Relazione morale del Presidente
del Consiglio del’Ordine degli Avvocati di Trani
al Bilancio Consuntivo al 31/12/2008


Care Colleghe e Cari Colleghi,
debbo innanzitutto rinnovare la mia personale gratitudine per la Vostra generosità e per quella dei Consiglieri dell’Ordine nell’avermi voluto a presiederlo manifestando, ritengo, un desiderio di continuità con il lavoro intrapreso dall’amico avv. Bruno Logoluso nei quattro anni della sua Presidenza.


Confesso che la gratitudine accordatami e le manifestazioni di incoraggiamento che ricevo quotidianamente non rimuovono le preoccupazioni per un compito arduo in un momento così drammatico per la Giustizia e per l’Avvocatura, che solo la certezza della piena collaborazione dei Colleghi e della fiducia dei Consiglieri, sincera ed a volte commovente, mi consentono di affrontare.


Saluto e ringrazio tutti i presenti, e rinnovo gli auguri al Presidente emerito Avv. Antonio Giorgino, perchè è stato riconfermato nella carica di Vice Presidente dell’O.U.A., al Presidente emerito avv. Domenico Insanguine, per la nomina a Vice Presidente della Commissione del Mediterraneo della F.B.E., la cui designazione era stata sostenuta dal nostro Ordine nella riunione intermedia di Istambul, all’avv. Riccardo Marchio per la recentissima conferma nella carica di delegato alla Cassa Forense.


La riforma della professione forense, la formazione e l’aggiornamento professionale, la informatizzazione degli uffici e dei servizi, l’assistenza ai cittadini in stato di disagio economico per la fruizione del patrocinio a spese dello Stato, i compiti sempre più onerosi attribuiti ai Consigli dell’Ordine, la cronica carenza di personale negli uffici giudiziari, le vacanze di giudici e di personale amministrativo, la diffidenza dei cittadini verso la Giustizia, la disaffezione dei Colleghi verso le Istituzioni, le conseguenze del c.d. decreto Bersani, sono soltanto alcuni dei problemi che il rinnovato Consiglio ha dovuto affrontare non appena insediatosi.


La preoccupazione di non avere saputo fare quanto necessario e dovuto in questo primo anno di Presidenza agita i miei pensieri, ma sono certo che nessuno potrà rimproverarmi di essere malato di meridionalismo, perché fin dal giorno del mio insediamento ho affrontato con determinazione e senza esitazione i problemi della Giustizia, locale e nazionale, nonché ho programmato interventi di riorganizzazione strutturale del Consiglio sia per consentire lo svolgimento dei compiti istituzionali con la dignità che compete al nostro antico e nobile Ordine, sia per essere pronti ad affrontare le nuove e maggiori incombenze che la legge professionale in corso di approvazione assegnerà ai Consigli circondariali. Per esempio, con la nuova legge professionale l’Ordine di Trani sarà rappresentato da 21 Consiglieri, la qualcosa renderà inutilizzabile l’attuale sala del Consiglio dell’Ordine per le adunanze ordinarie e disciplinari.


L’Assemblea mi consentirà di rivolgere ai Signori Consiglieri il mio più profondo e sincero sentimento di gratitudine, perché nei primi mesi li ho sottoposti a ritmi di lavoro eccezionali, che ognuno di loro ha affrontato sempre con capacità e dedizione.


Il laboratorio del Foro di Trani, così ho voluto immaginare il nuovo Consiglio – che probabilmente dovrà traghettare l’Avvocatura verso la nuova legge professionale-, ha ideato e realizzato in poche settimane nuovi progetti finalizzati a regolamentare in modo razionale le funzioni amministrative del nostro Ordine, nonché ha dato definitiva esecuzione, con un pizzico di razionale spregiudicatezza, ad altri progetti che erano in cantiere già da alcuni anni.
Nei primi due mesi il Consiglio ha elaborato ed approvato tre regolamenti destinati a disciplinare altrettante funzioni amministrative fondamentali: la formazione continua, la pratica forense, il procedimento disciplinare.


Dal primo gennaio 2008 è partita la formazione continua obbligatoria voluta dal Consiglio Nazionale Forense per fornire una risposta concreta al problema della competenza e dell’aggiornamento dell’Avvocato, doveri previsti dall’art. 12 (dovere di competenza) e 13 (dovere di aggiornamento professionale) del vigente Codice Deontologico.
Personalmente credo nella formazione professionale obbligatoria contro il processo di aziendalizzazione della professione forense, che si è concretizzato definitivamente nel mai tanto vituperato d.l. 4/7/2006 n. 223 (c.d. decreto Bersani).
Introdurre nella mentalità degli avvocati la necessità della formazione e di un costante aggiornamento, attraverso la periodica frequentazione di corsi, seminari e congressi sembrava un obiettivo impossibile.
Il rinnovato Consiglio non si è sottratto a questo nuovo gravoso impegno, per cui ha voluto approvare immediatamente un regolamento, mediante il quale ha disciplinato in modo razionale l’attività formativa nel nostro circondario; ha voluto garantire alle nostre Colleghe la tutela della maternità; ha dispensato i nostri Colleghi più maturi dagli obblighi formativi; ed ha adottato gli opportuni accorgimenti per arginare qualsiasi fenomeno speculativo che potesse screditare i buoni propositi del regolamento del C.N.F.
Posso affermare oggi che tale sfida è stata positivamente affrontata e risolta, dal momento che la maggior parte dei Colleghi del nostro Foro, compresi i più brontoloni, ha dimostrato di accettare con serietà e scrupolo le possibilità offerte da un costante e concreto arricchimento professionale in termini di qualità, unico vero biglietto da visita per acquisire fiducia in seno alla società civile.
L’importanza della formazione e dell’aggiornamento professionale è stata confermata dal dato emerso da una ricerca Censis sul ruolo sociale dell’Avvocatura italiana, presentata in occasione del XXIX Congresso forense di Bologna. Secondo Maria Pia Camusi (responsabile settore lavoro e professioni Censis), senso di fiducia e competenza restano i requisiti chiave per la scelta dell’avvocato al quale affidare la propria vertenza.
Accanto al regolamento professionale ho voluto, a costo di violentare l’ultimo micromillesimo di pazienza del Consigliere tesoriere, avv. Francesco Tedeschi, che ringrazio con stima, la informatizzazione delle procedure di accreditamento formativo. Da qualche giorno è partita la distribuzione dei tesserini magnetici, che sostituiranno le vecchie tessere di riconoscimento e consentiranno l’accreditamento automatico degli eventi formativi, sicchè il Consiglio e l’Avvocato (e il praticante con patrocinio) potranno conoscere in tempo reale i crediti formativi acquisiti.


La pratica forense è stato il secondo obiettivo che mi ero prefissato di regolamentare, non solo per arginare il fenomeno diffuso della pratica fittizia, ma soprattutto per dare dignità ai praticanti, che, non è superfluo rammentare, non sono i nostri segretari, ma i futuri avvocati ai quali va tutto il nostro rispetto, e per i quali gli Avvocati più maturi devono costituire un modello da imitare.
Per la preparazione dei praticanti il Consiglio ha continuato ad avvalersi della presenza e dell’attività della Fondazione Ordine Forense di Trani, che attraverso la Scuola Forense diretta magistralmente dall’avv. Davide De Gennaro, organizza un corso biennale di preparazione tecnico giuridica, soffermandosi prevalentemente sugli aspetti pratici della professione, intesi come logica evoluzione della teoria.
Dopo gli studi universitari il praticante ha bisogno soprattutto di soffermarsi sui temi della professione che non hanno formato oggetto di studi specifici, ma che caratterizzeranno ogni momento del futuro Avvocato, impegnandolo quotidianamente nella interconnessione tra diritti, prassi forense e deontologia.
Il Consiglio ha seguito costantemente lo svolgimento della pratica forense, attraverso l’attenzione che alla stessa vi hanno dedicato tutti i Consiglieri della Commissione.
A loro rivolgo il più vivo ringraziamento per l’impegno con cui hanno svolto il compito della verifica semestrale del periodo di pratica, controllando in modo rigoroso ed attento i relativi libretti, e prestando la massima attenzione alle istanze dei singoli praticanti.


Il procedimento disciplinare è stato regolamentato recependo, nei limiti del possibile, il principio costituzionale del giusto processo, nonché disciplinando l’accesso agli atti, la sospensione cautelare, ed altri aspetti fondamentali del procedimento che in precedenza erano lasciati all’interpretazione dei Consigli, con il rischio di creare prassi non uniformi.
Nell’ambito dell’accesa ed appassionata discussione sul progetto di riforma della legge professionale, il nostro Consiglio ha evidenziato la inadeguatezza dell’attuale modello di designazione dei Consiglieri e di composizione del C.N.F., ed ha sostenuto la necessità di mantenere in capo agli Ordini la competenza disciplinare, nella quale ravvisa una insostituibile componente del proprio ruolo all’interno del sistema ordinistico e della propria immagine, così come riconosce valore di presidio non rinunziabile alla competenza giurisdizionale del C.N.F.
In una lettera aperta agli Iscritti ho recentemente evidenziato che secondo una opinione diffusa gli Ordini forensi sono responsabili di esercitare il potere disciplinare in modo eccessivamente domestico. La qualcosa ha dato luogo, nell’ambito del dibattito sulla riforma dell’ordinamento forense, ad una divisione dell’Avvocatura sulla scelta del sistema disciplinare: a) dualistico, in cui la funzione inquirente è affidata ad un organo distrettuale esterno (con potere di impugnazione delle decisioni dei Consigli circondariali), e quella giudicante è mantenuta in capo agli Ordini; b) monistico, caratterizzato dalla concentrazione delle due funzioni in uno stesso Collegio Distrettuale di Disciplina, diviso in due Sezioni, l’una requirente, l’altra giudicante.
Il Consiglio dell’Ordine di Trani ritiene che il primo modello sarebbe sufficiente, insieme ad alcuni correttivi (determinazione del termine massimo per la istruzione e per la decisione; diritto di impugnazione del provvedimento di archiviazione e della decisione di non luogo a provvedere in capo alla Sezione istruttoria; facoltà di reformatio in peius in capo al C.N.F.; sanzioni disciplinari a carico del Consiglio dell’ordine inadempiente ai doveri inerenti allo svolgimento del procedimento disciplinare, ecc.) a preservare la integrità del sistema ordinistico e ridare credibilità al procedimento disciplinare.
Rinviando a quanto ho già riferito nei precedenti interventi, oggi voglio ribadire che nelle assemblee dei Presidenti degli Ordini tenutesi presso il C.N.F. ho sostenuto sempre con passione e con la fierezza di appartenere ad uno dei più antichi e nobili Ordini, che il procedimento disciplinare delineato nel progetto di riforma presentato dal C.N.F. il 24-25/7/2008, con gli opportuni aggiustamenti sarebbe stato sufficiente a superare le critiche provenienti dall’esterno nei confronti di un procedimento ritenuto eccessivamente domestico.
A futura memoria riferisco che il 25/10/2008 a Roma, nell’assemblea dei Presidenti degli Ordini estesa alle Associazioni maggiormente rappresentative, dopo avere prospettato le ragioni dell’Ordine di Trani a favore del modello disciplinare dualistico, peraltro condiviso da tutti gli Ordini pugliesi e dalla maggioranza degli Ordini presenti, formulavo due interrogazioni: con la prima, chiedevo di conoscere le ragioni che avevano indotto il C.N.F., durante la pausa estiva, a modificare radicalmente il procedimento disciplinare contenuto nella menzionata bozza del 24-25/7/2008, sostituendo il modello dualistico con quello monistico; con la seconda, rivolta direttamente al rappresentante della Unione Camere Penali Italiane chiedevo come l’Avvocatura avrebbe potuto giustificare all’esterno la scelta del modello monistico, quindi la concentrazione delle funzioni requirente e giudicante in uno stesso Collegio distrettuale di disciplina, laddove secondo l’UCPI la panacea di tutti i mali della Giustizia pare essere proprio la separazione delle carriere, da intendersi come separazione della struttura organizzativa dei giudici da quella dei pubblici ministeri.
Entrambe le interrogazioni, pur ritenute interessanti dai coordinatori del dibattito, restavano senza risposta !
Al termine del dibattito, il Presidente del C.N.F. si riservava di formulare una proposta di mediazione tra le due opposte tesi.
Attualmente la riforma dell’ordinamento forense viene discussa da una inutile commissione consultiva, nella quale il criterio di rappresentatività numerica degli iscritti è stato sacrificato a favore di un iniquo criterio di rappresentanza su base regionale. Il lavoro della commissione è inutile –ma questo lo avevo anticipato pubblicamente a Bologna-, perché mentre l’Avvocatura continua a discutere a vuoto, spesso soltanto per tutelare interessi regionali e locali, la Commissione Giustizia del Senato (in sede referente) il giorno 4/2/2009 ha iniziato ad esaminare congiuntamente i disegni di legge Giuliano, Casson (Disciplina dell’Ordinamento della professione forense), Bianchi e Mugnai (Riforma dell’ordinamento della professione di avvocato). Il disegno di legge Mugnai è la fotocopia con qualche modifica del progetto CNF, che la maggioranza degli Ordini aveva severamente contestato nell’assemblea del 25 ottobre 2008.


Per quanto riguarda i dati statistici del disciplinare nel nostro Foro:




  1. gli esposti pervenuti nel 2008 sono stati 53 rispetto ai 56 pervenuti nel 2007;


  2. i procedimenti archiviati nel 2008 sono stati 32 rispetto ai 33 archiviati nel 2007;


  3. i procedimenti disciplinari aperti nell’anno 2008 sono stati 10, rispetto ai 9 aperti nel corso del 2007.


  4. i procedimenti disciplinari in carico al 31/12/2008 sono 10, mentre al 31/12/2007 erano 37.


Nel corso del 2008 sono stati definiti n. 11 procedimenti (n. 6 assoluzioni, n. 1 n.d.p., n. 2 avvertimenti, n. 1 cancellazioni, n. 1 sospensioni).
L’esame dei dati statistici evidenzia che, malgrado il progressivo incremento del numero degli iscritti, la situazione degli esposti pervenuti nel 2008 è pressoché identica a quella dell’esercizio precedente. La qualcosa significa che l’aggiornamento deontologico e le prassi adottate dal nostro Ordine per il controllo deontologico producono risultati positivi.
A coloro che lamentano comportamenti deontologicamente non corretti da parte degli Avvocati più giovani, continuo a ripetere che il fenomeno è fisiologico in relazione al costante aumento degli iscritti ( 2808 al 31/12/2008, di cui 1956 cassazionisti ed avvocat, e 846 praticanti). Agli stessi evidenzio, altresì, che se i più giovani sembrano più spregiudicati nella trattazione delle pratiche e, a volte, meno rispettosi del galateo professionale, forse dovremmo meditare sui modelli di comportamento ai quali si sono dovute ispirare le ultime generazioni.
Rispetto al numero degli iscritti le pendenze disciplinari non sono rilevanti, ma una definizione quanto più celere delle stesse continuerà a rappresentare un impegno prioritario del Consiglio anche nel corrente esercizio 2009.
Proseguendo nell’esame dell’attività del Consiglio, voglio ricordare che, oltre agli specifici compiti istituzionali previsti dalla legge professionale, il Legislatore ha affidato maggiori incombenze agli Ordini forensi, che si trovano oggi ad esercitare pubbliche funzioni secondo il principio di sussidiarietà. Penso alla normativa sulle difese d’ufficio, o alla disciplina del Patrocinio a spese dello Stato, che vede l’Ordine forense investito della faticosa ed onerosa funzione di effettuare un primo vaglio delle domande presentate, esaminando la sussistenza dei requisiti di carattere patrimoniale richiesti dalla legge per l’ammissione al beneficio, e valutando la “non manifesta infondatezza” delle questioni oggetto della domanda di giustizia da parte dei cittadini.
Nel corso dell’anno 2008 il Consiglio ha evaso 554 istanze sulle 556 pervenute, contro le 435 pervenute nel 2007 e 387 pervenute nel 2006.
Per questo specifico ed importantissimo compito rivolgo vivo ringraziamento alla Commissione, che avendone la responsabilità, ha istruito le istanze con impegno, competenza e tempestività, consentendo al Consiglio di esaminarle nel termine, peraltro ritenuto ordinatorio, stabilito dal Legislatore.
Pari ringraziamento rivolgo alla Commissione che ha in carico la formazione, e che con altrettanta competenza e sollecitudine evade le numerose istanze provenienti da iscritti, associazioni, enti ed istituti interessati ad ottenere l’accreditamento degli eventi formativi.


In merito al “patrocinio a spese dello Stato”, voglio ricordare che il Consiglio ha ripetutamente denunciato, da ultimo in occasione dell’insediamento del Presidente del Tribunale dr. Filippo Bortone, la violazione sistematica delle tariffe forensi, con liquidazioni giudiziarie illegittime e mortificanti. Ho rammentato ai Giudici tranesi che il decreto Bersani non ha abrogato le tariffe forensi, e che le stesse rimangono in vigore ai fini della liquidazione delle spese di giudizio e per la definizione del compenso in caso di liquidazioni giudiziarie e di gratuito patrocinio.
I Giudici locali, purtroppo, continuano a disapplicare le tariffe e a non fare buon governo degli insegnamenti del Supremo Collegio, secondo cui “il principio cardine cui deve attenersi il giudice nella liquidazione dei compensi ai difensori rimane quello secondo cui devono essere rispettati i criteri e le tabelle professionali vigenti, relative a onorari, diritti e indennità, cioè a dire, determinato il minimo e il massimo dei compensi …. dev’essere fatta una comparazione per individuare il valore medio che in ogni caso non può essere superato” (Cass. 22/9/2008 n. 36313).


Il Consiglio, nella consapevolezza dell’imprescindibile ruolo della classe forense nell’organizzazione degli uffici giudiziari, ha partecipato attivamente alla predisposizione della proposta tabellare, con due separati interventi, entrambi pubblicati integralmente sul sito istituzionale www.ordineavvocatitrani.it: a)nota del 13-14/10/2008 inviata al Presidente del Tribunale, mediante la quale formulava suggerimenti articolati per ogni settore ed area, Penale e Civile; b) nota del 23/1/2009 inviata al Consiglio Giudiziario integrato ed al Presidente del Tribunale, mediante la quale, pur constatando che i suggerimenti preliminari contenuti nella menzionata lettera del 14/10/2008 erano stati recepiti praticamente per intero, formulava rilievi specifici finalizzati a garantire a ciascuna sezione distaccata del Tribunale la presenza effettiva di un numero congruo di giudici togati; a superare la inutile divisione della Sezione Civile in due aree “A” e B”; a sollecitare la riorganizzazione e ridistribuzione delle competenze tra i vari Uffici, attribuendo alla sede centrale gruppi omogenei di procedimenti; a censurare la fissazione dell’udienza collegiale e della camera di consiglio della Area “A” della sezione civile alla stessa ora (11,30); a denunciare la inutilità dell’attuale sistema di fissazione specifica degli orari delle cause; a sollecitare corsie preferenziali e, quindi tempi di definizione più contenuti per gli affari riguardanti la volontaria giurisdizione, lo stato e la capacità delle persone ed il diritto di famiglia.
Detti interventi sono stati determinati dalla consapevolezza che il Consiglio dell’Ordine deve condividere con gli altri Organi istituzionali la responsabilità dell’organizzazione degli Uffici, attraverso la partecipazione attiva al procedimento di formazione delle proposte tabellari.
I dati funzionali riferiti il 31/1/2009 dal Presidente della Corte di Appello di Bari, nella relazione sull’amministrazione della Giustizia nel Distretto di Bari, per il periodo 1/7/2007-30/6/2008, hanno evidenziato una situazione certamente insoddisfacente, e, purtroppo, hanno relegato il Tribunale di Trani in fondo alla graduatoria, senza alcuna possibilità di appello, per quanto riguarda il settore civile. Di contro, i dati registrati per la giustizia penale sono sicuramente migliori, fatta eccezione per l’ufficio G.I.P./G.U.P. che ha fatto registrare un “considerevole aumento per i noti e per gli ignoti” (cfr. relazione, pag. 20). Tra i dati più significativi:
A- Durata media, in giorni, dei procedimenti civili in primo grado:
Tribunale: giorni 1268 a Trani, 827 a Bari, 642 a Foggia, 648 a Lucera;
Giudici di Pace: giorni 342 a Trani, 319 a Bari, 289 a Foggia, 259 a Lucera;
B-Durata media in giorni dei procedimenti di separazione e divorzio:
separazioni consensuali: giorni 91 a Trani, 88 a Bari, 50 a Foggia, 22 a Lucera;
separazioni giudiziali: giorni 1269 a Trani, 1094 a Bari, 699 a Foggia, 567 a Lucera;
divorzi consensuali: giorni 166 a Trani, 168 a Bari, 82 a Foggia, 140 a Lucera;
divorzi giudiziali: 1075 a Trani, 1121 a Bari, 786 a Foggia, 711 a Lucera.
I dati sono deludenti per i cittadini, che pretendono la risoluzione delle controversie in tempi ragionevoli; per gli avvocati, che avvertono il peso, a volte insostenibile e frustante, di un sistema giudiziario sempre più in affanno; per i magistrati e per il personale amministrativo, che profondono ogni energia senza conseguire risultati confortanti, ma rispecchiano la situazione reale, perché nel nostro tribunale una causa civile non ha una durata inferiore media ai quattro anni, che si allunga sensibilmente in quelle sezioni distaccate che necessitano maggiormente di un adeguamento dell’organico dei magistrati o che non hanno neppure un magistrato ordinario a tempo pieno.
I dati, però, non devono essere strumentalizzati in odiose e sterili polemiche volte ad accentuare la contrapposizione tra Avvocati e Giudici, che può solo nuocere alla giurisdizione, nella quale entrambi operano nell’interesse superiore della Giustizia.
Il Consiglio intensificherà il dialogo costruttivo avviato con le Dirigenze del Tribunale per migliorare il funzionamento della Giustizia nel Circondario, attraverso la ottimizzazione dell’impiego delle risorse, umane e finanziarie, secondo modelli più avanzati di organizzazione del lavoro fondati sull’etica del risultato e della responsabilità.
A tale riguardo ringrazio l’avv. Antonio Giorgino per l’attività particolarmente incisiva da lui svolta nel Consiglio Giudiziario, nel quale è stato designato su indicazione del nostro Ordine, così come ringrazio il Presidente del Tribunale, dr. Filippo Bortone, ed il Procuratore della Repubblica, dr. Carlo Maria Capristo, perché intrattengono con il Consiglio dell’Ordine rapporti caratterizzati dalla massima collaborazione istituzionale.


Proseguendo velocemente nell’esame dell’attività del Consiglio, porto a conoscenza dell’Assemblea che il progetto di restauro della Biblioteca storica è in corso di ultimazione. La ditta appaltatrice ha completato il restauro dei volumi e da alcuni giorni ha iniziato la catalogazione. Prima dell’estate la preziosa collezione verrà restituita all’Ordine.


La inadeguatezza della sede istituzionale del Consiglio dell’Ordine a custodire la prestigiosa Biblioteca storica ed a consultare la Biblioteca corrente; la inagibilità dello storico Palazzo Caccetta, bellissimo ma rovinato, ove attualmente si svolgono i corsi organizzati dalla scuola forense, e la impossibilità di mantenerne la detenzione per la oggettiva impossibilità del Comune di assicurare gli interventi minimi per renderlo agibile e fruibile in condizioni di sicurezza (-ho appreso casualmente che il Comune di Trani ha disdettato il contratto di locazione con la Curia per il 30/6/2009-); la mancanza di contenitori urbani idonei ad ospitare seminari ed incontri, scientifici ed istituzionali; la necessità di allestire una nuova aula per lo svolgimento delle adunanze ordinarie e disciplinari in vista dell’aumento dei Consiglieri, da 15 a 21; la improcrastinabile necessità di migliorare le condizioni di lavoro del personale dipendente, hanno indotto il Consiglio dell’Ordine ed il Consiglio di Amministrazione della Fondazione a ricercare una soluzione alternativa a Palazzo Caccetta. La soluzione è stata individuata nella locazione novennale, ad un canone estremamente conveniente, di un immobile prestigioso ed ampio, sito in Piazza Sacra Regia Udienza, quindi facilmente raggiungibile da tutti gli Uffici giudiziari.
La locazione ed i lavori di allestimento della nuova sede potranno essere autofinanziati interamente dal Consiglio, che dispone di un patrimonio netto elevato ed assolutamente sovradimensionato alle necessità economiche e finanziarie dell’Ordine. La disponibilità di una nuova sede secondaria consentirà, secondo le stime finanziarie, di incrementare la patrimonializzazione dell’Ordine in un periodo di tempo abbastanza breve, sia perché si ridurranno sensibilmente i costi di organizzazione degli eventi formativi ed istituzionali in genere, sia perché si ridurrà il finanziamento dell’attività corrente della nostra Fondazione, in quanto il consiglio di amministrazione dovrà adottare programmi ispirati all’etica del risultato e dell’autofinanziamento almeno parziale.


I rapporti con le Associazioni Forensi, circondariali e locali, sono stati continui, proficui ed improntati a piena collaborazione e unità di intenti, per risolvere tante problematiche comuni all’intera Avvocatura ed alla Giustizia in genere.
Per questa collaborazione, che proseguirà certamente sempre più intensamente, rivolgo sincero ringraziamento e sentimenti di stima ai Presidenti ed ai loro iscritti.
L’Unione Regionale degli Ordini di Puglia, sotto la presidenza di Guido De Rossi, nell’ultimo anno si è incontrata ripetutamente per discutere i problemi comuni rispetto ai quali la disponibilità e unità di intenti hanno consentito agli Ordini pugliesi di influenzare con maggiore efficacia il dibattito nazionale sui temi più importanti dell’Avvocatura.


Ometto di riferire all’Assemblea le numerosissime attività, ordinarie e straordinarie, svolte dal Consiglio nell’anno appena trascorso, perché sono state pubblicizzate tempestivamente sul nostro sito istituzionale. Tra le più importanti ricordo il Polisweb, che nel corrente esercizio verrà esteso alle Sezioni distaccate ed alla sezione lavoro, e che attualmente è consultabile dalle tre postazioni fisse allestite dal Consiglio, oppure direttamente dai nostri studi attraverso la rete internet; le due macchine fotocopiatrici installate rispettivamente a Palazzo Gadaleta (sede delle cancellerie della fallimentare e delle esecuzioni mobiliari ed immobiliari) ed a Palazzo Candido (sede della sezione civile); la rotazione degli incarichi nei procedimenti de potestate sollecitata con successo dal nostro Ordine alla presidenza del Tribunale per i Minorenni; l’assemblea aperta organizzata il 3/10/2008 con la locale sezione dell’Associazione Nazionale Magistrati e le rappresentanze sindacali del personale amministrativo per protestare contro il decreto legge 112/2008; il congresso organizzato con il Ministro di Giustizia sulla cooperazione Italia/Romania, che ha visto la partecipazione del Primo Ministro e delle più alte cariche giudiziarie della Romania; ed i numerosi convegni organizzati direttamente dal Consiglio o in collaborazione con le Associazioni forensi.


Ringrazio sinceramente il nostro personale di Segreteria, signore Amelia, Carmela, Giovanna e Rosa, che cito in ordine rigorosamente alfabetico, perché ognuna di loro primeggia sull’altra per impegno e competenza.


Ho già evidenziato in questa relazione che le attività del Consiglio si presentano sempre più complesse ed articolate per il costante aumento degli iscritti, e per i nuovi compiti delegati agli Ordini forensi dal Legislatore e dal Consiglio Nazionale Forense.
L’adozione di strumenti tecnologici all’avanguardia di cui si è dotato l’Ordine sarebbe inutile senza l’abnegazione del nostro personale, tecnicamente preparato, intelligente, e soprattutto volenteroso.


Ricordo con commosso rimpianto, e con sentimenti di affettuosa e sentita partecipazione, i Colleghi purtroppo mancati nel corso dell’anno: avv. Leo d’Amato, avv. Sergio De Feo, avv. Vittorio Forina, avv. Paolo Lamastra, Avv. Leo Nunzio, Avv. Mauro Cardone, avv. Salvatore Mastrolillo, avv. Nicola Morgese, avv. Fabrizio Rizzi, avv. Michele Romano, avv. Francesco Papeo, Avv. Domenico D’Amore, avv. Antonio Rosato.


Concludo augurando a tutti un anno 2009 migliore e propizio per l’Avvocatura; ricordando che all’Avvocato è assegnato il compito di tutelare i diritti fondamentali della persona ed i suoi interessi legittimi nei confronti di chiunque, compreso lo Stato, affinché siano rispettati tutti i diritti costituzionalmente garantiti; e richiamando l’onore ed il prestigio di appartenere all’Ordine Forense di Trani.


Il Presidente
Avv. Francesco Logrieco