L’anno che verrà: una domanda al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trani, Francesco Logrieco


Anche quest’anno volge al termine ed argomenti ed eventi su cui scrivere ve ne sono stati: eccome. Vi è stato, ad esempio, la consegna delle Toghe d’Oro con la consegna a ben 10 giovani avvocati. In quella manifestazione il Presidente Logrieco si è soffermato e non poco sull’argomento tradizione” al punto da affermare in modo anche perentorio “Non spezzare la tradizione”. Attenzione: non “passato” o peggio ancora con “antico”, stante la vivacità e la attuale voglia di misurarsi ancora nelle aule di giustizia di questi maturi Colleghi tutti animati dal proposito di difendere e di tutelare al meglio i propri assistiti, di rispettare le regole del contraddittorio, insomma di onorare la toga che simbolicamente o meno tutti gli avvocati portano indosso.
Vi è stato, ancora ad esempio un manifesto della Camera Penale secondo il quale, se si dovesse attuare alla lettera quanto scritto (sempre con riferimento all’uso della deontologia professionale in materia di difensore di ufficio), a mio modestissimo parere il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trani sarebbe subissato di carte contenenti esposti della più differente specie……con il ringraziamento dei Colleghi Consiglieri.
Si è parlato, ed è ancora oggetto di discussione, di edilizia giudiziaria che ha comportato una vera e propria sollevazione anche da parte delle Cancellerie con un documento davvero da ricordare. Solo per inciso se si fa una brevissima ricerca, di edilizia giudiziaria se ne parla da anni.
Come poi non dimenticarsi dei corsi di aggiornamento, oggetto di critiche positive e non ma argomento già surclassato dall’altrettanto criticata “mediazione”. Siamo al termine dei tre anni della prima tranche. Chissà cosa accadrà.
Sicuramente si sarà anche parlato dell’esame di abilitazione, argomento che mai passerà di moda (e come si fa). Sicuramente mi sarò dimenticato di qualche altra cosa ma sono di facile consultazione sul sito del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trani. Insomma anche per quest’anno…..abbiamo dato.
“L’anno che verrà” è un titolo che viene e verrà inevitabilmente sfruttato, ma a giusta ragione. Perché l’anno che verrà è un incognita che però coinvolge non solo la vita personale di ognuno, ma anche professionale. Si diceva, ad esempio, della “mediazione” una innovazione (?) già preannunciata per il 2011.
Ebbene sarebbe troppo comodo rivolgere, al Presidente Logrieco quelle famose 10 domande che da un po’ di tempo aleggiano nelle varie testate giornalistiche, ed appunto perché è comodo e opportuno…..una, ma precisa e completa, la faccio : “Presidente cosa ci aspetta nel 2011? Quali altre novità belle o brutte che siano…bollono in pentola”. (e vabbè sono due).


Ecco cosa ha risposto il Presidente Francesco Logrieco.


Caro Bartolo,
aspetterò la Tua domanda, alla quale cercherò di rispondere con la solita impopolare sincerità.
Per il momento Ti dico che il 2011 sarà un anno ancora più drammatico del 2010, soprattutto per noi liberi professionisti, perché abbiamo percepito in ritardo gli effetti della crisi economica ed ora la soffriamo più degli altri, perché non abbiamo i mezzi per combatterla, né gli strumenti per sopravvivere in un mercato che ci guarda  con sospetto, che ci vuole trasformare in imprenditori,  che  mortifica le esigenze della categoria, e che amplifica i disagi quotidiani negandoci la riforma forense ed offrendoci un servizio giustizia insufficiente.
Comunque, a partire da marzo, avremo a disposizione molti mesi per meditare sul nostro futuro, dal momento che la nostra attività giudiziale resterà paralizzata grazie alla famigerata “legge” sulla media conciliazione, che secondo le buone intenzioni del Direttore Generale,  dott.ssa Iannino, e dei numerosi magistrati che  governano il Ministero di Giustizia, dovrebbe risollevare  la Giustizia italiana.
Tu hai mai visto un direttore generale del ministero, o il Presidente del Tribunale, o il Procuratore della Repubblica, o un ispettore del Ministero assistere ad una udienza civile, oppure stazionare prima e durante le udienze collegiali nell’angusto corridoio antistante l’aula di palazzo Candido, oppure assistere alle udienze tenute da qualche spavaldo Giudice ignaro dei doveri deontologici ed etici, oppure assistere al rimprovero rivolto da un Giudice all’avvocato che aveva  dimenticato di spegnere il telefonino e lo stesso giudice rispondere al telefono lasciato volontariamente acceso (ovviamente per motivi di servizio o strettamente familiari <-a volte mi è venuto il dubbio che noi avvocati non abbiamo alcuna responsabilità verso i clienti e la famiglia>), oppure passeggiare davanti alle aule dei G.U.P.  e sedersi accanto agli Avvocati per condividere “l’emozione” di studiare il fascicolo in piedi, tra la gente che parla e ride mentre si reca al bar, e nello stesso tempo vivere la paura della minaccia profferita da una controparte esagitata, oppure la mortificazione di non poter assicurare ad una cliente, casomai vittima di una violenza sessuale, la doverosa privacy, per evitarle la sensazione terribile di essere violentata una seconda volta dagli sguardi curiosi ed a volte incolpevoli della gente in attesa della chiamata del processo.
Se vuoi un’anticipazione sul  destino degli Uffici Giudiziari del nostro  circondario, Ti dico che il 2011 sarà un disastro se tutti, e sottolineo tutti (magistrati,  avvocati, personale di cancelleria, ufficiali giudiziari), dovessimo continuare a vivere curando il nostro orticello, senza accorgerci che le scorte di  sementi sono esaurite, e la carestia è dietro l’angolo.
I miei interventi sono stati sempre nella stessa direzione negli ultimi tre anni, fino al punto di sentirmi petulante, che per me è una iattura, perché che mi conosce sa che quando mi viene chiesta una cosa, un secondo dopo è stato già accontentato. La rassegnazione meridionale è una virtù che mi manca !
Però, caro Bartolo, vedrai che nei prossimi mesi i telegiornali, i politici, i giudici  che vivacchiano al ministero (molti dei quali sono fuori ruolo  da quando sono entrati in magistratura, e quindi non hanno mai amministrato la giustizia ma soltanto condiviso le esigenze dei politici, che notoriamente non hanno le stesse esigenze del popolo) proclameranno Beata la dott.ssa Iannino, perché il Paese si troverà a vivere un’altra grande illusione: la contrazione delle sopravvenienze processuali !
Pensi che i burocrati nelle loro relazioni, o i giornalisti nei loro editoriali, o i dirigenti nei loro rapporti, o i funzionari nelle loro statistiche  ricorderanno al Paese reale che la conciliazione obbligatoria non ha consentito di introdurre nuove cause ?
Nel frattempo, nessuno si accorgerà che le cancellerie hanno perso altro personale;  nessuno si ammalerà di ulcera per impegnarsi nella “programmazione” delle risorse umane; nessuno penserà che il pensionamento è un evento fisiologico, e quindi le sostituzioni vanno programmate molti anni prima; nessuno si accorgerà che la società civile ha bisogno di magistrati in udienza e non in televisione; nessuno si accorgerà che l’inquinamento ambientale sta decimando le nostre famiglie per colpa delle neoplasie polmonari e delle leucemie in progressivo aumento, perché le indagini sui delfini morti, sul pesce avvelenato che mangiamo ogni giorno, non fanno notizia come le escort, la casa di Montecarlo, le scalate societarie, ecc. ; nessuno si accorgerà che siamo entrati in un tunnel senza uscita  !
Per descrivere il futuro della Giustizia tranese -che si è omologata a  quella nazionale, sempre per colpa della antica illusione di vivere in un’isola felice- potremmo pubblicare la fotografia di Nicola Cascarano, impiegato modello come tanti altri che lavorano negli  uffici giudiziari, mentre ripara i fascicoli sotto la carta dei giornali per non farli bagnare dall’acqua che cade dal solaio, perché il Comune non provvede a riparare la guaina, così come un altro Comune, dopo aver corso ad una velocità stellare per trasferire il tribunale civile  in periferia, ora non ha le risorse o la volontà di effettuare i saggi sui solai di palazzo Gadaleta.
Sempre come manifesto del disastro giudiziario potremmo pubblicare la fotografia dell’ufficio di un qualunque Ufficiale Giudiziario: prova a chiedere la notifica di un documento informatico; oppure prova soltanto a cercare un computer in uso per meccanizzare la ricezione degli atti, per emettere le ricevute di pagamento, per scaricare gli atti, per prenotare i pignoramenti, ecc.
Ritieni che i burocrati del Ministero abbiano la consapevolezza che quell’Ufficio così importante nell’organizzazione della Giustizia è  fermo all’epoca dello Statuto albertino, e che, quindi, tutte le belle riforme pubblicizzate negli ultimi anni continueranno a fallire senza l’attuazione della innovazione tecnologica, l’aumento dei magistrati, l’assunzione di personale, consistenti investimenti, ed una riforma organica della giustizia.
Ti sembra normale che le riforme processuali, l’assunzione dei magistrati (-vedi l’ultimo aumento del contributo unificato-), il processo telematico, la informatizzazione, lo smaltimento degli arretrati (- in alcuni uffici i C.O.A. hanno assunto personale per smaltire l’arretrato-) si debbano fare con i soldi degli avvocati, i quali, però, vengono giornalmente mortificati dai tanti magistrati che non avendo ancora inteso che il decreto Bersani non si applica nelle liquidazione delle spese processuali, hanno il coraggio di liquidare 500 euro di onorario per una causa di appello, aggravando il sottoproletariato forense che mortifica la nostra categoria, ma affonda anche la magistratura, perché non avrà più come interlocutore l’Avvocato ma un mestierante come tanti  !
La mia presidenza volge al termine, ma il 2011 non sarà affatto un anno  sabbatico, perchè continuerò a vigilare, a sollecitare, a proporre soluzioni volte ad ottimizzare le risorse disponibili, sperando sempre di non ingenerare altri equivoci in coloro che, a fronte del mio attivismo, hanno attribuito al Presidente del C.O.A. la possibilità di assumere, trasferire, organizzare gli uffici, competenze queste riservate ad altri funzionari dello Stato.
Poi, dal mese di gennaio 2012, solo per una settimana, resterò a disposizione  di coloro che  avranno voglia di  lapidarmi per tutto ciò  che avevo il dovere istituzionale di realizzare.
Un abbraccio, e ricambio gli auguri per un Nuovo Anno diverso da quello che ho preconizzato, ma colmo di importanti successi per l’Avvocatura e per la Giustizia.


Francesco Logrieco



Sono grato al Presidente Logrieco, per aver accettato il mio modestissimo invito a rilasciare questa…..intervista (seppure con una sola domanda), e devo dire che per quanto riguarda i contenuti alcuni, purtroppo, ci erano stati già anticipati dalla mente dei di qualche politico il quale non ha mai lesinato proposte anche a tutela dell’avvocatura (così dice Lui), altri sono presentimenti, o evidenti segnali del…passato. La resistenza dell’avvocatura è in ogni caso garantita.


Auguri a tutti.


Avv. Bartolomeo Morgese