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Michelina Grillo confermata presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura italiana L’Assemblea dell’organismo unitario dell’avvocatura italiana, riunita a Roma sabato 7 ottobre, ha confermato all’unanimità Michelina Grillo alla presidenza dell’Oua. Grillo, 48 anni, bolognese, una figlia, presidente dell’Organismo unitario dal 2003, resterà in carica per il prossimo biennio. L’Assemblea dell’Oua ha anche eletto la nuova giunta che affiancherà il presidente. I due vice presidenti sono Antonio Giorgino (Trani) e Andrea Pasqualin (Venezia). Segretario è stato eletto Maurizio Cecconi (Roma), mentre il tesoriere è Giuseppe Mojo (Napoli). Gli altri componenti di giunta sono Luigi Bonomi (Varese), Ignazio De Mauro (Catania) , Franco Lazzarone (Cuneo), Maria Limardo (Vibo Valentia) Michelina Grillo, presidente Oua: «La volontà dell’assemblea dell’Oua di confermarmi alla presidenza, più che una conferma sul piano personale rappresenta un chiaro segnale di condivisione della ferma linea politica tenuta in questi anni dall’organismo e della volontà dell’avvocatura di non abbassare la testa contro i tentavi di sottomettere la nostra professione. Un attacco testimoniato anche dalle norme penalizzanti contenute nella Finanziaria. Gli avvocati continueranno a spiegare in tutte le sedi che quella proposta dal governo è una falsa liberalizzazione, che rovescia il canone liberista e favorisce una ristretta cerchia di potenti (grandi gruppi industriali, organizzazioni sindacali…) e svantaggia la più ampia platea dei cittadini. Per questo già giovedì prossimo, in ossequio al mandato ricevuto dal congresso, gli avvocati si asterranno da tutte le udienze e parteciperanno alla manifestazione di protesta organizzata a Roma da tutte le professioni. Il mio obiettivo per i prossimi due anni, però, è anche quello di andare oltre la polemica sulla riforma della professione e riaccendere i riflettori sullo stato della Giustizia in Italia, provocando e animando un ampio dibattito culturale nel Paese, su una funzione fondamentale dello Stato di diritto. Sotto gli occhi di tutti, e nell’indifferenza reale della politica, la Giustizia cade a pezzi e s’incammina pericolosamente verso un doppio binario, peraltro di dubbia costituzionalità. Da una parte la giurisdizione pubblica per tutti, lenta, imprevedibile e di cattiva qualità; dall’altra, il circuito della giurisdizione privata, accessibile solo a pochi ricchi, dove le decisioni arrivano in fretta, sono di buon livello e immediatamente esecutive. Dopo le occasioni perse negli ultimi anni è ora di affrontare con determinazione il nodo dell’organizzazione giudiziaria e delle risorse, umane e materiali, di chiarire il ruolo e le funzioni dei soggetti della giurisdizione, di rimettere mano al riordino ed alla razionalizzazione delle regole, dal processo civile a quello penale, per evitare che l’inefficienza della giustizia si traduca in diritti negati per i cittadini ed extracosti per le imprese». Roma, 9 ottobre 2006 |