La Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura italiana,
riunita in Bruxelles il 29 novembre 2006 e in Roma il 30 novembre 2006,
premesso
che il XXVIII Congresso Nazionale Forense, seconda sessione di Roma 21/24 settembre 2006, ha visto la convinta ed attiva partecipazione di n. 937 delegati, rappresentativi di n. 158 ordini forensi su 166, in rappresentanza di oltre 140.000 avvocati;
che la mozione politica approvata con il n. 2 del XXVIII Congresso Nazionale Forense ha dato mandato all’OUA, quale organismo di rappresentanza politica della classe forense, di proclamare l’astensione dalle udienze penali, civili, amministrative e tributarie per le settimane dal 13 al 18 novembre 2006 e dall’11 al 16 dicembre 2006, delegando gli organi dirigenti a “valutare l’opportunità di sospendere l’astensione nel caso di adeguato accoglimento delle istanze dell’avvocatura”;
che la predetta mozione ha individuato quali istanze dell’avvocatura:
l’adozione di interventi atti a porre rimedio al negativo impatto determinato sulla professione e sul concreto esercizio della domanda di giustizia – con particolare riferimento alla disciplina del patrocinio dei non abbienti – dall’intervenuta approvazione della c.d. Legge Bersani n. 248/06;
l’avvio del “necessario confronto sui contenuti dei progetti di riforma degli ordinamenti professionali” con particolare riferimento alla riforma dell’ordinamento professionale forense, da attuarsi nel rispetto delle linee guida tracciate, sia per la riforma delle professioni che per la riforma della professione forense, dalla mozione specifica approvata con il n. 1 del XXVIII Congresso Nazionale Forense, significativamente sottoscritta, a dimostrazione della unanime volontà dell’avvocatura, dal Presidente del Consiglio Nazionale Forense e dal Presidente dell’Oua, quali primi firmatari;
l’idonea previsione di stanziamenti in favore del comparto Giustizia, gravemente penalizzato dalle per nulla modeste riduzioni apportate dalla citata Legge n. 248/06, ed altrettanto gravato dalla mancata riassegnazione, in favore del Ministero della Giustizia, del maggior gettito derivante dall’aumento del contributo unificato, in conformità alla destinazione attribuitagli per legge (legge n. 311/2004);
l’adozione di serie iniziative finalizzate a restituire efficacia ed efficienza al sistema Giustizia, in crisi oramai cronica;
- che la predetta mozione altresì
richiedeva “al Governo e al Parlamento di provvedere alla sospensione dell’efficacia delle norme contestate (legge Bersani), in attesa e per il tempo strettamente necessario alla concertazione ed emanazione della legge di riforma degli ordinamenti professionali e di quello forense in particolare”;
invitava “Governo e Parlamento a voler provvedere, come già proposto dall’Avvocatura a partire dalla Conferenza OUA di Pisa 1998, in sede di approvazione della legge finanziaria, misure fiscali piu’ coraggiose e realmente efficaci, quali la detrazione degli importi delle parcelle dei professionisti, unitamente, con particolare riferimento a quelle degli avvocati, ad un’adeguata riduzione dell’aliquota Iva, in considerazione della rilevanza costituzionale del diritto alla difesa”;
invitava infine “i Presidenti delle Commissioni Giustizia della Camera e del Senato a fissare l’immediata audizione dei rappresentanti dell’Avvocatura per discutere i progetti di riforma delle professioni, con formale impegno alla loro trattazione entro il 31.12.2006, eventualmente con la concessione della sede deliberante”;
con espresso riferimento ai contenuti della mozione congressuale rileva che
a tutt’oggi
nessuna iniziativa concreta è stata adottata da parte del Governo o del Parlamento al fine di sospendere, sia pure temporaneamente, l’efficacia della contestata legge Bersani;
ad eccezione di alcune audizioni formali del CUP (Comitato Unitario Professioni), non si è avviato l’auspicato percorso di approfondito confronto nel vivo dei contenuti della legge di riforma delle professioni; i testi via via predisposti e resi noti dal Ministero della Giustizia, configurano una ipotesi di legge delega, anziché di legge quadro, e, in linea generale, si rivelano in più aspetti non compatibili con i punti fissati dalla mozione n. 1 del XXVIII Congresso Nazionale Forense;
la volontà politica appare chiaramente orientata a scendere all’esame della riforma dell’ordinamento professionale forense soltanto successivamente alla approvazione della disciplina generale valida per tutte le professioni, che potrebbe risultare apprezzabilmente migliorata, in esito al confronto fattivo più volte richiesto, attraverso la previsione di una disciplina piu’ specifica e dettagliata sugli snodi fondamentali e la valorizzazione degli spunti condivisibili che sono contenuti nei diversi testi, e quindi anche nel testo di iniziativa ministeriale;
dopo un primo rinvio, ha finalmente preso avvio, con la prima riunione svoltasi in seduta congiunta il 28 novembre tra le Commissioni Giustizia e Attività Produttive della Camera dei Deputati, il percorso parlamentare di esame dei progetti di legge di riforma delle professioni, con l’intento di pervenire, come richiesto dall’Oua, ad un testo unificato che recepisca auspicabilmente le linee guida tracciate dall’avvocatura;
viene peraltro annunciata la presentazione al Consiglio dei Ministri di venerdì 1 dicembre del disegno di legge delega sulla materia, predisposto dal Ministro della Giustizia, sul quale si sono registrate espressioni di dissenso dell’intera avvocatura e dell’intero mondo professionale, senza che sia dato sapere con certezza quale sorte l’eventuale approvazione dello stesso avrà sul percorso parlamentare appena avviato e di cui sopra;
numerose e anche recentissime sono le prese di posizione di esponenti del Governo che hanno annunciato la loro intenzione di intervenire sul testo predisposto dal Ministro della Giustizia, per modificarne ulteriormente i contenuti, in quell’ottica asseritamente liberalizzatrice, di indirizzo prettamente mercantilistico, che ha avuto la sua prima eclatante espressione nella legge Bersani dello scorso luglio, che ha dato l’avvio alle iniziative di ferma protesta dell’avvocatura e dell’intero settore professionale;
non sono stati adottati, né appaiono all’orizzonte, provvedimenti atti a dotare la Giustizia di risorse idonee a restituirle credibilità, efficacia ed efficienza, ed anzi la legge Finanziaria non solo non ha recepito alcuna delle indicazioni provenute dall’avvocatura quanto alla deducibilità delle spese legali ed alla riduzione dell’aliquota Iva sulle stesse, ma ha ulteriormente impoverito il sistema sottraendo nuove risorse, in particolare per il finanziamento del patrocinio a spese dello stato per i non abbienti;
le disposizioni della legge 311/2004 che prevedevano la riassegnazione al Ministero della Giustizia delle somme rivenienti dal maggior gettito conseguente all’aumento del contributo unificato sono rimaste completamente inattuate, ed anzi la legge finanziaria in discussione rende stabile una norma, prima d’ora solo temporanea, che non ne renderà possibile neppure nel 2007 la riassegnazione;
la stampa riporta costanti dichiarazioni di dirigenti del Ministero, ed anche dello stesso Ministro della Giustizia, che lamentano la cronica insufficienza di risorse, non solo per dare corso ad interventi strutturali, richiesti a gran voce anche dagli organi dell’Unione europea, ma anche per il minuto e quotidiano funzionamento degli uffici giudiziari;
particolarmente rilevante, in termini di risorse umane e materiali, appare il contributo spontaneamente offerto, con mezzi propri, dall’avvocatura, nell’intento di contribuire ad alleviare i disagi che il cittadino suo malgrado è costretto a subire da un sistema giustizia gravemente inadempiente e sistematicamente inefficiente;
in linea generale, quindi, sottolinea che
allo stato, non può dirsi che siano stati in alcun modo soddisfatti i presupposti la cui realizzazione avrebbe giustificato, per espressa volontà dell’assise congressuale, la sospensione da parte dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura delle iniziative di ferma protesta deliberate nello scorso settembre;
anzi, con riferimento allo stato della giustizia nel paese ed alla concreta lesione dei diritti allo stesso conseguente, il Consiglio dei Ministri d’Europa ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per ripetute e reiterate violazioni dei diritti garantiti dalla Convenzione europea per i diritti dell’uomo, con ciò trovando conferma l’ulteriore inarrestabile aggravamento della situazione;
si sono già manifestati i primi preoccupanti segni delle nefaste iniziative volute dal Ministro Bersani: in questi ultimi giorni è stato diffuso un messaggio della Coop che propaganda l’offerta di consulenza legale, prestata da avvocati, presso i suoi centri di grande distribuzione, fatto che denota, a tacer d’altro, una rilevante limitazione della libera concorrenza professionale, risolvendosi, innanzitutto, nell’interposizione, quale collettore di clientela, di un soggetto economico forte, in favore di legali ad esso facenti capo, o comunque collegati, con il che, come era facilmente prevedibile, viene ad essere palesemente sconfessato nei fatti uno dei principali obiettivi dichiarati della contestata normativa pseudo-liberalizzatrice, quello del promuovimento della libera concorrenza;
alcun segnale concreto, univoco e rassicurante, infatti, è venuto nella direzione di accogliere le predette istanze e non è stata sin qui consentita all’avvocatura quell’interlocuzione costruttiva piu’ volte richiesta, indispensabile non soltanto perché proveniente da un soggetto della giurisdizione, certamente attento conoscitore della tematica afferente l’ordinamento e la disciplina delle professioni, così come delle problematiche del settore giustizia, ma anche in adempimento a quegli obblighi di consultazione e coinvolgimento dei soggetti interessati ai percorsi riformatori che è stato anche recentemente ed autorevolmente affermato dal Parlamento Europeo;
sottolinea peraltro
che nel corso degli ultimi mesi si sono determinate le condizioni per una ritrovata compattezza dell’intera avvocatura, in ogni sua componente, unanime nel condividere la forte censura nei confronti dell’affermarsi di una visione riduttiva e mortificante della difesa e della cecità della politica dinanzi alle sempre piu’ evidenti disfunzioni dell’amministrazione della giustizia, di talchè l’attuale situazione appare in netto contrasto con lo stesso dettato costituzionale, imponendo una urgente riflessione e l’adozione di immediate iniziative strutturali, accompagnate da idonei stanziamenti di risorse;
che i Consigli dell’Ordine e le Unioni hanno profuso il massimo delle loro energie per sostenere nelle realtà locali le iniziative di protesta, attivandosi con ogni mezzo, dando vita ad assemblee pubbliche e conferenze stampa, e consentendo all’Oua, tramite costanti e dettagliate informative, di avere in ogni momento piena conoscenza degli esiti e dell’evolversi delle iniziative stesse, anche per le deliberazioni ad esso demandate e da assumersi;
che le Associazioni Forensi, che hanno condiviso apertamente le ragioni della protesta e sostenuto le deliberazioni assunte dall’Oua, hanno partecipato attivamente al dibattito culturale che si è avviato sui temi oggetto della mobilitazione, apportandovi contributi peculiari e propri, ed hanno dato vita a qualificate iniziative di dibattito, analisi e proposta, con il coinvolgimento di avvocati, magistrati, studiosi, opinionisti, esponenti della società civile e cittadini;
che le iniziative di sensibilizzazione attuate, anche mediante pubblicazioni sulla stampa e interventi sui media locali e nazionali, hanno consentito alla protesta dell’avvocatura di conseguire un significativo obiettivo e segnare un primo ed importante risultato, che va ascritto a merito collettivo, e cioè l’avvio nel Paese, nell’opinione pubblica, tra gli editorialisti dei principali quotidiani, e soprattutto tra i singoli cittadini, di un aperto e plurale dibattito sull’urgenza di ripristinare un corretto funzionamento dell’amministrazione della giustizia, anche per i risvolti economici che ne conseguono, sull’importanza anche e soprattutto nella moderna società globalizzata dei professionisti e del capitale ingente costituito dalla conoscenza e dai saperi, di cui i professionisti sono qualificati portatori, sulla necessità di spostare l’asse della riflessione sulla formazione, sulla qualificazione e sulla specializzazione, e non già sui soli e riduttivi aspetti economici della prestazione professionale, ed infine – con una particolare attenzione – sulla rilevanza della libertà, dell’autonomia e dell’indipendenza del difensore;
che l’iniziativa assunta dall’Oua con la presentazione di una petizione al Parlamento Europeo ha destato grande attenzione e interesse, a dimostrazione di una particolare sensibilità esistente anche a livello comunitario sul tema della difesa dei diritti e della figura e del ruolo del difensore, di rilevante interesse pubblico;
che l’adesione alle astensioni proclamate dall’Oua, malgrado la loro reiterazione e durata, è sempre stata intensa e convinta sull’intero territorio nazionale, così come l’attuazione di tutte le ulteriori iniziative di protesta pure deliberate ed indicate dall’organo di rappresentanza politica, con un livello di partecipazione che si è attestato sul 90%;
che, in aggiunta all’astensione, ha dato esiti assai positivi e largamente incoraggianti l’attuazione del c.d. sciopero bianco, che in molte realtà locali ha consentito il coinvolgimento della magistratura – purtroppo non ovunque sensibile alle ragioni della protesta dell’avvocatura – e del personale dirigente e non degli uffici giudiziari, nella comune convinzione della ormai insostenibile situazione che si è venuta determinando e che purtroppo si evolve nel senso di un ulteriore peggioramento;
che altrettanto positiva è stata l’esperienza – che l’avvocatura si propone di proseguire – delle giornate per il cittadino, nelle quali sono state rese gratuitamente, presso i Consigli dell’Ordine e le Associazioni resesi disponibili, prestazioni di consulenza, unite alla dettagliata illustrazione delle reali ragioni della protesta, incentrate sulla rigorosa e puntigliosa tutela del diritto alla difesa e sulla affermazione della questione giustizia come obiettivo prioritario del paese;
che i cittadini, i mass media e le forze politiche hanno dovuto comprendere ciò che per troppo tempo si è volutamente nascosto, e cioè che i professionisti e gli avvocati italiani sono i primi a volere una modernizzazione dei loro assetti ordinamentali, ed hanno già da molti anni elaborato progetti concreti di riforma, che in larga parte hanno anticipato – però in modo corretto e nel rispetto di principi cardine irrinunciabili – anche aspetti brutalmente ed improvvidamente aggrediti dalla Legge Bersani;
che l’avvocatura ha avuto il merito, con forza e compattezza, di sostenere senza deflettere, ancorchè a fatica e con costi non indifferenti, una protesta prolungata, elevando il livello del dibattito ed affrontando temi di interesse generale e di alto respiro politico e socio-culturale;
che la forza e la compattezza mostrate, malgrado talune differenziazioni di sensibilità che non sono valse a scalfire l’unità sostanziale, unite al rigore delle motivazioni poste alla base della protesta e delle proposte avanzate, hanno determinato un ulteriore e rilevante risultato, facendo emergere, da ultimo, le contraddizioni e le divergenze di approccio e di filosofia esistenti sulle tematiche in questione allo stesso interno della maggioranza e del Governo, determinando prese di posizione assai vicine a quanto propugnato dall’avvocatura, che necessitano però di essere espresse con maggiore vigore e di tradursi in fatti concludenti, per non rimanere unicamente petizioni di principio;
che il Parlamento, ed in particolare la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, e per essa il suo autorevole Presidente, on. Pino Pisicchio, ha ritenuto di mostrare maggiore attenzione e rispetto per l’Avvocatura, non soltanto gratificando l’Oua di una personale visita e di un costruttivo ed approfondito colloquio sui principali temi sul tappeto, ma anche riaffermando con decisione la primazia del dibattito parlamentare per l’approvazione di interventi riformatori di notevole rilevanza, quale la riforma delle professioni, e quindi dell’ordinamento professionale forense;
che tale attenzione si è tradotta nell’avvio del percorso parlamentare di analisi dei testi di riforma presentati dalle diverse forze politiche, con la dichiarata volontà di attuare il sistematico coinvolgimento dell’avvocatura e di disporre a breve l’audizione dell’Oua;
che il Ministro della Giustizia, sen. Mastella, il quale ha incontrato l’Ufficio di Presidenza dell’Oua nel pomeriggio del 30 novembre, pur non avendo in concreto accolto alcuna delle richieste presentategli nel merito, fatto per il quale l’Organismo gli ha espresso l’impossibilità di sospendere per intero l’astensione, ha tuttavia affermato la sua volontà di inserire l’Oua tra i soggetti che andranno a comporre l’Organismo consultivo di cui il Ministro intende avvalersi nel corso dell’intero iter della riforma, e quindi anche nella fase di attuazione della delega, sino alla definitiva approvazione del nuovo Statuto della professione forense, intendendo portare a termine il percorso di riforma con la collaborazione e la costante consultazione dell’avvocatura italiana;
che il Ministro della Giustizia, inoltre, nel merito delle piu’ generali e complessive problematiche del settore, ha richiesto all’Oua la designazione di un proprio delegato, già individuato nella persona del Vice Presidente avv. Pasqualin, nel gruppo di lavoro ristretto costituito in seno al Ministero, che avrà il compito di portare a termine lo studio dei dati dell’amministrazione giudiziaria, con particolare riferimento ai flussi ed alla elaborazione di misuratori di efficienza e produttività degli Uffici giudiziari, nell’ottica di consentire adeguate valutazioni di impatto delle riforme da attuarsi;
che, infine, l’Organismo Unitario dell’Avvocatura è, unitamente al Cnf, soggetto partner del piano triennale approvato dal Ministero di e-government della giustizia civile, che ha ad oggetto in primo luogo l’informatizzazione degli uffici e delle procedure, con l’obiettivo di realizzare concretamente il processo telematico;
che all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di venerdì 1 dicembre è stata confermata la trattazione del disegno di legge delega per la riforma delle professioni, messo a punto dal Ministero della Giustizia, e che il Ministro, con riferimento allo stesso, ha confermato la propria volontà di dare il dovuto spazio al percorso parlamentare, come richiesto dall’Oua;
ritenuto quanto sopra, evidenzia
che l’Assemblea dell’Oua, riunita in Roma nei giorni 17 e 18 novembre, ha approvato l’operato della Giunta e del Presidente con riferimento alla proclamazione dell’astensione per la settimana dal 13 al 18 novembre, ed ha dato mandato alla Giunta stessa di deliberare in merito all’ulteriore settimana di astensione dal 11 al 16 dicembre, alla stregua dell’evolversi degli eventi;
che il senso di responsabilità dell’avvocatura di cui l’Organismo Unitario deve rendersi interprete, impone di dare un segnale di attenzione e di rispetto nei confronti del Parlamento, sede propria di formazione delle scelte legislative, nel momento in cui si apre la possibilità di un effettivo confronto con l’Istituzione;
che, pur tenendo ferme le forti censure nei confronti dell’atteggiamento tenuto dal Governo e le preoccupate critiche al testo del ddl Mastella di riforma delle professioni, non può non prendersi atto dei segnali di apertura da ultimo manifestati dal Ministro della Giustizia;
che peraltro permangono, in ambienti governativi ed all’interno della maggioranza, malcelati atteggiamenti di resistenza che si contrappongono agli obiettivi indicati dal Ministro e condivisi da autorevoli esponenti di quella stessa maggioranza, di talché, anche in attesa di verificare se le aperture da ultimo registrate abbiano un seguito concreto e soddisfacente, l’azione di protesta dell’avvocatura non può oggi venire totalmente meno, anche al fine di rappresentare elemento di forza a sostegno dell’iniziativa di tutti coloro che, appartenenti ai due schieramenti oggi mostrano di condividere una diversa visione storico-culturale delle professioni e dell’avvocatura e di voler procedere nella riforma attuando in concreto quell’effettivo confronto di cui è menzione espressa nel programma di governo dell’Unione;
ritenuto
che per tutte le ragioni sopra esposte appare opportuno sospendere solo parzialmente l’astensione deliberata in sede congressuale, limitandone la durata a tre giorni dei sei previsti (con riserva di proclamare gli ulteriori tre giorni di astensione all’occorrenza), procedendo alla conseguente formale proclamazione dell’astensione dalle udienze civili, penali, amministrative e tributarie e dalle altre attività giudiziarie per i giorni dal 14 al 16 dicembre 2006, facendo naturalmente salva la trattazione degli affari civili, penali, amministrativi e tributari di cui agli artt. 4 e 5 della Regolamentazione provvisoria dell’astensione collettiva degli avvocati dall’attività giudiziaria di cui alla Delibera n. 02/137, in data 4.7.2002, della Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, ferme tutte le riserve più volte esplicitate nei riguardi di tale Regolamentazione;
delibera,
fermo quanto sopra, di proclamare l’astensione dalle udienze civili, penali, amministrative e tributarie e dalle altre attività giudiziarie per i giorni 14, 15 e 16 dicembre 2006; è fatta salva la trattazione degli affari civili, penali, amministrativi e tributari di cui agli artt. 4 e 5 della Regolamentazione citata.
Invita
tutta l’avvocatura italiana a dar corso, con l’apporto dei Consigli dell’Ordine e delle Associazioni forensi, alle seguenti ulteriori iniziative, pure parzialmente indicate nella mozione congressuale del 23 settembre 2006:
svolgimento di una giornata di assistenza e consulenza gratuita in favore dei cittadini, nella giornata dell’ 11 dicembre, secondo modalità e termini demandati alle deliberazioni degli ordini territoriali, nel corso della quale diffondere nuovamente una lettera-manifesto nella quale illustrare le ragioni della protesta dell’avvocatura;
attuazione di forme di c.d. “sciopero bianco”, dal 18 al 31 dicembre 2006, con la richiesta dell’osservanza rigorosa delle norme processuali, tra cui la verbalizzazione delle udienze a cura dei cancellieri, a ciò appositamente designati;
indizione di assemblee pubbliche, aperte alla cittadinanza, per l’illustrazione, l’approfondimento e la discussione delle tematiche oggetto della protesta;
- pubblicazione sugli organi di stampa, a livello locale e nazionale, di manifesti e/o comunicati che illustrino le posizioni dell’Avvocatura, chiarendone e valorizzandone il ruolo e la funzione nell’ambito della giurisdizione e al di fuori di essa;
delibera inoltre
che la proclamata astensione, e le ulteriori iniziative correlate, si connotino per essere anche in questa occasione parte di un percorso più articolato di attività, che vedrà quali successive tappe:
· 13 dicembre 2006, ore 10,30 – Roma – Spazio Etoile, Piazza San Lorenzo in Lucina n. 41 – Presentazione del 3° Controrapporto dell’Avvocatura sui dati dell’amministrazione giudiziaria italiana, predisposto a cura dell’Oua;
· 14 dicembre 2006, ore 15,30 – Roma – Nuova Sala Auditorium dei Delegati della Cassa Forense – incontro con i parlamentari promosso dall’Oua, unitamente all’Adepp e al Cup;
· 15 dicembre 2006, ore 12 – Roma – Sala Biblioteca della Cassa Forense – Conferenza Stampa dell’Avvocatura e delle Professioni;
· 16 dicembre 2006, ore 10 – Roma – Teatro Capranica, Centro Congressi Montecitorio – Assemblea Nazionale dell’Avvocatura e delle Professioni, organizzata dall’Oua, in collaborazione con l’Adepp e il Cup, nel corso della quale valutare lo stato delle iniziative di riforma e le possibilità di interlocuzione e di confronto effettivamente consentite all’avvocatura, nella prospettiva dell’adozione da parte dell’Oua delle successive opportune determinazioni.
Fa salva
nel rispetto dei limiti e delle condizioni fissate dalla già richiamata mozione congressuale, la proclamazione eventuale degli ulteriori tre giorni di astensione, allo stato sospesi.
Si impegna
a proseguire la ricerca di ogni possibile ed utile sinergia con tutte le componenti dell’avvocatura, con gli organismi di rappresentanza dell’avvocatura europea e con le rappresentanze del mondo professionale, per un opportuno ed auspicato agire univoco e congiunto, nell’ambito del percorso più innanzi delineato.
Roma, 30 novembre 2006
il Segretario avv. Maurizio Sacconi |
il Presidente avv. Michelina Grillo |
LEGGI LA NORMATIVA IN TEMA DI AUTOREGOLAMENTAZIONE – SCIOPERO |