Caro Francesco,
sento la necessità di ringraziare Te e gli altri Colleghi dell’Ordine di Trani per la bellissima esperienza appena vissuta nel corso del burrascoso, ma non per questo meno interessante, Congresso Nazionale Forense di Genova e per gli auguri formulati sul sito dell’Ordine per la mia fresca nomina quale componente dell’assemblea dell’OUA.

Si è trattato per me, alla prima partecipazione congressuale, di un’occasione formativa importantissima, che mi ha consentito di conoscere numerosi avvocati provenienti da ogni parte di Italia, condividendone le apprensioni per il difficile futuro della nostra meravigliosa professione, oltre che di intensificare rapporti di amicizia con gli altri Colleghi del nostro Foro, che hanno partecipato ai lavori.


A questo proposito, voglio congratularmi con Te e con tutti gli altri componenti del Consiglio, perché la trasferta genovese mi ha fatto apprezzare ulteriormente, se ce ne fosse stato bisogno, il lavoro svolto dal Consiglio negli ultimi anni ed il generalizzato apprezzamento di cui l’Avvocatura tranese gode in ambito nazionale, non solo per la bellezza dei luoghi che ospitano la nostra attività forense, e che tanto strenuamente stiamo difendendo da assurde ipotesi di smantellamento, ma anche e soprattutto per la qualità dei nostri rappresentanti istituzionali. Moltissimi Colleghi, non appena informati della nostra provenienza, non potevano che ricordare con piacere il determinato contributo intellettuale da Te fornito nelle occasioni di incontro a livello distrettuale e nazionale nei lavori che hanno preceduto il varo della riforma della legge professionale.


Mi piace, inoltre, ringraziare tutti gli amici delegati del Distretto che mi hanno sostenuto nell’elezione quale componente dell’OUA per il prossimo biennio.


Mi auguro di poter meritare sul campo la fiducia accordatami e di poter contribuire con il mio apporto alla crescita in ambito nazionale della già elevatissima considerazione dell’avvocatura pugliese e di quella tranese in particolare, anche in vista dell’appuntamento congressuale del 2012 per la cui organizzazione è stata designata la città di Bari. Certo sarà difficile rimpiazzare una pietra miliare dell’avvocatura e dell’associazionismo forense, quale l’Avv. Antonio Giorgino, del quale, anche in occasione del Congresso, abbiamo tutti potuto apprezzare le note qualità di buon senso e di bon ton istituzionale. All’Avv. Giorgino va, quindi, il mio personale ringraziamento per il lavoro svolto brillantemente e la certezza di poter contare sui suoi preziosi consigli per la mia attività nell’ambito dell’OUA.


L’impegno che mi piacerebbe poter portare a compimento nello svolgimento di quest’incarico è quello di colmare il più possibile la distanza esistente fra i vertici e la base dell’avvocatura, oltre che di relazionarmi continuamente con l’Ordine ed il Foro per far sì che le istanze dell’avvocatura locale possano trovare adeguato strumento di trasmissione e, viceversa, che le iniziative assunte dall’OUA vengano tempestivamente portate a conoscenza fra i nostri Colleghi.


Prima di salutarTi, vorrei dedicare la parte finale di questa mia lettera ad alcune considerazioni sull’andamento dei lavori del Congresso, anche per rispondere alla legittima curiosità di tanti amici che, incontrandomi nei corridoi dei palazzi giudiziari, mi hanno chiesto delucidazioni in proposito, preoccupati dalle – invero poco edificanti – notizie di stampa pubblicate all’indomani dell’intervento del Guardasigilli Alfano.


Il Congresso Nazionale ha messo a nudo le forti divisioni che affliggono l’avvocatura, acuite sicuramente dal pauroso momento di crisi economica e, ancor più, di valori, che sta vivendo la società in cui operiamo.


E’ emerso altresì che alcune scelte eseguite dal Legislatore (in particolare in materia di media-conciliazione e di progetti di soluzione della crisi della giustizia civile) ovvero dal C.N.F. (regolamento delle specializzazioni), non essendo state per nulla concordate con l’avvocatura di base, abbiamo provocato un generalizzato mal contento sfociato nei poco edificanti episodi di intolleranza (vedi l’esibizione del famigerati cartellini rossi) verificatisi negli ultimi due giorni di lavoro.


La rilevanza anche mediatica di tali episodi ha offuscato la parte migliore e più alta del Congresso, che ha visto eminenti relatori discutere di diritti umani e del ruolo sociale dell’avvocatura. Altrettanto interessante è stata la relazione del Prof. Uckmar dedicata alle ripercussioni sulla nostra professione della crisi economica.


Ho molto apprezzato, infine, la presentazione dei rapporti dedicati alle donne ed ai giovani nell’avvocatura, che ha visto fra i relatori anche l’Avv. Luigi Pannarale del nostro Ordine, Professore di Sociologia del Diritto presso l’Università di Bari.


Tornando alle note dolenti, le giornate di Genova hanno segnalato il diffuso disagio dei partecipanti al Congresso derivante dalla contrapposizione tra i due organismi di governo dell’Avvocatura e dei due loro massimi rappresentanti. E questa apparenza di divisione – se non addirittura di scontro – ha consentito per un verso al ministro Alfano di impartire lezioni agli avvocati, rimproverandoci per il tempo impiegato per elaborare un progetto condiviso riforma, e per altro e più preoccupante verso ha stimolato la gazzarra da stadio che ha caratterizzato le ultime fasi del Congresso. E’ chiaro a tutti che la divisione (e persino la sua semplice apparenza) fra le varie componenti dell’Avvocatura è oltremodo deleteria e consente a chiunque di poter affermare che non si può prendere sul serio la nostra categoria.


Mi auguro che la travagliata approvazione della mozione finale che impegna il CNF a revocare il criticatissimo regolamento sulle specializzazioni, frettolosamente approvato prima della definitiva promulgazione della riformata legge professionale, possa rappresentare un nuovo punto di partenza per la discussione di temi così importanti e così sentiti dalla base.


In primo luogo, perché potrà evitare l’intervento giurisdizionale sollecitato da alcuni Colleghi del Foro di Roma, che hanno impugnato il regolamento innanzi il Tar Lazio, intervento giurisdizionale che potrebbe avere gravi e nefaste conseguenze, ove dovesse essere affermato in via giudiziaria il principio secondo cui il CNF sarebbe privo di potestà regolamentare. In secondo luogo, perché costituirà l’occasione per meglio definire (perché poi siano effettivamente rispettati) i confini di operatività dell’organo istituzionale rispetto a quello politico e viceversa. Infine, perché in futuro le istanze della base dovranno essere ascoltate e tenute nella dovuta considerazione, prima dell’approvazione di importanti atti normativi e non dopo la contestazione poco elegante alla quale tutti abbiamo assistito.


A quest’ultimo proposito, di fronte agli imbarazzanti atteggiamenti di intolleranza, tenuti da alcuni partecipanti al congresso, non posso che ripetere quanto più volte ha ripetuto l’amico Mario Malcangi, in quei giorni, citando il noto aforisma di Voltaire “non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee”.


Di questo insegnamento, soprattutto noi avvocati, dovremmo far tesoro, ma purtroppo ciò non sempre è avvenuto a Genova, dove la scortesia di pochi ha macchiato un congresso, che per molte altre, più nobili, ragioni dovrà essere ricordato.
Ti abbraccio.


Domenico.