XIX ASSISE DEL MEDITERRANEO


ORDINE DEGLI AVVOCATI DI TANGER
Cour d’appel de Tanger – Place des Nations
TANGER – MAROC
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TANGER, 2/3/4 DICEMBRE 2010


L’AVVOCATURA
NELL’ UNIONE PER IL MEDITERRANEO


TESTO DEL DISCORSO PRONUNCIATO DALL’AVV. DOMENICO INSANGUINE ALL’ATTO DELLA SUA INVESTITURA A PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE DEL MEDITERRANEO DELLA F.B.E.

Grazie Presidente Puchol,
Ringrazio tutti Voi per l’onore e l’onere che avete voluto attribuirmi.
In questo momento il mio pensiero va in particolare all’Ordine professionale al quale appartengo: l’Ordine di Trani, qui rappresentato dal suo bravissimo Presidente Francesco Logrieco e dall’altro membro del Consiglio, Riccardo Dell’Olio; è stato l’Ordine di Trani che durante gli anni della mia presidenza e anche successivamente mi ha dato la possibilità di frequentare la FBE e di esserne parte attiva.
Non posso esimermi dal ringraziare anche chi ha collaborato e collabora con me nella difficile gestione dell’O.G.I.M. e in particolare il Vice Presidente Vicario Luis Miguel Romero Villafranca, Tommaso Divincenzo e Pietro Coviello, rispettivamente tesoriere e direttore scientifico dell’Osservatorio.


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Ma permettetemi di rivolgere lo sguardo verso sinistra, verso il mio predecessore Francisco Puchol Quixal.
Prima di parlare del futuro della Commissione verrei fare una valutazione sulla tua Presidenza – caro Francisco – che è stata la sintesi di tutto quello che un’associazione può e deve chiedere al suo Presidente: spirito di servizio, intelligenza, impegno assoluto a far crescere l’organismo che si presiede, lealtà e trasparenza in tutti i comportamenti.
E’ difficile – caro Francisco – che tutto questo si realizzi compiutamente.
Ma con te e con la tua presidenza tutte queste qualità e virtù si sono viste e apprezzate.
Per la verità, la Commissione del Mediterraneo è un’istituzione fortunata, perché anche i precedenti Presidenti hanno fatto benissimo e tutti hanno lasciato traccia di sé: ne è testimonianza la portata e la rilevanza delle 19 assise che si sono celebrate su temi – come quelli che abbiano affrontato qui a Tangeri – di grande importanza.
La mia Presidenza, caro Francisco, grazie a quella che sarà la tua insostituibile collaborazione come Presidente uscente e a quella che di certo non mancherà del Vice Presidente Jerome Gaudavan e del Segretario Malek Ouardighi, nonché di tutti gli altri membri della Commissione, proseguirà sulla strada sin qui tracciata.
I rappresentanti delle diverse Avvocature dei Paesi del Mediterraneo possono e devono fare uno sforzo per addivenire a un’unità di intenti e di volontà.
Bisogna convincersi e convincere che il ruolo dei giuristi e in particolare degli avvocati in questa società è fondamentale: l’avvocato nella sua individualità svolge la sua funzione professionale a beneficio dei singoli clienti con la difesa delle loro istanze e la tutela dei loro diritti.
Questo fa l’avvocato, nella sua individualità.
L’Avvocatura, gli avvocati nel loro complesso non possono limitarsi a proporre iniziative per il miglioramento dell’esercizio professionale; se fosse solo questo lo scopo associativo, anche l’Avvocatura del Mediterraneo avrebbe un valore solo corporativo; gli avvocati devono lottare per l’affermazione e il rispetto dei diritti fondamentali della persona e di valori universali, quali la libertà, la giustizia e la solidarietà sociale.
In quei Paesi dove questi principi sono ancora oggi conculcati, i primi a soffrirne sono proprio gli avvocati ai quali molto spesso è impedito sinanco di svolgere la funzione di difesa e di tutela, a meno di non voler ritenere espletata siffatta funzione in processi “farsa”, di mera apparenza.


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L’Avvocatura – peraltro – non può non considerare che la mancanza di sviluppo di gran parte dei Paesi della riva Sud del Mediterraneo potrebbe nei prossimi anni trasformare quest’area, ancor più che oggi, in una polveriera.
Da ciò che accadrà nel Mediterraneo dipenderà il futuro del mondo: la pace o la guerra, l’incontro o lo scontro tra le civiltà.
Fernand Braudel parla del Mediterraneo che “rappresenta mille cose insieme”.
Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi, non un mare ma una successione di mari, non una civiltà ma una serie di civiltà che si soprappongono”.
La storia del Mediterraneo è fatta di stratificazioni, ma nel contempo di sintesi e di convivenza: le civiltà quando si integrano sono un accumulo di beni, eredità di intelligenze, fonte di scoperte culturali ed economiche.
Insieme e uniti nella diversità si può contribuire allo sviluppo del Mediterraneo.
Questo messaggio è importante anche per l’Avvocatura: è necessario tentare l’unificazione degli intenti e delle attività degli organismi associativi dell’Avvocatura, pur nel rispetto della loro autonomia.
E’ stata questa la ragione dell’Assise di Tangeri, bisogna proseguire su questa strada.
Sin da ora io e il Presidente dell’Ordine di Trani, Francesco Logrieco, invitiamo tutti gli organismi associativi che operano anche nel e per il Mediterraneo a convenire a Trani nella prossima primavera (la data la comunicheremo in breve tempo), al fine di proseguire sulla strada di un progetto federativo tra i vari organismi associativi oggi qui presenti.
Grazie ancora all’Ordine forense di Tangeri, al suo Presidente e ai suoi collaboratori, grazie a tutta l’Avvocatura marocchina, che anche in queste giornate si è contraddistinta per il suo stile, la sua cortesia e la sua cultura giuridica.


Domenico Insanguine







RAGIONI FONDATIVE E GLI OBIETTIVI DELLA COMMISSIONE


La Commissione del Mediterraneo fu istituita il 12 ottobre 1990, in occasione dei lavori della prima ASSISE DEL MEDITERRANEO, celebratasi ad Aix-en-Provence sul tema particolarmente suggestivo: “La ricerca di un diritto comune nell’Europa del Sud”.
La necessità di un organismo, che garantisse i contatti tra i giuristi del Mediterraneo, fu sostenuta da Raoul Legier e da Eugenio Gay all’epoca Presidenti rispettivamente degli Ordini Forensi di Marsiglia e di Barcellona.
Nel 1992 la Federation des Barreaux de Europe – F.B.E. in acronimo, che rappresenta gli Ordini degli Avvocati e dei Consigli Nazionali degli Stati membri del Consiglio di Europa, ebbe a far propri gli obiettivi della Commissione del Mediterraneo.
Esiste – quindi – una sorta di affiliazione tra la F.B.E. e la Commissione del Mediterraneo, ma quest’ultima è dotata di statuto autonomo.
Agli Ordini forensi di Marsiglia e Barcellona ben presto si aggiunsero altri prestigiosi Ordini europei: Valencia, Napoli, Milano, Montpellier, Trani, Alicante, Porto, Ginevra, Ceuta, Messina, Foggia, Lucera, Ragusa, Aix-en Provence, Perpignan, Malaga, Nimes, Parigi, Madrid e Roma, per citarne solo alcuni.
E’ importante sottolineare – inoltre – la rilevanza del ruolo svolto nell’ambito della Commissione del Mediterraneo anche dagli Ordini forensi, non appartenenti alla F.B.E., di Algeri, Casablanca, Tangeri, Istanbul, Beirut, Meknes, Tunisi, Marrakech, e da quelli nazionali di Libia e Egitto, che partecipano abitualmente ai lavori della Commissione e alle sue Assise, riunioni periodiche della durata di due o tre giorni che si tengono alternativamente sulle sponde del Mediterraneo su temi di rilevanza giuridico – sociale e che si prefiggono di individuare percorsi comuni tra le culture e le consuetudini giuridiche dei diversi Paesi, con l’obiettivo di creare una vera e propria Comunità del Mediterraneo, che concepisca il diritto come fattore centrale della società civile e riconosca la piena dignità della persona quale soggetto centrale dell’ordine giuridico, contribuendo così a creare spazi concreti di pace e di libertà.
In occasione di queste Assise sono stati istituiti, in seno alla Commissione, organismi giuridici che, in condizione di assoluta autonomia, operano attivamente e proficuamente in favore dell’intera comunità mediterranea, quali l’OGIM – Osservatorio Giuridico Internazionale Migrazione, la cui sede principale si trova a Trani, il Foro Ispano – Arabo dei Giuristi e la Corte di Arbitrato Ispano – Marocchina, con sedi rispettivamente a Casablanca e a Madrid, e la Fondazione degli Studi Giuridici sul Turismo Mediterraneo, ubicata a Malaga.
La Commissione è consapevole che l’unità nella regione del Mediterraneo potrà realizzarsi soltanto in una condizione di pace e di prosperità dell’area e si propone, quindi, a livello professionale, di svolgere un ruolo importante per favorire la coesistenza e la cooperazione tra gli Ordini, per contribuire concretamente all’opera di pacificazione tra le genti e allo sviluppo del territorio.