Dalla Presidenza della Corte di Appello riceviamo e pubblichiamo la nota allegata alla comunicazione del 18/01/2010 avente ad oggetto la proclamazione dell’asetnszione nazionale dalle udienze dei Giudici di Pace dal 25 gennaio al 5 febbraio 2010.


Unione Nazionale Giudici di Pace


Al Presidente del Consiglo dei Ministri
Al Ministro della Giustizia
A tutti i Presidente di Corte di Appello – loro sedi
e p.c.
Al Consiglio Superiore della Magistratura
*** Alla commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblicil essenziali.


Oggetto; Proclamazione dell’astenzione nazionale dalle udienze dei Giudici di Pace dal 25 gennaio al 5 febbraio.


Con la presente, avendo esperito infruttuosamente le procedure di raffreddamento previste dall’articolo 7 del Codice di autoregolamentazione per l’esercizio dello sciopero e delle astensioni dalle attività giudiziarie nel comparto degli uffici del giudice di pace, di cui alla nota  dell’Unione Nazionale dei Giudici di Pace del 20 dicembre 2009, del 23.11.2009 e precedenti, l’Unione Nazionale Giudici di Pace proclama con la presente lo sciopero nazionale dei giudici di pace dal 25 gennaio al 5 febbraio 2010.

L’unione denuncia:



  1. la situazione di precarietà e di grave illegalità del trattamento della categoria, che richiede la rinnovabilità dei mandati fino a 75 anni e le tutele previdenziali, retributive e ordinamentali previste dalla Costituzione.


  2. Le gravissime disfunzioni deglu Uffici del Giudice di Pace determinate dalla:



    • a) assoluta insufficienza del personale amministrativo in servizio carente del 50% rispetto alle necessità che nella sede di Roma ha provocato un ritardo di un anno nella pubblicazione delle sentenze.


    • b) irrazionale distribuzione dei giudici sul territorio, con enormi differenze dei carichi di lavoro a ufficio ( fino a 500 volte).


  3. La contraddittorietà del comportemento del Ministero della Giustizia che afferma di volere riformare la giustizia per accellerare i tempi dei processi, ma svilisce la giustizia di pace l’unica in grado di realizzare un “processo breve”.

A seguito dell’aumento delle competenze civili (raddoppio della competenza generale per valore, aumento delle competenze in materia di sinistri stradalil, assegnazione delle cause da ritardato pagamento delle prestazioni previdenziali) e penali ( reato di immigrazione clandestina), che comporteranno un carico di lavoro complessivo di circa 2,5 milioni procedimenti l’anno, senza la normalizzazione e la legalizzazione della condizione della magistratura di pace, si arriverà nei prossimi mesi alla completa paralisi deglu uffici ed all’impossibilità di garantire l’assolvimento dei loro compiti istituzionali, con particolare riferimento all’inesigibilità delle espulsioni ed alla improcedibilità dei reati di immigrazione clandestina con gravissime ripercussioni sull’ordine pubblico per l’intero Paese e sulla sicurezza dei cittadini.

Roma, 12 gennaio 2010








IL PRESIDENTE NAZIONALE
(Gabriele Longo)

            

IL SEGRETARIO NAZIONALE
(Alberto Rossi)