Il nostro collega Riccardo Bonadies, dietro sollecitazioni provenienti da molti colleghi è pervenuto alla decisione di pubblicare un prezioso volume di poesie a sfondo natalizio


Il testo raccoglie le “rime” declamate dallo Stesso nel corso degli anni e la loro lettura, con testo in lingua italiana a fronte, ci induce ad una riflessione sul Natale e sulle tradizione in parte perdute, con un occhio attento alla realtà che ci circonda.


Nei versi di “vieste u ceppaune ca pare baraune” il poeta intende nobilitare la tradizione del regalo, in chiara chiave anticonsumistica, attraverso l’intenzione manifestata alla moglie di regalare a parenti ed amici opere di beneficenza, a loro nome, a persone bisognose; al disappunto della moglie, preoccupata di perdere gli amici ed i parenti, il poeta rinuncia al suo proposito scegliendo la via del regalo tradizionale assumendo l’impegno di fare la beneficenza con i soldi destinati all’acquisto del capitone, “ che la speranze ca Pasquale ( il pescivendolo di fiducia) nan se la pigghie a male”.


La creatività del nostro poeta si manifesta attraverso l’uso ricercato di termini in vernacolo ormai dimenticati, ma sempre piacevoli da risentire: “ U malesenghe ca faciave memme quenne u uagnaune du fernare addemerave / pe pagheure ca u dalce screscendava” ( nella poesia “Come era bello quando si impastava in casa”)


Caratterizza il lavoro la particolare attenzione su personaggi e fatti passati e presenti accompagnate da pillole di saggezza non solo popolare.: … Ora, però, ho capito / che così va presa la vita: / senza correre, senza affanni / ……  / Se …. te la prendi con calma, / ti sembra che i momenti di felicità più lunghi si fanno / e così trovi la forza di affrontare gli altri affanni. ( nella poesia “ Nan petoime fe’ comme o zechelare” ).


La poetica si esprime attraverso efficaci dialoghi immaginari tra personaggi del mondo reale e finanche tra Gesù e San Pietro come nella poesia “ Ammutinamento in Paradiso


Non manca l’ironia che aleggia in tutte le poesie e l’autoironia che denota lo spirito goliardico del poeta ma al tempo stesso la profondità delle argomentazioni che fanno meditare.


Prezioso il cammeo finale sulle regole di bon ton ( ormai desuete!) da seguire in varie occasioni e la trascrizione della nota “ Tu scendi dalle stelle”.


Non possiamo non complimentarci con il nostro Riccardo perché ci consente di sorridere con uno sguardo rivolto alla riflessione.


Su autorizzazione dell’autore pubblichiamo la poesia riportata nell’ultima pagina di copertina.







 “Ce mestiere desgrazziate!’


Me sciebbe a mètte ngape de fè l’avvucate!

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