DECRETO LEGISLATIVO 2 Agosto 2007 , n. 145

Attuazione dell’articolo 14 della direttiva 2005/29/CE che modifica
la direttiva 84/450/CEE sulla pubblicita’ ingannevole.

( pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.207 del 06/09/2007
in vigore dal 21/09/2007)


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Visto l’articolo 14, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Vista la legge 25 gennaio 2006, n. 29, recante “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunita’ europee – legge comunitaria 2005”, ed in particolare l’articolo 1 e l’allegato A;
Vista la direttiva 2005/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 maggio 2005, relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno e che modifica la direttiva 84/450/CEE del Consiglio e le direttive 97/7/CE, 98/27/CE e 2002/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio nonche’ il regolamento (CE) n. 2006/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio (“direttiva sulle pratiche commerciali sleali”), ed in particolare l’articolo 14;
Vista la direttiva 2006/114/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006, concernente la pubblicita’ ingannevole e comparativa (versione codificata);
Visto il decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante Codice del consumo;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 27 luglio 2007;
Sulla proposta del Ministro per le politiche europee e del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri degli affari esteri, della giustizia e dell’economia e delle finanze;


E m a n a


il seguente decreto legislativo:


Art. 1.
Finalita’




  1. Le disposizioni del presente decreto legislativo hanno lo scopo di tutelare i professionisti dalla pubblicita’ ingannevole e dalle sue conseguenze sleali, nonche’ di stabilire le condizioni di liceita’ della pubblicita’ comparativa.


  2. La pubblicita’ deve essere palese, veritiera e corretta.

Art. 2.
Definizioni




  1. Ai fini del presente decreto legislativo si intende per:
    a) pubblicita’: qualsiasi forma di messaggio che e’ diffuso, in qualsiasi modo, nell’esercizio di un’attivita’ commerciale, industriale, artigianale o professionale allo scopo di promuovere il trasferimento di beni mobili o immobili, la prestazione di opere o di servizi oppure la costituzione o il trasferimento di diritti ed obblighi su di essi;
    b) pubblicita’ ingannevole: qualsiasi pubblicita’ che in qualunque modo, compresa la sua presentazione e’ idonea ad indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali e’ rivolta o che essa raggiunge e che, a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico ovvero che, per questo motivo, sia idonea a ledere un concorrente;
    c) professionista: qualsiasi persona fisica o giuridica che agisce nel quadro della sua attivita’ commerciale, industriale, artigianale o professionale; e chiunque agisce in nome o per conto di un professionista;
    d) pubblicita’ comparativa: qualsiasi pubblicita’ che identifica in modo esplicito o implicito un concorrente o beni o servizi offerti da un concorrente;
    e) operatore pubblicitario: il committente del messaggio pubblicitario ed il suo autore, nonche’, nel caso in cui non consenta all’identificazione di costoro, il proprietario del mezzo con cui il messaggio pubblicitario e’ diffuso ovvero il responsabile della programmazione radiofonica o televisiva.

Art. 3.
Elementi di valutazione




  1. Per determinare se la pubblicita’ e’ ingannevole se ne devono considerare tutti gli elementi, con riguardo in particolare ai suoi riferimenti:
    a) alle caratteristiche dei beni o dei servizi, quali la loro disponibilita’, la natura, l’esecuzione, la composizione, il metodo e la data di fabbricazione o della prestazione, l’idoneita’ allo scopo, gli usi, la quantita’, la descrizione, l’origine geografica o commerciale, o i risultati che si possono ottenere con il loro uso, o
    i risultati e le caratteristiche fondamentali di prove o controlli effettuati sui beni o sui servizi;
    b) al prezzo o al modo in cui questo e’ calcolato ed alle condizioni alle quali i beni o i servizi sono forniti;
    c) alla categoria, alle qualifiche e ai diritti dell’operatore pubblicitario, quali l’identita’, il patrimonio, le capacita’, i diritti di proprieta’ intellettuale e industriale, ogni altro diritto su beni immateriali relativi all’impresa ed i premi o riconoscimenti.

Art. 4.
Condizioni di liceita’ della pubblicita’ comparativa




  1. Per quanto riguarda il confronto, la pubblicita’ comparativa e’ lecita se sono soddisfatte le seguenti condizioni:
    a) non e’ ingannevole ai sensi del presente decreto legislativo o degli articoli 21, 22 e 23 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante “Codice del consumo”;
    b) confronta beni o servizi che soddisfano gli stessi bisogni o si propongono gli stessi obiettivi;
    c) confronta oggettivamente una o piu’ caratteristiche essenziali, pertinenti, verificabili e rappresentative, compreso eventualmente il prezzo, di tali beni e servizi;
    d) non ingenera confusione sul mercato tra i professionisti o tra l’operatore pubblicitario ed un concorrente o tra i marchi, le denominazioni commerciali, altri segni distintivi, i beni o i servizi dell’operatore pubblicitario e quelli di un concorrente;
    e) non causa discredito o denigrazione di marchi, denominazioni commerciali, altri segni distintivi, beni, servizi, attivita’ o posizione di un concorrente;
    f) per i prodotti recanti denominazione di origine, si riferisce in ogni caso a prodotti aventi la stessa denominazione;
    g) non trae indebitamente vantaggio dalla notorieta’ connessa al marchio, alla denominazione commerciale ovvero ad altro segno distintivo di un concorrente o alle denominazioni di origine di prodotti concorrenti;
    h) non presenta un bene o un servizio come imitazione o contraffazione di beni o servizi protetti da un marchio o da una denominazione commerciale depositati.


  2. Il requisito della verificabilita’ di cui al comma 1, lettera c), si intende soddisfatto quando i dati addotti ad illustrazione della caratteristica del bene o servizio pubblicizzato sono suscettibili di dimostrazione.


  3. Qualunque raffronto che fa riferimento a un’offerta speciale deve indicare in modo chiaro e non equivoco il termine finale dell’offerta oppure, nel caso in cui l’offerta speciale non sia ancora avviata, la data di inizio del periodo nel corso del quale si applicano il prezzo speciale o altre condizioni particolari o, se del caso, che l’offerta speciale dipende dalla disponibilita’ dei beni e servizi.

Art. 5.
Trasparenza della pubblicita’




  1. La pubblicita’ deve essere chiaramente riconoscibile come tale.
    La pubblicita’ a mezzo di stampa deve essere distinguibile dalle altre forme di comunicazione al pubblico, con modalita’ grafiche di evidente percezione.


  2. I termini “garanzia”, “garantito” e simili possono essere usati solo se accompagnati dalla precisazione del contenuto e delle modalita’ della garanzia offerta. Quando la brevita’ del messaggio pubblicitario non consente di riportare integralmente tali precisazioni, il riferimento sintetico al contenuto ed alle modalita’ della garanzia offerta deve essere integrato dall’esplicito rinvio ad un testo facilmente conoscibile dal consumatore in cui siano riportate integralmente le precisazioni medesime.


  3. E’ vietata ogni forma di pubblicita’ subliminale.

Art. 6.
Pubblicita’ di prodotti pericolosi per la salute e la sicurezza




  1. E’ considerata ingannevole la pubblicita’ che, riguardando prodotti suscettibili di porre in pericolo la salute e la sicurezza dei soggetti che essa raggiunge, omette di darne notizia in modo da indurre tali soggetti a trascurare le normali regole di prudenza e vigilanza.

Art. 7.
Bambini e adolescenti




  1. E’ considerata ingannevole la pubblicita’ che, in quanto suscettibile di raggiungere bambini ed adolescenti, abusa della loro naturale credulita’ o mancanza di esperienza o che, impiegando bambini ed adolescenti in messaggi pubblicitari, fermo quanto disposto dall’articolo 10 della legge 3 maggio 2004, n. 112, abusa dei naturali sentimenti degli adulti per i piu’ giovani.


  2. E’ considerata ingannevole la pubblicita’, che, in quanto suscettibile di raggiungere bambini ed adolescenti, puo’, anche indirettamente, minacciare la loro sicurezza.

Art. 8.
Tutela amministrativa e giurisdizionale




  1. L’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato, di seguito chiamata Autorita’, esercita le attribuzioni disciplinate dal presente articolo.


  2. L’Autorita’, d’ufficio o su istanza di ogni soggetto o organizzazione che ne abbia interesse, inibisce la continuazione ed elimina gli effetti della pubblicita’ ingannevole e comparativa illecita. Per lo svolgimento dei compiti di cui al comma 1, l’Autorita’ puo’ avvalersi della Guardia di Finanza che agisce con i poteri ad essa attribuiti per l’accertamento dell’imposta sul valore aggiunto e dell’imposta sui redditi.


  3. L’Autorita’ puo’ disporre con provvedimento motivato la sospensione provvisoria della pubblicita’ ingannevole e comparativa illecita in caso di particolare urgenza. In ogni caso, comunica l’apertura dell’istruttoria al professionista e, se il committente non e’ conosciuto, puo’ richiedere al proprietario del mezzo che ha diffuso il messaggio pubblicitario ogni informazione idonea ad identificarlo. L’Autorita’ puo’, altresi’, richiedere ad ogni soggetto le informazioni ed i documenti rilevanti al fine dell’accertamento dell’infrazione. Si applicano le disposizioni previste dall’articolo 14, commi 2, 3 e 4, della legge 10 ottobre 1990, n. 287.


  4. In caso di inottemperanza, senza giustificato motivo, a quanto disposto dall’Autorita’ ai sensi dell’articolo 14, comma 2, della legge 10 ottobre 1990, n. 287, l’Autorita’ applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000,00 euro a 20.000,00 euro. Qualora le informazioni o la documentazione fornite non siano veritiere, l’Autorita’ applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 4.000,00 euro a 40.000,00 euro.


  5. L’Autorita’ puo’ disporre che il professionista fornisca prove sull’esattezza materiale dei dati di fatto contenuti nella pubblicita’ se, tenuto conto dei diritti o degli interessi legittimi del professionista e di qualsiasi altra parte nel procedimento, tale esigenza risulti giustificata, date le circostanze del caso specifico. Se tale prova e’ omessa o viene ritenuta insufficiente, i dati di fatto sono considerati inesatti.


  6. Quando la pubblicita’ e’ stata o deve essere diffusa attraverso la stampa periodica o quotidiana ovvero per via radiofonica o televisiva o altro mezzo di telecomunicazione, l’Autorita’, prima di provvedere, richiede il parere dell’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni.


  7. Ad eccezione dei casi di manifesta scorrettezza e gravita’ l’Autorita’ puo’ ottenere dal professionista responsabile della pubblicita’ ingannevole e comparativa illecita l’assunzione dell’impegno a porre fine all’infrazione, cessando la diffusione della stessa o modificandola in modo da eliminare i profili di illegittimita’. L’Autorita’ puo’ disporre la pubblicazione della dichiarazione di assunzione dell’impegno in questione, a cura e spese del professionista. In tali ipotesi, l’Autorita’, valutata l’idoneita’ di tali impegni, puo’ renderli obbligatori per il professionista e definire il procedimento senza procedere all’accertamento dell’infrazione.


  8. L’Autorita’, se ritiene la pubblicita’ ingannevole o il messaggio di pubblicita’ comparativa illecito, vieta la diffusione, qualora non ancora portata a conoscenza del pubblico, o la continuazione, qualora sia gia’ iniziata. Con il medesimo provvedimento puo’ essere disposta, a cura e spese del professionista, la pubblicazione della delibera, anche per estratto, nonche’, eventualmente, di un’apposita dichiarazione rettificativa in modo da impedire che la pubblicita’ ingannevole o il messaggio di pubblicita’ comparativa illecito continuino a produrre effetti.


  9. Con il provvedimento che vieta la diffusione della pubblicita’, l’Autorita’ dispone inoltre l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000,00 euro a 500.000,00 euro, tenuto conto della gravita’ e della durata della violazione. Nel caso di pubblicita’ che possono comportare un pericolo per la salute o la sicurezza, nonche’ suscettibili di raggiungere, direttamente o indirettamente, minori o adolescenti, la sanzione non puo’ essere inferiore a 50.000,00 euro.


  10. Nei casi riguardanti pubblicita’ inserite sulle confezioni di prodotti, l’Autorita’, nell’adottare i provvedimenti indicati nei commi 3 e 8, assegna per la loro esecuzione un termine che tenga conto dei tempi tecnici necessari per l’adeguamento.


  11. L’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato, con proprio regolamento, da emanarsi entro novanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto legislativo, disciplina la procedura istruttoria, in modo da garantire il contraddittorio, la piena cognizione degli atti e la verbalizzazione.


  12. In caso di inottemperanza ai provvedimenti d’urgenza e a quelli inibitori o di rimozione degli effetti di cui ai commi 3, 8 e 10 ed in caso di mancato rispetto degli impegni assunti ai sensi del comma 7, l’Autorita’ applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000,00 a 150.000,00 euro. Nei casi di reiterata inottemperanza l’Autorita’ puo’ disporre la sospensione dell’attivita’ d’impresa per un periodo non superiore a trenta giorni.


  13. I ricorsi avverso le decisioni adottate dall’Autorita’ sono soggetti alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Per le sanzioni amministrative pecuniarie conseguenti alle violazioni del presente decreto si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni contenute nel capo I, sezione I, e negli articoli 26, 27, 28 e 29 della legge 24 novembre 1981, n. 689, e successive modificazioni. Il pagamento delle sanzioni amministrative di cui al presente articolo deve essere effettuato entro trenta giorni dalla notifica del provvedimento dell’Autorita’.


  14. Ove la pubblicita’ sia stata assentita con provvedimento amministrativo, preordinato anche alla verifica del carattere non ingannevole della stessa o di liceita’ del messaggio di pubblicita’ comparativa, la tutela dei soggetti e delle organizzazioni che vi abbiano interesse, e’ esperibile in via giurisdizionale con ricorso al giudice amministrativo avverso il predetto provvedimento.


  15. E’ comunque fatta salva la giurisdizione del giudice ordinario in materia di atti di concorrenza sleale, a norma dell’articolo 2598 del codice civile, nonche’, per quanto concerne la pubblicita’ comparativa, in materia di atti compiuti in violazione della disciplina sul diritto d’autore protetto dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni, e del marchio d’impresa protetto a norma del decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, e successive modificazioni, nonche’ delle denominazioni di origine riconosciute e protette in Italia e di altri segni distintivi di imprese, beni e servizi concorrenti.


  16. Al fine di consentire l’esercizio delle competenze disciplinate dal presente decreto, il numero dei posti previsti per la pianta organica del personale di ruolo dell’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato dall’articolo 11, comma 1, della legge 10 ottobre 1990, n. 287, e’ incrementato di venti unita’, di cui due di livello dirigenziale. Ai medesimi fini, e’ altresi’ incrementato di dieci unita’ il numero dei contratti di cui all’articolo 11, comma 4, della legge 10 ottobre 1990, n. 287, e l’Autorita’ potra’ avvalersi dell’istituto del comando per un contingente di dieci unita’ di personale. Agli oneri finanziari derivanti dalla presente disposizione si fara’ fronte con le risorse raccolte ai sensi dell’articolo 10, comma 7-bis, della legge 10 ottobre 1990, n. 287.

Art. 9.
Autodisciplina




  1. Le parti interessate possono richiedere che sia inibita la continuazione degli atti di pubblicita’ ingannevole o di pubblicita’ comparativa ritenuta illecita, ricorrendo ad organismi volontari e autonomi di autodisciplina.


  2. Iniziata la procedura davanti ad un organismo di autodisciplina, le parti possono convenire di astenersi dall’adire l’Autorita’ fino alla pronuncia definitiva, ovvero possono chiedere la sospensione del procedimento innanzi all’Autorita’, ove lo stesso sia stato attivato, anche da altro soggetto legittimato, in attesa della pronuncia dell’organismo di autodisciplina. L’Autorita’, valutate tutte le circostanze, puo’ disporre la sospensione del procedimento per un periodo non superiore a trenta giorni.

Art. 10.
Neutralita’ finanziaria




  1. Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.


Dato a Roma, addi’ 2 agosto 2007


NAPOLITANO
Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Bonino, Ministro per le politiche europee
Bersani, Ministro dello sviluppo economico
D’Alema, Ministro degli affari esteri
Mastella, Ministro della giustizia
Padoa Schioppa, Ministro dell’economia e delle finanze
Visto, il Guardasigilli: Mastella