La Biblioteca del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Trani: genesi e prospettive future



            La realizzazione dell’unificazione dello Stato italiano, con la conseguente unificazione legislativa, favorisce la nascita di un nuovo sapere giuridico in quanto la eliminazione delle barriere agevola la circolazione delle idee e la conoscenza di nuove scuole giuridiche soprattutto germaniche e francesi. Non è casuale che sia propria la rivista di diritto positivo  – “comunità di giuristi immersa nell’esperienza, laboratorio dove dimensione scientifica e dimensione pratica dovrebbero armonicamente integrarsi” (1) – a consentire che il pensiero giuridico possa fluire con l’apporto di tutti i componenti della comunità degli operatori del diritto, in una costruzione corale di un pensiero che “è perennemente percorso da una intima tensione a incarnarsi, a ordinare esperienze, a diventare storia” (2).


Essenziale è l’attenzione e la cura riservate alle istituzioni collaterali che consentono il consolidarsi di questo sapere: prime fra tutte le biblioteche ed in particolare le biblioteche dei Consigli degli ordini degli avvocati.


Nel biennio 1909/1910 l’avvocato Giuseppe Alberto Pugliese è il Presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Trani (3). Insigne giurista e presenza incisiva non solo per il Foro tranese, (4) fonda la “Rivista di Giureprudenza” che sarà pubblicata dal 1876 al 1914. L’opera si divide in dottrina e giurisprudenza storico-critica e giurisprudenza contemporanea; sono riportate le sentenze delle Corti pugliesi con particolare attenzione per quelle della Corte tranese; si avvale, inoltre, di una ricca bibliografia.


Va precisato infatti che la conseguita unità agevola la diffusione di questo strumento divulgativo rappresentato dalle riviste: “Il Foro italiano”, per esempio, tuttora mezzo ineludibile di conoscenza, vede la luce proprio nel 1876. In particolare a Trani si pubblicavano anche altri periodici, sebbene non così longevi come quello dell’avvocato Pugliese. Ricordiamo il “Diritto” diretto da Giuseppe Giuliani e fondato nel giugno del 1874 (5); il “Gazzettino giuridico della Capitanata” diretto dall’avvocato Bartolomeo Carelli e fondato nel 1886 (6); “La toga” diretto dall’avvocato Vincenzo Stasi e fondato nel 1891 (7); “La giurisprudenza civile della Corte di appello di Trani” diretto dall’avvocato Nicola Discanno e fondato nel 1896 (8); “Il Foro delle Puglie” diretto da Raffaele Raimondi e fondato nel gennaio del 1900 (9).


L’argomento certamente merita un approfondito esame. E’ importante, però, in questa sede sottolineare che coevo all’elezione dell’avvocato Pugliese è il dibattito relativo alla istituzione di una Biblioteca del Consiglio dell’Ordine. Sul giornale tranese “La Bohème” del 7 marzo 1909 appare un interessante articolo intitolato Biblioteca del Consiglio dell’Ordine nel quale si dà notizia della genesi della suddetta Biblioteca: “Uno fra i primi atti del nuovo Consiglio dell’ordine fu di disporre il pagamento di un debito di lire duecento che il vecchio Consiglio aveva contratto molti anni or sono verso dieci fra i suoi componenti. Sappiamo che fu fatto invito ai detti creditori di esigere il loro credito. Con atto nobilissimo gli eredi di Gaetano Quercia hanno rinunziato di ritirare la loro quota facendone dono alla Biblioteca del Consiglio. La buona iniziativa della Biblioteca merita incoraggiamenti da tutti coloro che hanno a cuore il decoro di Trani, senza distinzioni di parte e senza rancori. Ci auguriamo che l’esempio degli eredi Quercia non resti isolato, ma sia seguito e possibilmente emulato. L’istituzione della Biblioteca del Consiglio è un fatto superiore a tutte le meschinità a tutte le competizione, e merita incoraggiamento da chiunque è all’altezza di intenderlo. La notizia di tale istituzione sino a domenica era ignorata ed è stata diffusa da noi per la prima volta.” (10) Il 14 marzo successivo il periodico tranese informa che “Con nobile atto, anche il cav. Avv. Francesco Sarri, l’egregio e valoroso concittadino ora residente a Roma, ove con successo esercita la sua professione di avvocato, ha rinunziato a favore del Consiglio dell’Ordine della somma di lire 20 dovutegli dalla Cassa del Consiglio stesso.” (11) Fondamentale, quindi, appare per questa iniziativa la munificenza dei privati che testimonia anche la specificità di un ambiente nel quale la pratica del diritto segna l’identità dei suoi appartenenti, testimoniando che l’alleanza tra storia sociale e diritto è nelle cose in quanto il fenomeno giuridico ha il potere di rispecchiare la realtà e il “diritto di certificare i fatti sociali”,(12) dando voce ad una umanità completa.


La crisi del diritto, che oggi ha investito i vari sistemi, sollecita la ricerca dei valori di una tradizione giuridica alla quale ha contribuito significativamente la storia giuridica locale dove le idee sono sollecitate dall’impellenza del quotidiano ma sono poi sottoposte a verifica, si concretizzano non solo in esiti giudiziari pratici ma anche in elaborazioni teoriche e in costruzioni visibili e durature quali appunto un’istituzione come la biblioteca specialistica.


Sempre su “La Bohème” del 25 aprile 1909 si legge “Il nuovo Consiglio dell’Ordine degli Avvocati si è giustamente preoccupato della mancanza in Trani, centro importantissimo giudiziario, di una biblioteca giuridica e però ha deliberato di crearne una, rivolgendosi all’uopo all’amministrazione comunale cittadina, a quella provinciale ed al governo per ottenere sussidi. Nel momento in cui scriviamo non sappiamo che cosa delibererà il consiglio Comunale in merito alla domanda di sussidio, ma indipendentemente dalla decisione che sarà per prendere la nostra rappresentanza comunale, noi crediamo opportuno manifestare in merito alla creazione di una vera e propria biblioteca il nostro modesto avviso. A Trani abbiamo già due raccolte di libri, una del Consiglio di Disciplina dei Procuratori e l’altra del Comune. Con quella che si vuole creare ne avremmo tre […]. Dice l’amico Perrone [avvocato A. Perrone-Capano] che in un tempo più o meno lontano si potrà pensare a fondere le due biblioteche embrionali attualmente esistenti, insieme con l’altra che si vuole creare. Ora diciamo noi: perché rimandare ad un’epoca più o meno lontana, ciò che con un poco di buon volere può farsi subito? Si obietta che manca la località adatta e difettano i mezzi finanziari necessari al funzionamento di una biblioteca; ma queste obbiezioni non hanno valore. Innanzitutto non è detto che la biblioteca debba necessariamente essere allogata nel palazzo municipale o nei locali giudiziari, così che non sarebbe poi difficile, data la ubicazione dei detti locali, trovare nelle vicinanze un appartamento in cui installare la biblioteca, in quanto poi alla questione finanziaria non c’impone, perché se si volessero fare le cose con modestia e senza pretenzioni, la spesa da affrontare non sarebbe poi tale da non potersi sostenere dai bilanci del Comune e dei due Consigli. Noi pensiamo che sia opportuno ed utile procedere sin da oggi all’attuazione di quello che l’amico Perrone chiama programma massimo: gettiamo subito le basi di una vera e propria biblioteca, modesta per ora, ma che potrà diventare in un prossimo avvenire tale da rispondere adeguatamente alle esigenze del Foro e degli studenti tutti.” (13)


L’iniziativa dell’istituzione della biblioteca appare tanto più rilevante se consideriamo il contesto nel quale si inserisce. Infatti all’epoca a Trani la biblioteca più antica era quella annessa al Regio Liceo che però non era stata arricchita, per mancanza di fondi, nel corso del tempo. Sarà necessario un sussidio ministeriale per incrementare gli acquisti dei classici greci e latini. La stessa situazione di degrado si registrava per la biblioteca comunale che “nello stato in cui si trova, non reca vantaggi apprezzabili e ha scarsi frequentatori. Più fortunata, forse perché meglio soddisfa alle esigenze locali, è una biblioteca tutta speciale, quella dell’ordine degli avvocati, che è anche sussidiata dal ministero di G. e G..”  (14) 


Ai nostri giorni una riflessione sulla genesi dell’istituzione della Biblioteca del Consiglio dell’Ordine è sollecitata, non solo dal ricco corredo di libri rari e preziosi, ma anche dall’impegno che gli attuali componenti del predetto Consiglio, presieduto dall’avv. Bruno Logoluso, e di quello precedente presieduto dall’avv. Domenico Insanguine, stanno riservando al problema, nella consapevolezza della dimensione storica del sapere giuridico, della “percezione della sua evoluzione vitale: il diritto è storia in quanto si muove e cresce nella storia” (15).


Non si deve dimenticare, infine, che il Consiglio Nazionale Forense ha dato l’avvio ad un programma editoriale avente ad oggetto studi e ricerche sulla storia dell’avvocatura italiana. In questa storia Trani si inserisce a pieno titolo con l’apporto di un ricco materiale umano e scientifico coagulatosi intorno al sapere e alla pratica giuridica nel corso dei secoli.


-avv. Susanna Pastore-


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Note


Il presente lavoro è parte di una più articolata ricerca sulle tradizioni giuridiche di Trani da me condotta, in qualità di esperta, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Comunità Europea.