed intende continuare a dare al legislatore.
In particolare, è stato redatto dalla Commissione famiglia un documento, in cui si manifesta il dissenso dell’OUA sul DDL 957 in materia di affido condiviso. Per chi fosse interessato, sul sito dell’Ordine di Trani, nella sezione OUA, è pubblicato da alcuni giorni il comunicato stampa dell’OUA ed il documento redatto dalla Commissione famiglia (http://www.ordineavvocatitrani.it/pubblica/articolo.php?articolo=3644).
A questo proposito, torno a ripetere che il mio ruolo nell’assemblea dell’OUA è soprattutto quello di fungere da trait d’union fra la base dell’Avvocatura e l’istituzione che rappresenta politicamente le istanze della categoria. Ne consegue che sarò lietissimo di poter trasferire in seno all’assemblea tutte le sollecitazioni che su ogni aspetto della nostra professione, compresi quelli più strettamente sindacali, dovessero pervenirmi da voi.
A tal proposito, devo esprimere il mio rammarico per le iniziative che chiamerei spontanee, ma non per questo poco efficaci, del Movimento Giovani Avvocati, che vede nel nostro territorio un particolare attivismo, che si manifesta soprattutto attraverso internet e facebook.
Io comprendo le ragioni della protesta, soprattutto quella sui temi della previdenza, ma innanzitutto invito i suoi attivisti a utilizzare, oltre agli ottimi strumenti informatici, anche quelli più “ordinari” per manifestare il dissenso.
Mai come in questo periodo ci sono state numerose occasioni di incontro, istituzionali e non, fra noi Colleghi. Il Presidente dell’Ordine, in ognuna delle numerose assemblee, tenutasi in questo periodo e, comunque, sempre negli anni in cui ha prestato il suo prezioso servizio a favore dell’Avvocatura tranese, ha democraticamente concesso voce a qualunque istanza che sia stata portata a sua conoscenza in sede assembleare o altrove.
Dal mio canto, ho sempre mostrato interesse e con piacere ho dato ascolto alla protesta, per cui mi sarei atteso che un’eventuale istanza da proporre all’OUA per chiedere di far coincidere le giornate di astensione con quelle delle manifestazioni organizzate dal M.G.A. fossero veicolate tramite me e non attraverso migliaia di fax, come ci si attende dalla campagna di comunicazione in corso su facebook.
Passando un attimo al merito della questione, ritengo che, a base della protesta, ci sia una certa disinformazione ed una cattiva comparazione con le soluzioni alternative a quelle del funzionamento attuale della Cassa. A tal proposito, mi pare giusto utilizzare questo spazio per veicolare la bella “Lettera ai giovani avvocati”, che il Presidente della Cassa Forense, Avv. Marco Ubertini ha recentemente redatto e che trovate pubblicata nella sezione Cassa Forense di questo sito.
Il Presidente Ubertini, proprio in questi giorni (per l’esattezza lunedì 11/4/2011 alle ore 15,30), farà visita al nostro Ordine, per cui mi auguro che l’incontro possa essere utilizzato per confrontarsi civilmente e democraticamente, esponendo al massimo rappresentante della Cassa le ragioni della protesta e concrete proposte alternative rispetto alla disciplina vigente, soprattutto quelle più fondate che riguardano la gestione della Cassa e le possibilità di realizzare risparmi che potrebbero consentire una, sia pur lieve, diminuzione del carico contributivo.
Leggendo attentamente la lettera dell’Avv. Ubertini, ci si renderà conto dell’improcrastinabilità della riforma – pena la perdita del privilegio di continuare a fruire di una cassa privata – e del vantaggio che, pur nella attuale difficile congiuntura economica, la nostra categoria, compresi i suoi più giovani appartenenti, possa trarre dal vedere amministrati i suoi trattamenti previdenziali dalla Cassa Forense, piuttosto che dall’INPS, come avviene per altre categorie professionali.
Vi ringrazio per l’attenzione e Vi saluto cordialmente.
Avv. Domenico Monterisi.