ASSEMBLEA DI APPROVAZIONE BILANCIO 2009


RELAZIONE MORALE DEL PRESIDENTE


Care Colleghe e Cari Colleghi,
desidero innanzitutto salutare e ringraziare tutti i presenti, il Presidente emerito nonché Vice Presidente dell’O.U.A. avv. Antonio Giorgino, e con lui gli altri Presidenti emeriti; ringrazio il Presidente dell’O.G.I.M. e Vice Presidente della Commissione del Mediterraneo presso la F.B.E. avv. Domenico Insanguine; ringrazio il Delegato alla Cassa Forense avv. Riccardo Marchio; ringrazio i Presidenti ed i componenti delle diverse Associazioni territoriali per essere intervenuti numerosi e per il contributo fattivo che hanno offerto al Consiglio su questioni importanti dell’Avvocatura e della Giustizia in genere.
E’ trascorso in fretta un biennio dal conferimento del mandato, durante il quale Vi assicuro di avere dedicato il massimo impegno, per cui con la presente relazione tenterò di rappresentare il bilancio consuntivo della consigliatura, ringraziando ancora una volta i Colleghi Consiglieri Giuseppe Dello Russo, Francesco Tedeschi, Francesco Spinazzola, Damiano De Ceglia, Giulia Murolo, Pasquale Serrone, Carlo Barracchia, Riccardo Dell’Olio, Marianna Catino, Salvatore Monti, Arturo Ferlicchia, Francesco Mascoli, Angela Napoletano, Alessandro Moscatelli, per la infaticabile collaborazione e per il contributo saggio e prezioso nelle molteplici decisioni che il Consiglio ha dovuto assumere in quest’ultimo anno, sempre in un clima di confronto leale, aperto ed armonioso.
I Signori Consiglieri mi scuseranno se anche in questa relazione non li ringrazierò nominativamente per le attività svolte nelle rispettive commissioni – e Vi assicuro che lo meriterebbero-, perché ho ripetutamente manifestato la mia opinione sullo spirito di sacrificio che deve animare ed ispirare l’attività del Consigliere, per cui incorrerei in una imperdonabile contraddizione se oggi, preso dall’emozione e dall’affetto che nutro per tutti, esaltassi il loro spirito di sacrificio e, soprattutto, la loro capacità di sopportare silenziosamente i miei ritmi di lavoro, a volte, obbiettivamente eccessivi.
I Consiglieri dell’Ordine sono l’espressione dei pensieri della classe professionale, sono lo specchio della società che, successivamente, si rivolgerà all’avvocato per la tutela dei propri diritti.
Quindi lo specchio deve essere sempre molto lucido e senza ombre. Così è stato per noi !
Se avessimo proposto un programma elettorale alla vigilia dell’ultima consultazione, oggi potremmo dire di averlo attuato quasi per intero: affermazione della dignità dell’Avvocatura; unità dell’Avvocatura tranese; formazione e aggiornamento professionale; deontologia e procedimento disciplinare; innovazione tecnologica del Consiglio proiettata verso il processo telematico; ristrutturazione della sede storica dell’Ordine; allestimento di una prestigiosa nuova sede secondaria; definitiva sistemazione della Biblioteca storica; interventi sui temi importanti della politica forense; interventi nell’organizzazione degli Uffici Giudiziari e su temi importanti quali l’organizzazione del lavoro e l’edilizia giudiziaria, sempre da un punto di vista autonomo e indipendente, ma al contempo propositivo sulle strategie necessarie a ottimizzare l’amministrazione della Giustizia nel Circondario, sono soltanto alcuni temi che il Consiglio ha affrontato nell’ultimo biennio.


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La dignità dell’Avvocato !


La scorsa estate ho trascorso alcuni giorni delle mie ferie nella bellissima ed ospitale terra di Albania. Una mattina, per colpa della mia inguaribile curiosità, decisi di domandare ad un artigiano albanese come la popolazione avesse vissuto la dittatura. Il mio interlocutore per niente infastidito –gli albanesi adorano gli Italiani ed anche qualche personaggio amato pure dai miei amici consiglieri Carlo e Lello- iniziò a raccontarmi la sua storia e le vessazioni subite dal popolo albanese sotto la dittatura di Enver Hoxha, allorquando forse gli sarà venuto il dubbio di non riuscire a spiegarmi del tutto la tragedia di un popolo sottoposto a regime autoritario e totalitario, per cui dopo una breve pausa mi guardò negli occhi e disse: “Tu sei un avvocato, vero? Bene, durante la dittatura i processi si svolgevano senza avvocato!”.
Forse il mio interlocutore intendeva soltanto dirmi che gli avvocati erano inutili in quel processo, oppure che il processo si svolgeva effettivamente senza avvocato; non era importante, perché il concetto era chiarissimo: i cittadini non erano tutelati, nel processo, di fronte allo Stato.
In quel momento, per la prima volta, ho apprezzato davvero la funzione costituzionale dell’Avvocatura per la salvaguardia dei diritti dell’uomo nei confronti dello Stato e di ogni altro potere.
E’ stato in quel momento che ho capito che avrei dovuto sensibilizzare i miei Colleghi sul ruolo costituzionale dell’Avvocatura, perché gli Avvocati notoriamente sono troppo impegnati a curare il proprio individualismo professionale, e sono sempre disponibili a dimenticare i torti subiti con meridionale rassegnazione e buonismo.
Sarebbe rimasta un’idea, una delle tante idee che turbano i miei brevi riposi notturni, se non avessi sofferto recenti delusioni istituzionali, che ho dovuto affrontare con la dignità imposta dalla consapevolezza di essere il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Trani; se non fossi stato il confessore di Colleghi maturi, che, con profonda amarezza, ed uno di loro già pensionato con gli occhi pieni di lacrime, mi avevano riferito di avere subito in udienza mortificanti ed ingiusti rimproveri da parte del Magistrato; e se non avessi partecipato alla VI Conferenza dell’Avvocatura, organizzata magistralmente dall’O.U.A. in Roma, nei giorni 20 e 21 novembre 2009, sul tema “Avvocatura e riforma della giustizia nella costituzione e nell’ordinamento”.
Così ho letteralmente torturato il tipografo per disegnare un manifesto -che è la copertina di questa relazione- che doveva provocare nel lettore una emozione forte, il desiderio di riscattare la funzione dell’Avvocatura nella giurisdizione, insomma provocare quella stessa emozione che attraversa il nostro corpo quando indossiamo la toga.
Spero di averVi emozionato !
Aggiungo soltanto che la campagna di stampa non è rivolta solo all’Avvocatura per sollecitarne il riscatto morale, ma è un invito anche alla Magistratura a confrontarsi con l’Avvocatura sui temi importanti della Giustizia e a non dimenticare mai, e sottolineo mai che non c’è giudice, nel processo, senza avvocato.
Il prof. Loiodice nella relazione presentata nella Conferenza romana ha detto: “Il giudice che dovesse pronunciarsi senza il contributo degli avvocati non amministrerebbe la giustizia in nome del popolo come dice l’art. 101 Cost. ma la eserciterebbe in nome proprio.
Sarebbe un giudice solitario non espressivo del radicamento popolare della funzione, vista come risposta ad un bisogno sociale.
In sostanza non c’è giudice, nel processo, senza avvocato
”.
Condivido il progetto di riforma costituzionale del Titolo IV della Costituzione, perseguito dall’O.U.A. sotto la regia del suo Presidente avv. Maurizio De Tilla, ma con il contributo, saggio e prezioso, del suo V. Presidente avv. Antonio Giorgino, impareggiabile nel tessere rapporti con le più alte cariche dello Stato, con il Ministro Guardasigilli, con i vertici della Magistratura, e con le diverse componenti dell’Avvocatura.


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Il fiore all’occhiello di questa consiliatura è l’allestimento della nuova sede secondaria dell’Ordine, sita nella locale Piazza Sacra Regia Udienza nn. 9-10.
La Biblioteca di inestimabile valore storico ha finalmente una sua sede prestigiosa. Ho visto Colleghi commuoversi davanti alla imponenza delle librerie antiche che custodiscono la storia della nostra cultura giuridica!
La Scuola Forense potrà finalmente operare in una sede degna del prestigio e dei risultati che anno dopo anno ne hanno consolidato il primato, tanto da essere oramai un punto di riferimento per gli altri Ordini forensi.
L’Avvocatura ha finalmente un auditorium, con 160 posti in videoconferenza, ove potranno tenersi le assemblee, i seminari formativi, gli incontri con le associazioni, senza dover elemosinare ospitalità.
Consentitemi per una sola volta un po’ di civetteria, ma l’allestimento della nuova sede è l’esempio di come devono essere investiti i contributi economici degli Iscritti e valorizzato il patrimonio dell’Ordine.
Un contenitore realizzato dall’Ordine con le proprie forze e con quel pizzico di razionale spregiudicatezza che avevo autodenunciato nella relazione morale dello scorso esercizio.
La casa dell’Avvocatura non è stato l’unico investimento eseguito nel 2009.
Anche la sede principale è stata sottoposta ad interventi di manutenzione straordinaria che hanno interessato le murature, il pavimento, gli impianti elettrici ed idraulici, la rete hardware, e che hanno consentito di migliorarne la vivibilità e di renderla all’altezza dell’importanza dell’Ordine e delle attività svolte.


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La riforma della professione forense


La Commissione Giustizia del Senato, in data 18 novembre 2009, ha licenziato il testo del disegno di legge nn. 601 e congiunti di riforma dell’Ordinamento professionale.
La Riforma dovrebbe essere approvata nel primo semestre del corrente anno, anche perché il testo sembra incontrare un sostegno trasversale in sede parlamentare.
In attesa dell’approvazione definitiva del disegno di legge, che potrebbe riservare qualche sorpresa, perché le Associazioni imprenditoriali forti (A.B.I., Assonime, ANIA, ecc) e l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato hanno trasmesso al Parlamento ed al Governo rilievi assai critici, mi limito a ricordare che la riforma prevede il ripristino delle tariffe minime obbligatorie; estende le attività riservate agli iscritti agli albi di fronte alle autorità amministrative indipendenti e ad ogni altra amministrazione pubblica e, con qualche eccezione, la consulenza legale; prevede la possibilità per gli avvocati di ottenere e indicare il titolo di specialista secondo modalità che saranno stabilite con regolamento adottato dal CNF; introduce restrizioni alla pubblicità; rende più difficile l’accesso alla professione; prevede un procedimento disciplinare nuovo, con due organi distinti: Consiglio Istruttore di Disciplina, che avrà sede presso il Consiglio dell’Ordine distrettuale, e sarà composto da tre membri effettivi ed un supplente eletti da ciascun Consiglio dell’Ordine Circondariale fra gli iscritti al proprio albo; il Collegio Giudicante sarà presieduto dal Presidente del Consiglio dell’Ordine circondariale o da un suo delegato, e sarà composto da sette membri per ogni procedimento, di cui tre designati dal Consiglio dell’Ordine competente e quattro membri effettivi indicati tra i componenti degli altri Consigli dell’Ordine del Distretto.
Dopo due anni di intensa partecipazione al dibattito sulla riforma dell’ordinamento professionale, posso dire che l’Ordine di Trani ha contribuito fattivamente a riformare l’attuale modello di designazione dei Consiglieri e di composizione del C.N.F., e a mantenere in capo agli Ordini la competenza disciplinare, nella quale ravvisa una insostituibile componente del proprio ruolo all’interno del sistema ordinistico e della propria immagine.
D’altronde il procedimento disciplinare tranese è un modello di giurisdizione domestica, equilibrata ma anche inflessibile, e mai “addomesticata”.
La qualità della giurisprudenza locale è confermata dall’esito negativo delle impugnazioni davanti al C.N.F. ed alle Sezioni Unite Civili della Corte di Cassazione.
Una sentenza del nostro Consiglio, pubblicata recentemente su Foro Italiano, è stata l’occasione per le Sezioni Unite, in sede di impugnazione della decisione del C.N.F. confermativa della sentenza tranese, per sanare un contrasto giurisprudenziale ed affermare, per la prima volta, che le norme del codice deontologico forense sono fonti normative e non soltanto regole interne della categoria e che, come tali, sono soggette al controllo di legittimità, ai sensi dell’art. 360, n. 3, c.p.c. per violazione e falsa applicazione di norme di diritto.


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Formazione e aggiornamento professionale


Il Consiglio ha svolto l’attività di formazione, anche in cooperazione con le Associazioni e l’Università, consentendo agli Iscritti di curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza professionale.
Tra gli eventi di particolare pregio organizzati direttamente dal Consiglio, ricordo “Le giornate di studio in diritto amministrativo” finalizzate all’approfondimento delle importanti novità che negli ultimi anni hanno attraversato il diritto amministrativo e alla focalizzazione dei problemi più scottanti relativi a taluni settori sensibili (edilizia, ambiente, espropriazione), con una affluenza media di oltre 450 avvocati e con l’intervento di importanti giuristi; ricordo il convegno coorganizzato con la Commissione nazionale per le Pari Opportunità e l’AIGA sul progetto affidato dal C.N.F. al Censis sul tema “Dopo le buone teorie, le proposte”, un programma di ricerca-intervento per le donne avvocato che ha riscosso un enorme successo; ricordo i numerosi seminari sulla novella del processo civile ed in deontologia che sono stati molto apprezzati dagli iscritti.
Le polemiche sulla formazione continua non si sono esaurite, ma coloro che protestano senza prospettare argomenti, perché non è un argomento esclamare “alla mia età dovrei frequentare i corsi di deontologia?” (-molti non sanno che l’età media degli incolpati, purtroppo, non è giovane-), vorrei ricordare che il TAR Lazio –Roma, Sezione III quater, con la sentenza del 6/10/2009 n. 9770, ha ritenuto legittimi sia il regolamento per la formazione continua approvato dal Consiglio Nazionale Forense, sia i regolamenti approvati dai singoli Consigli dell’Ordine degli Avvocati, anche nella parte in cui prevedono sanzioni disciplinari nei confronti di coloro che non osservano i relativi adempimenti.
La suindicata sentenza, che conferma i principi enunciati nella precedente sentenza 17/7/2009 n. 7081, si annota perché il TAR ha evidenziato che nell’ordinamento professionale esiste una norma che non solo consente, ma impone agli ordini professionali di adottare misure riguardanti l’aggiornamento professionale degli iscritti a garanzia della qualità delle prestazioni professionali.
Sono sempre più convinto che la formazione continua è un elemento essenziale in una società globalizzata altamente competitiva, e soprattutto nel mondo delle professioni il ruolo degli ordini di appartenenza deve essere fondamentale nel garantire una formazione costante ai propri iscritti.
Ai più insofferenti evidenzio che i seminari formativi non procurano soltanto benefici culturali e scientifici, ma contribuiscono a creare una comunità professionale forte e coesa in grado di tutelare gli interessi, non solo economici, della categoria.
Tutti gli eventi organizzati o coorganizzati dal Consiglio non hanno comportato alcun sacrificio economico per gli iscritti.


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Preparazione dei praticanti


La preparazione dei praticanti è affidata con successo alla Scuola Forense istituita dalla Fondazione Ordine Forense di Trani, diretta con rigore e zelo professionale dall’avv. Davide De Gennaro, che si avvale di un prestigioso corpo docenti costituito da avvocati, magistrati e professori universitari.
La qualità della preparazione è comprovata dal risultato eccellente conseguito nell’ultima sessione degli esami per l’abilitazione alla professione forense, perché oltre l’80% dei praticanti che avevano frequentato il corso di preparazione all’esame lo hanno superato brillantemente.
Le lezioni della scuola forense privilegiano gli aspetti pratici della professione, perché siamo tutti consapevoli che nella fase di accesso alla professione, il praticante non ha particolare bisogno di lezioni di tipo universitario, ma ha necessità di consigli pratici, di essere guidato su temi ed aspetti che non formano oggetto degli studi universitari, ma che caratterizzeranno la sua attività professionale di ogni giorno, di conoscere gli elementi della deontologia, della previdenza forense, dell’ordinamento professionale.
Il Consiglio, da parte sua, attraverso l’apposita Commissione, ha prestato costantemente la massima attenzione alla pratica forense, sovrintendendo al corretto ed efficace esercizio del tirocinio forense, e curando la tenuta del registro dei praticanti.
A tutti i Consiglieri della Commissione ed al suo coordinatore va il mio più sentito ringraziamento.


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Informatizzazione


L’adeguamento tecnologico dell’Ordine è un obiettivo perseguito con particolare attenzione, perché il Consiglio è consapevole che la crisi della Giustizia e della Pubblica Amministrazione in genere può essere combattuta solo con la innovazione tecnologica, la digitalizzazione e la informatizzazione dei servizi.
Nel corrente esercizio sono stati distribuiti i tesserini elettronici di riconoscimento, che sono anche carta-servizi, perché consentono l’accreditamento informatico agli eventi formativi, e consentiranno di richiedere certificati ed attestati non appena i nuovi servizi, già commissionati, verranno implementati nel programma informatico.
Ricordo che ogni iscritto avrebbe dovuto comunicare al Consiglio dell’Ordine, entro il 28 novembre 2009, il proprio indirizzo di posta elettronica certificata ( P.E.C.), ai sensi dell’art. 16, comma 7 della Legge n. 2/2009.
Il Consiglio dell’Ordine per venire incontro alle esigenze dei propri iscritti ha raggiunto un accordo con un importante fornitore del servizio, che prevede la concessione, a titolo gratuito per tutto il 2010, di una casella di Posta Elettronica Certificata per ogni iscritto con il seguente indirizzo tipo nome.cognome@pec.ordineavvocatitrani.it.
Il Consiglio non ha ritenuto opportuno stipulare convenzioni per lasciare all’Iscritto la libertà di sciegliere l’operatore, ma ha comunque ottenuto un prezzo annuo particolarmente vantaggioso, di € 4,00 oltre IVA, per gli iscritti che decideranno di conservare la casella di posta elettronica certificata offerta gratuitamente dal fornitore.
Il Polisweb è già una realtà nella sede centrale del Tribunale, e nel prossimo anno dovrebbe essere esteso alle sezioni distaccate. Purtroppo, malgrado le sollecitazioni del Consiglio e della Dirigenza del Tribunale, sono pochi gli avvocati che utilizzano il Polisweb per tenere aggiornata la propria agenda, i fascicoli personali, ecc., con la comodità di consultarli direttamente dallo studio attraverso internet.


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Difesa d’ufficio e patrocinio a spese dello Stato


Tra le incombenze più gravose esercitate dagli Ordini forensi ricordo la difesa d’ufficio ed il patrocinio a spese dello Stato.
Nel corrente esercizio sono pervenute 596 istanze di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, e ne sono state evase 591.
L’ordine forense è investito della faticosa ed onerosa funzione di effettuare un primo vaglio delle domande presentate, esaminando la sussistenza dei requisiti di carattere patrimoniale richiesti dalla legge per l’ammissione al beneficio, e valutando la non manifesta infondatezza delle questioni oggetto della domanda di giustizia da parte dei cittadini.
La Commissione interna merita un plauso per l’impegno profuso nel disbrigo delle pratiche sempre con encomiabile puntualità.
Per quanto riguarda il patrocinio a spese dello Stato anche quest’anno devo registrare la sistematica disapplicazione delle tariffe da parte dei Giudici, le cui liquidazioni sono illegittime e immotivatamente indecorose e mortificanti.
Ai Giudici che tentano inutilmente di giustificarsi affermando di avvertire il peso della responsabilità di liquidare compensi che graveranno sul bilancio dello Stato, mi permetto di rammentare che il giudice ha la responsabilità giuridica di applicare la legge, e non è investita di un potere surrogatorio nei riguardi dell’amministrazione, impersonalmente e complessivamente considerata, “quasi che i poteri e le scelte dell’esecutivo, in via generale, -scriveva il prof. Gaetano Contento – debbano intendersi sempre sott’ordinati alla valutazione del potere giudiziario, da porre, invece, al vertice della piramide statuale”.
Mi piace ritrascrivere un passaggio bellissimo della relazione tenuta dal Capaccioli nel convegno di studi “Funzionalità e correttezza della pubblica amministrazione”, citato sempre dal prof. Contento: “La partecipazione del giudice, in qualunque sua competenza, e perciò anche in quella penale, alla gestione, è la negazione della posizione del giudice. Della posizione costituzionale del giudice, senza dubbio: ma direi anche della posizione tout court del giudice, di qualunque giudice. Il quale, o è in posizione di terzietà, come quando si interessa di apprezzare fatti e comportamenti alla stregua di norme precostituite, e allora produce quella specifica utilità sociale per cui è necessario (e inevitabile) che esista, oppure fa un altro mestiere e, per un verso si sovrappone (sia pure a fin di bene, per colmare l’inerzia e le manchevolezze dell’autorità politica e amministrativa), ad altri organi e peraltro crea un vuoto proprio nel settore che gli appartiene. In tal modo emerge inesorabile la legge del più forte.”.
Ai Giudici che comprimono i diritti e la dignità dell’Avvocatura liquidando compensi esigui, spesso in violazione delle tariffe forensi, dico che non esercitano in modo corretto il potere giurisdizionale, ed alimentano gravi tensioni sociali all’interno del Foro, perché offendono la dignità degli Avvocati e mortificano la qualità delle prestazioni professionali.
La problematica è stata ripetutamente evidenziata al Presidente del Tribunale, da ultimo in un incontro che ho avuto con lo stesso il 22/6/2009.
I Giudici locali continuano a disapplicare la giurisprudenza del Supremo Collegio, secondo cui “il principio cardine cui deve attenersi il giudice nella liquidazione dei compensi ai difensori rimane quello secondo cui devono essere rispettati i criteri e le tabelle professionali vigenti, relative a onorari, diritti e indennità, cioè a dire, determinato il minimo e il massimo dei compensi e accertati i minimi dagli stessi, deve essere fatta una comparazione per individuare il valore medio che in ogni caso non può essere superato”.
Quando per una causa di separazione giudiziale modificata in consensuale il Giudice ha liquidato euro trecentocinquanta (350) per onorari, già ridotti del 50% ai sensi dell’art. 130 DPR 115/02, la violazione dei minimi tariffari appare evidente, perché la somma degli onorari minimi per le cause di valore indeterminabile è sicuramente maggiore ad € 700 !
Peraltro i Giudici locali, anche al di fuori del gratuito patrocinio e della difesa d’ufficio, liquidano compensi irrisori, spesso forfetari, senza tenere in debito conto il numero e la importanza delle questioni trattate nonchè l’attività svolta dall’avvocato.
A fronte della indifferenza dei Giudici gli Avvocati hanno il dovere, anche deontologico, di proporre opposizione ai sensi degli artt. 84 e 170 del DPR 115/02, e di impugnare in cassazione l’eventuale provvedimento confermativo del Presidente.


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La situazione del Tribunale


E’ inutile nasconderci che anche per il Tribunale di Trani la situazione dell’edilizia è carente.
I problemi, tuttavia, non possono essere risolti con soluzioni improvvisate e non idonee a garantire il superamento della fase emergenziale.
Negli ultimi mesi il dibattito cittadino e quello interno al Tribunale si è soffermato sull’acquisizione di un fabbricato sito sulla locale via Andria, nei pressi del carcere, da destinare all’intera area civile, compresi gli uffici della sezione lavoro, del giudice di pace e dell’ufficiale giudiziario.
In verità il Comune di Trani ha pure avviato un procedimento di evidenza pubblica finalizzato ad individuare un fabbricato di circa 4.200 mq. “da utilizzare come parametro di riferimento nella ricerca di un’idonea struttura da destinare al Tribunale per gli uffici su indicati”.
Sennonchè nella commissione di manutenzione del 27 novembre 2009, nella quale si sarebbero dovute aprire le buste delle offerte pervenute al Comune di Trani, ho manifestato la mia contrarietà alla loro apertura, ed ho ribadito che l’Avvocatura tranese esprimerà il parere sulla idoneità, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, dell’edificio destinato agli uffici giudiziari soltanto dopo che una commissione tecnica avrà determinato il reale fabbisogno, attraverso uno studio prudente delle necessità dei singoli uffici coinvolti nel programma edilizio.
Il fabbisogno non è stato fino ad oggi accertato, né potrebbe essere determinato sommando i numeri indicativi offerti dai responsabili dei vari Uffici, quindi senza tener conto degli standars di sicurezza, agibilità e fruibilità prescritti dalle leggi in materia di edifici pubblici, e dalle circolari del Ministero di Giustizia per le aule di udienza e gli uffici.
L’Ordine forense sosterrà, sulla base delle indicazioni emerse nella Consulta del 26/11/2009, una soluzione all’interno del centro storico, per realizzare una cittadella giudiziaria che dovrà contenere Palazzo Torres, a meno che non si voglia disperdere un patrimonio millenario di tradizioni e cultura giuridica che l’intera Nazione invidia alla Città di Trani.
Il Palazzo Carcano in corso di ristrutturazione o un edificio nuovo da costruire nei pressi del Castello, sull’area dell’ex distilleria –soluzione questa emersa nella Commissione di manutenzione del 27/11/2009 e di cui hanno parlato diffusamente i quotidiani locali- restano le soluzioni ottimali.
Nel frattempo è possibile migliorare la vivibilità e l’utilizzabilità degli uffici, razionalizzando gli spazi esistenti e modificando le attuali destinazioni delle aule di udienza, per eliminare le barriere architettoniche e per consentire che le aule più spaziose vengano utilizzate per celebrare le udienze più affollate. Problema quest’ultimo comune all’area penale, perché i Colleghi penalisti giustamente evidenziano che le udienze preliminari potrebbero essere celebrate negli uffici retrostanti alle aule (già adibiti a camera di consiglio delle udienze collegiali civili e della Corte di Assise). Questa soluzione eviterebbe agli Avvocati di trascorrere le attese che precedono la celebrazione dei processi nei corridoi o negli spazi antistanti alle aule, senza avere la possibilità di concentrasi nello studio del fascicolo, e rimanendo per tutto il tempo esposti alle correnti di aria fredda che attraversano quegli spazi aperti.
Insomma, con un impegno di spesa contenuto, i ratti potrebbero essere sfrattati da Palazzo Gadaleta con una celerità maggiore rispetto alla fissazione delle udienze di convalida degli sfratti presso la sede centrale; gli intonaci cadenti di Palazzo Candido potrebbero essere ripristinati con la stessa velocità delle operazioni di manutenzione ed abbellimento di alcuni Uffici strategici, così come era doveroso che fosse fatto per il prestigio e la sicurezza degli Uffici e del Palazzo in genere; altri interventi migliorativi (penso al misterioso mancato trasferimento dell’udienza collegiale dal secondo al primo piano di Palazzo Candido, ripetutamente annunciato e mai eseguito; alla istituzione di un front-office per il deposito degli atti, ecc.) potrebbero essere eseguiti con una spesa contenuta ed in tempi molto ristretti; e molti disagi potrebbero essere eliminati senza alcun impegno finanziario, semplicemente armonizzando le risorse a disposizione dell’Ufficio ed ottimizzando il lavoro di tutti gli operatori.


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La circoscrizione giudiziaria


La novità di fine anno è stata l’iniziativa, per fortuna dissolta (-si spera !-), di domandare al Ministero competente la revisione delle circoscrizioni giudiziarie per far coincidere la circoscrizione giudiziaria con la circoscrizione amministrativa.
Una iniziativa che, se attuata, avrebbe relegato il Tribunale di Trani negli ultimi posti della classifica, privandola di innumerevoli privilegi ( penso alla presenza del procuratore aggiunto, o alle 5 sezioni distaccate) giustificati da un bacino di oltre 600 mila abitanti.
1) Sono sicuro che non sarebbe stata una buona idea scorporare dal Tribunale di Trani importanti circondari come quelli di Corato/Ruvo/Terlizzi e Molfetta, perché il territorio delle due sezioni distaccate può contare su una popolazione di oltre 150.000 abitanti, nel cui ambito territoriale operano centinaia di piccole e medie imprese che riversano sulle sezioni distaccate di Molfetta e di Corato/Ruvo/Terlizzi e sulla sede centrale una complessità e quantità rilevante di affari civili e penali in progressivo aumento anno dopo anno; entrambe le sezioni sono dotate di strutture sufficienti. La qualcosa significa che se il Tribunale di Trani perdesse tali ricchezze ed i flussi processuali che derivano dalla vivacità economica di quelle Città, il suo declassamento sarebbe inevitabile.
Nelle sezioni distaccate di Molfetta e di Corato/Ruvo/Terlizzi, soprattutto dopo le recenti assegnazioni di magistrati, esiste una concreta omogeneità nel rapporto tra domanda (proporzione tra popolazione e flussi processuali) ed offerta (magistrati, strutture) di giustizia sul territorio.
2) Non sarebbe stata una buona idea perché, senza dover scomodare Chiovenda e Zanzucchi, non esiste alcuna necessità di coincidenza tra le circoscrizioni giudiziarie (circondario per il Tribunale, distretto per la Corte di Appello) e le circoscrizioni amministrative, dal momento che la Costituzione disciplina separatamente i due poteri, quello giurisdizionale nel titolo quarto della seconda parte, e quello amministrativo, nel titolo quinto.
Prova ne è che esistono numerosi esempi che confermano quella regola:
a)il tribunale di Massa Carrara dipende dalla Corte di Appello di Genova, sita in un’altra regione (Liguria);
b)il tribunale di Aosta dipende dalla Corte di Appello di Torino, sita in un’altra regione (Piemonte);
c)le città di Pesaro e di Urbino hanno due distinti Tribunali pur costituendo le due città un unico capoluogo;
d)il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere è situato in una città diversa dal capoluogo di provincia (Caserta)
e)il carcere di La Spezia dipende dall’ufficio e dal tribunale di sorveglianza di Massa Carrara (invece che da quello di Genova);
f)i comuni di Alà dei Sardi, Buddusò, Oschiri e Padru continuano a far parte della giurisdizione del Tribunale di Sassari, ed i comuni di Budoni e San Teodoro della giurisdizione del Tribunale di Nuoro, pur facendo parte i suindicati comuni della nuova provincia di Olbia-Tempio (Tribunale di Tempio Pausania); una proposta di legge modificativa delle circoscrizioni è stata respinta;
g)numerosi tribunali sono istituiti in città che non sono capoluogo di provincia.
3) Non sarebbe stata una buona idea, perché il Tribunale di Trani, che oggi si trova al centro di un antico “polo della giustizia”, sarebbe diventato la periferia del circondario, la qualcosa avrebbe reso assai probabile l’assoggettamento del circondario tranese al distretto o sub distretto della Corte di Appello di Foggia, la cui istituzione è oggetto di pressanti sollecitazioni da parte delle forze politiche, delle Associazioni forensi e di movimenti civici della Capitanata.
Insomma, il Tribunale di Trani, attualmente collocato tra i primi trenta Uffici giudiziari, verrebbe declassato e diventerebbe un tribunale di terza fascia.
Anche il Consiglio Superiore della Magistratura, nella parte motiva di una recente deliberazione, ha ritenuto che “gli uffici giudiziari non possono essere qualificati <uffici periferici delle amministrazioni statali> nè, tanomeno, <organi> o <uffici> della provincia di Barletta-Andria e Trani, ragion per cui il Tribunale di Trani –unico tribunale sito nel territorio della nuova provincia- è divenuto Tribunale di capoluogo di provincia, senza che per esso debbano applicarsi le disposizioni dettate per l’istituzione degli uffici provinciali” .
Il Presidente del Tribunale ha assicurato che non inoltrerà al Ministero l’istanza di modifica delle circoscrizioni giudiziarie.


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Attività del consiglio


Le sedute consiliari sono state 44 nell’anno 2009, di cui 34 ordinarie e 10 disciplinari.
Per quanto riguarda i dati statistici del disciplinare nel nostro Foro:
1- gli esposti pervenuti nel 2009 sono stati 71 rispetto ai 53 pervenuti nel 2008, ed ai 56 pervenuti nel 2007;
2- i procedimenti archiviati nel 2009 sono stati 37 rispetto ai 32 archiviati nel 2008, ed ai 33 archiviati nel 2007;
3-i procedimenti disciplinari aperti nell’anno 2009 sono stati 20, rispetto ai 10 del 2008, ed ai 9 del 2007;
4-i procedimenti disciplinari in carico al 31/12/2009 sono stati 19, rispetto ai 10 in carico al 31/12/2008, ed ai 37 in carico al 31/12/2007;
5- le istanze di conciliazione pervenute nel 2009 sono state 20, di cui 16 archiviate con esito positivo.
Nel corso del 2009 sono stati definiti n. 15 procedimenti (n. 11 assoluzioni, n. 1 n.d.p., n. 1 avvertimenti, n. 2 censure, n. – cancellazioni, n. – sospensioni).
L’esame dei dati statistici evidenzia che, malgrado il progressivo incremento del numero degli iscritti, la situazione degli esposti pervenuti nel 2009 è sostanzialmente identica in termini percentuali a quella dell’esercizio precedente. La qualcosa significa che l’aggiornamento deontologico e le prassi adottate dal nostro Ordine per il controllo deontologico producono risultati positivi.
Per quanto riguarda l’opinamento delle parcelle, sono pervenute nell’anno 2009 n. 168 parcelle, e ne sono state liquidate 167 in tempi assolutamente contenuti.
Proseguendo nell’esame dell’attività del Consiglio, nel corso dell’anno 2009 sono pervenute n. 596 istanze di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, e ne sono state evase n. 591 (nell’anno 2008 erano state evase 554 istanze sulle 556 pervenute, contro le 435 pervenute nel 2007 e le 387 pervenute nel 2006).
L’attività di istruzione delle istanze di ammissione al gratuito patrocinio è divenuta particolarmente impegnativa, ed assorbe oramai le energie di una unità lavorativa e di almeno due consiglieri.
Per questo specifico ed importantissimo compito rinnovo il ringraziamento alla Commissione, che avendone la responsabilità, ha istruito le istanze con impegno, competenza e tempestività, consentendo al Consiglio di esaminarle nel termine, peraltro ritenuto ordinatorio, stabilito dal Legislatore.
Il Consiglio ha partecipato attivamente al complesso processo di formazione della proposta tabellare, che è stata approvata dal Consiglio giudiziario nel corrente anno 2009.
Il Consiglio ha intrapreso iniziative volte a migliore l’accesso ed il funzionamento delle cancellerie, che a causa della drastica riduzione del personale ed il pensionamento di numerosi impiegati, sono costrette a lavorare in condizioni di grave disagio. A tutto il personale di cancelleria rinnovo il rispetto e la riconoscenza per l’impegno gravoso che ogni giorno profonde per colmare le carenze dell’organico.
Inutilmente il Consiglio ha continuato a sollecitare la creazione di corsie preferenziali e, quindi a contenere i tempi di definizione degli affari riguardanti la volontaria giurisdizione, lo stato e la capacità delle persone ed il diritto di famiglia.
La durata dei processi civili e delle esecuzioni immobiliari, i tempi di fissazione delle comparizioni dei coniugi nei processi di separazione e divorzio, ed i tempi di fissazione delle udienze di convalida degli sfratti per finita locazione e per morosità (presso la sede centrale) restano troppo lunghi, e presumbilmente la relazione del Presidente della Corte di Appello sull’amministrazione della Giustizia nel Distretto di Bari relegherà il Tribunale di Trani in fondo alla graduataria anche nell’anno 2009.
Non è superfluo ripetere che i dati sono deludenti per i cittadini, che pretendono la risoluzione delle controversie in tempi ragionevoli; per gli avvocati, che avvertono il peso, a volte insostenibile e frustante, di un sistema giudiziario sempre più in affanno; per i magistrati e per il personale amministrativo, che profondono ogni energia senza conseguire risultati confortanti, ma rispecchiano la situazione reale, perché nel nostro tribunale una causa civile non ha una durata inferiore media ai quattro anni, che si allunga sensibilmente nelle sezioni distaccate caratterizzate da pendenze impressionanti, che neppure l’adeguamento dell’organico dei magistrati pare abbia migliorato, per il momento, in modo significativo.
Il Consiglio intensificherà il dialogo costruttivo avviato con le Dirigenze del Tribunale per migliorare il funzionamento della Giustizia nel Circondario, attraverso la ottimizzazione dell’impiego delle risorse, umane e finanziarie, secondo modelli più avanzati di organizzazione del lavoro fondati sull’etica del risultato e della responsabilità.
Ripeto quanto dissi in occasione dell’insediamento del Presidente del Tribunale dr. Filippo Bortone: “Standars elevati di qualità e di attuazione della giustizia sono stati realizzati soltanto presso quegli Uffici ( penso a Trieste, Torino, Bolzano, ecc) le cui dirigenze hanno lavorato in strettissima collaborazione con i Consigli dell’Ordine”. Non saranno rilasciate nuove fideiussioni illimitate senza un corretto e schietto coinvolgimento istituzionale dell’Ordine degli Avvocati.
Con le Istituzioni siamo a credito, un credito incalcolabile che non chiederemo mai di riscuotere, ma neppure rinunzieremo di rammentare ai nostri debitori !
Su sollecitazione del Consiglio, finalmente, è stato istituito l’albo unico dei professionisti delegati alle vendite ai sensi dell’art. 179 ter disp. att. c.p.c., riunendo nell’unico elenco Notai, Avvocati e Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. La qualcosa dovrebbe consentire di uniformare la distribuzione degli incarichi ed evitare l’affidamento di incarichi plurimi a pochi professionisti.
I nuovi Giudici dell’esecuzione hanno accolto l’invito che avevo rivolto agli stessi in occasione del loro insediamento, di utilizzare l’aula di udienza per l’esperimento delle vendite delegate ai professionisti.
Improntati a piena e fattiva collaborazione sono proseguiti i rapporti con le Associazioni Forensi.
Le varie consulte delle Associazioni tenutesi nell’anno 2009 sono state sempre affollate, e per questo rivolgo sincero ringraziamento ai componenti delle Associazioni e ai numerosi Iscritti che hanno seguito le attività del Consiglio. La qualcosa ha consentito di affrontare molti problemi rispetto ai quali la disponibilità e unità di intenti hanno trovato terreni comuni su cui esercitarsi e confrontarsi.
Non mi dilungherò oltre per riferire all’Assemblea le numerosissime attività, ordinarie e straordinarie, svolte dal Consiglio nell’anno appena trascorso, perché sono state pubblicizzate tempestivamente sul sito istituzionale.
In occasione del terremoto dell’Aquila, l’Ordine di Trani si è distinto nella gara di solidarietà a favore degli Avvocati aquilani, perché già il successivo 7 aprile aveva promosso una sottoscrizione mediante l’accensione di un conto corrente presso il Credito Emiliano –Agenzia di Trani-, ed il 9 aprile aveva sollecitato la Cassa Forense a devolvere almeno il 20% dei contributi assistenziali messi a disposizione degli Ordini, nell’anno 2009, ai sensi dell’art. 1, punto a) del Regolamento per l’erogazione dell’assistenza.
In occasione delle festività natalizie il nostro Ordine, previa integrazione dei fondi raccolti, ha trasmesso al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati de L’Aquila un assegno di euro 10.000,00 da devolvere agli avvocati maggiormente colpiti dall’evento tellurico.
Rinnovo il sincero ringraziamento al personale di Segreteria, signore Amelia, Carmela, Giovanna e Rosa, che cito sempre in ordine rigorosamente alfabetico, per l’impegno profuso nel disbrigo degli affari dell’Ordine, sempre più numerosi, che loro continuano a svolgere con silenziosa dedizione e con impareggiabile professionalità.
Il mio ringraziamento è esteso alla signora Porzia Roselli, impiegata della Fondazione Forense, anche lei sempre disponibile ad assolvere con impegno le incombenze connesse alla gestione della Scuola forense.
Ringrazio, infine tutti i Consulenti del Consiglio dell’Ordine, in particolare, il rag. Michele Lotito ed i suoi collaboratori, per la qualificata e puntuale consulenza contabile e fiscale, nonché l’arch. Dario Natalicchio, per la impareggiabile consulenza prestata nell’allestimento della nuova sede secondaria dell’Ordine, da lui vissuta con straordinario impegno umano e professionale.
Ricordo con commosso rimpianto, e con sentimenti di affettuosa e sentita partecipazione, i Colleghi purtroppo mancati nel corso dell’anno: avv. Francesco Capurso, avv. Anna Patrizia Damato, avv. Vincenzo Delcuratolo, avv. Savino Fasano, avv. Lucilla Frezza, avv. Antonio Rosato, avv. Salvatore Russo, avv. Savino Terlizzi.
In occasione del tradizionale incontro presso la sezione fallimentare per lo scambio degli auguri di Natale, il Giudice Delegato dr. Salvatore Grillo ha ricordato le qualità umane e professionali dell’avv. Lucilla Frezza.
Nel mio successivo intervento ho ringraziato pubblicamente il dr. Grillo per l’elogio dell’avvocato Lucilla Frezza, ed ho invitato i Giudici presenti a non lesinare elogi agli Avvocati meritevoli, perché l’alta considerazione e la fede dell’avvocato verso la funzione del giudice è stata ripetutamente manifestata dall’Avvocatura, primo fra tutti da Piero Calamandrei nell’opera Elogio dei giudici scritto da un avvocato.
Concludo augurando un anno 2010 veramente migliore e proficuo per tutti.
Trani, 26 gennaio 2010


Il Presidente
Avv. Francesco Logrieco


Immagini della sede secondaria ( cliccare sulla miniatura per ingrandire l’immagine)